Categoria: Spagna

Diario di viaggio a Valencia

Incontri ravvicinati al Museo Oceanografico e al Bioparco di Valencia
Rinoceronti al Bioparco di Valencia, il Museo Oceanografico e incontri ravvicinati tra mani e pinne

Il mio conto alla rovescia è finalmente finito!

Dopo 4 anni, 3 mesi, 2 figlie e 1 pandemia è il momento di riprendere a fare una cosa che mi è sempre riuscita bene nella vita: viaggiare!
Per rimettere piede fuori casa e iniziare la nuova esperienza di viaggiatori-genitori, abbiamo pensato a Valencia: un luogo con cultura e gastronomia molto simili alle nostre. Non troppo grande, servita bene, con tanti parchi, piste ciclabili e un museo oceanografico meraviglioso.

15/04 Roma-Valencia

Come sempre abbiamo giocato d’anticipo e a gennaio, all’apice dell’espansione dei virus scolastici, abbiamo incrociato le dita e scommesso su aprile per sperare in un viaggio in piena salute. Abbiamo acquistato i biglietti su Ryanair con una spesa complessiva di 500 Euro; le bimbe hanno pagato una tariffa normale e abbiamo scelto di imbarcare un paio di bagagli da stiva (10 chili) visto che porteremo con noi anche il passeggino (gratis). La cifra finale include anche una novità assoluta per noi: un’assicurazione in caso di mancata partenza. E per poco non la sfrutteremo!
Proprio così, dopo una settimana in perfetta salute, D. si sveglia e pronuncia la parole più temute: “Ho freddo”. Misuriamo la febbre e il 38.8 del termometro ci atterrisce. Con i preparativi abbondantemente conclusi e le valigie pronte, facciamo un tentativo estremo: un passaggio dal nostro pediatra che proprio questo giorno è di turno vicino a noi.
Per fortuna ci rassicura sul fatto che molto probabilmente è una reazione allergica e ci dà una terapia da iniziare subito. Allora decidiamo di forzare un po’ e partiamo decisi verso Roma, anche se con un’ora di ritardo rispetto al previsto.
Complice il lungo tragitto da percorrere, all’arrivo otteniamo la prima soddisfazione: già al parcheggio Alta Quota (4 giorni, 22 Euro) la piccola D. sembra nuova di zecca. I bambini hanno una capacità di recupero incredibile, io con 38.8 avrei iniziato a dettare le ultime volontà…
La navetta ci porta verso i terminal e per le bimbe inizia qualcosa di completamente nuovo e diverso, per noi è una sorta di ritorno alla “normalità” ma capiamo subito che in questi 4 anni il mondo è andato avanti e sono cambiate molte cose. E sinceramente non rimpiango questo lungo stop causato (anche) dalla pandemia: viaggiare tra restrizioni, regole, quarantene, non sarebbe stato affatto facile e non mi sarebbe piaciuto.
Le differenze più importanti rispetto al mio ultimo volo? A Fiumicino ci dicono che posso portare a bordo fino a tre litri di liquidi e, soprattutto, non devo più tirare fuori dallo zaino i dispositivi digitali. I nuovi scanner controllano tutto in meno tempo e con disagi minori per i passeggeri.
Alle bimbe piace l’atmosfera caotica dell’aeroporto: hanno le loro belle valigie cavalcabili, vedono tante persone, negozi e ogni tanto si lanciano in qualche playground strategico.
Quando arriva il momento dell’imbarco, però, si sfiora un altro psicodramma: non troviamo più Simpa, un piccolo dinosauro di gomma che ci segue ovunque. Siamo praticamente sul finger che ci porta dentro l’aereo quando chiedo alle hostess di poter uscire per una ricerca disperata. Ricerca inutile perché alla fine il buon Simpa si era “distrattamente” rifugiato nello zaino di Fede e aspettava solo di essere ritrovato!
Tutto è andato per il meglio, esattamente come il battesimo del volo per le bimbe: sono state attente e curiose in tutte le fasi. E dopo la perplessità causata dal rumore crescente del rullaggio, quando l’aereo si è staccato da terra ho visto dei sorrisi convincenti. Anche se poi il primo sguardo dal finestrino ha dato una spolverata di panico agli occhi. Dopo le rassicurazioni e la tranquillità trasmessa, va tutto alla grande fino a Valencia.
Le operazioni di sbarco vanno via veloci, ritiriamo le nostre comodissime valigie e seguiamo le indicazioni per la metro. Compriamo il biglietto che ci porterà verso il centro, direzione Marìtim, e a Guimerà facciamo l’unico cambio previsto per raggiungere Tùria, la nostra fermata di riferimento. In totale impieghiamo 30 minuti per arrivare dall’aeroporto all’hotel.
Per il nostro soggiorno abbiamo scelto l’Hotel Tùria, molto grande e ben posizionato: di fronte la fermata della metro, adiacente a due grandi centri commerciali, a 800 metri dal centro storico e soprattutto a ridosso del vecchio letto del fiume omonimo che attraversa e caratterizza Valencia. In seguito alle alluvioni, il fiume Tùria è stato deviato per proteggere la città e i vecchi argini oggi ospitano un parco enorme, verde e percorribile in bici per oltre 10 chilometri.
Abbiamo prenotato una junior suite per stare comodi e all’ottavo piano godiamo anche di una bella vista panoramica sulla città.
La giornata è stata piuttosto intensa e inizialmente burrascosa, adesso che siamo arrivati tranquilli ci possiamo rilassare e fare un giro al Corte Inglés vicino per poi fermarci a cena. La scelta ricade sul menu senza glutine di Burger King che in Italia non è ancora disponibile, spendiamo in totale 31,50 Euro per tutti e quattro e nonostante la giornata intensa le piccole alle 23:30 sono ancora belle arzille, mentre noi siamo stravolti dalla stanchezza.
Dai, per oggi basta così: tutti a nanna!

Quanto abbiamo camminato oggi? 4,4 km

16/04 Valencia (Museo Oceanografico)

Eccoci pronti per il primo giorno completo a Valencia! Il programma di oggi ha ispirato questo viaggio e siamo tutti eccitati, forse noi adulti anche più delle bimbe che vivono ogni cosa con naturalezza e fiducia cieca.
D. e I. non sono mai state delle dormiglione. Consideriamo questa caratteristica un difetto enorme, che ci toglie energie, ma certe volte torna decisamente utile. Per esempio quando abbiamo molte cose da fare e vogliamo iniziare presto: alle 9:00 siamo già tutti pronti e riuniti attorno al tavolo per la colazione.
Facciamo un bel pieno di energie, proviamo cose nuove e le bimbe si divertono molto a scegliere dal buffet e assaggiare il latte con il Nesquik. Tutto in sicurezza e con un angolo dedicato alle proposte senza glutine.
Siamo pronti per ritirare le bici prenotate dall’Italia sul sito Valencia Bikes, dobbiamo solo attraversare il ponte e raggiungere la rimessa.
Abbiamo scelto il noleggio per una giornata intera (due bici, 40 Euro), la consegna è veloce e bastano pochi minuti per inforcare il nostro nuovo mezzo di trasporto, assicurare le bimbe sui seggiolini, indossare i caschi e prendere la rampa che ci porta nel vecchio letto del fiume Tùria.
Da qui prendiamo la direzione del mare, ci separano quasi sei chilometri dalle grandi strutture di Calatrava che caratterizzano lo skyline di Valencia: Museo Oceanografico stiamo arrivando!
Prima però abbiamo da meravigliarci lungo la pista ciclabile ricca di vegetazione e costellata da punti di ritrovo, sculture, fontane, playground, campi da calcio, rugby, attrezzi ginnici e tanti prati dove le persone si riuniscono per mangiare, ballare, prendere il sole e fare esercizi. Un’idea bellissima nel cuore della città, molto apprezzata visto il numero considerevole di persone che troviamo a fare attività all’aperto.
Completiamo il nostro percorso con un passo lento, per goderci la bellissima giornata di sole e qualcuno alle nostre spalle si rilassa così tanto che ci scappa pure il pisolino in bici!
Non dobbiamo mai uscire dalla pista, perché l’intero complesso di Calatrava risiede nel letto del fiume. Quindi a un tratto si presentano davanti a noi i primi edifici di questa “città nella città” e passiamo in rassegna Il Palazzo della Arti Reina Sofia, l’Hemisferic e il Museo delle Scienze fino ad arrivare all’Oceanografico. In questi passaggi finali la cura degli spazi circostanti è ancora maggiore e i prati si alternano a grandi specchi d’acqua su cui affacciano le strutture, enormi e bianche. Ci fermiamo più volte a contemplare il sapiente gioco di riflessi e la veduta d’insieme che stupisce e incanta.
Siamo puntuali rispetto all’ora che abbiamo scelto per l’ingresso (dalle 12:00) e siamo già muniti di biglietti comprati online sul sito ufficiale (101,50 Eu), quindi lasciamo le bici, ritiriamo la mappa e ci prepariamo a iniziare la nostra visita dalle vasche dedicate all’Oceano.
Prima, però, una pausa-pranzo da Océanos (un self-service ibrido dove a ritirare i vassoi vuoti ci pensano dei robot) per mangiare (senza infamia e senza lode) nella veranda del ristorante, seduti davanti a un gruppo di pellicani e fenicotteri, una paella e un pollo arrosto con patate (31,60 Eu).
Con la pancia piena ci immergiamo letteralmente nell’atmosfera oceanica e circondati da grandi vetrate attraversiamo i tunnel che collegano le vasche piene di pesci enormi e squali. Poi ci spostiamo verso le acque più fredde per vedere i beluga inseguirsi e giocare con una boa, poi passiamo all’habitat Mediterraneo e infine, dopo aver salutato i simpatici pinnipedi, ci spostiamo verso i colori sgargianti dei mari tropicali.
Tutte queste “immersioni” mettono fame e così facciamo una pausa vicino ai leoni marini che si godono il sole davanti la gelateria Rompehielos dove le bimbe provano un orrendo gusto chicle (ufficialmente marshmellow) di Carte d’Or che fortunatamente in Italia non sembra ancora arrivato!
Alle 17:30 concludiamo la nostra visita e riprendiamo le bici per raggiungere la prossima, tanto attesa destinazione: il Parco Gulliver.
Inaugurato nel 1990 è un’idea formidabile: una gigantesca statua del Gulliver di Jonathan Swift, disteso a terra come nella scena iconica dei suoi viaggi avventurosi. E chi sono i lillipuziani che l’hanno catturato? Ma noi! Adulti e bambini che salgono sul gigante lungo 70 metri e tornano a terra utilizzando scivoli grandi e piccoli, larghi e stretti, alti e bassi che si trovano lungo tutta la superficie, dai capelli alle scarpe. Un divertimento… gigantesco!
Intorno alle 19:00 torniamo in hotel, lasciamo le bici in garage e decidiamo di restare a cena qui visto che le bimbe dicono di essere molto stanche. Anche se a quanto pare, però, hanno ancora le energie necessarie per scatenarsi in una ludoteca del vicino centro commerciale e saltare sugli elastici, arrampicarsi in un percorso a ostacoli, lanciarsi in uno scivolo che termina in una piscina di palline! Pensiamo di dover faticare di più per strapparle al divertimento ma si vede che anche loro hanno fame e non si lasciano pregare.
Oggi è l’ultimo giorno di una promozione infrasettimanale in hotel e ne abbiamo approfittato: bimbi gratis e buffet adulti a 18,90 Euro. Dopo aver ricevuto istruzioni sui cibi senza glutine, assaggiamo un po’ di cose e alcune sono molte buone: in particolare il filetto di salmone e la frittata di patate. La piccola I. è quella che osa di più e durante un sopralluogo sul buffet, una volta riconosciuta la forma non riesce a resistere: chiede un improbabile piatto di fusilli tricolore e così sfatiamo un tabù. Per la prima volta in famiglia abbiamo qualcuno che mangia pasta all’estero. Eresia!
La giornata è stata lunga e divertente, siamo tutti stanchi ma prima di dormire ci facciamo un bel bagnetto nella nostra maxi vasca.

Quanto abbiamo camminato oggi? 9,1 km

17/04 Valencia (Bioparco)

Se le bimbe sapevano sin dalla partenza dell’acquario che avremmo visto a Valencia, per oggi avranno una bella sorpresa perché la visita in programma è una novità anche per noi e si rivelerà una scelta molto adatta per passare una giornata all’aperto e intrattenere i più piccoli. Anticipo fin d’ora che per le nostre bimbe il ricordo migliore di Valencia, la “cosa più bella” vista qui, anche più dell’Oceanografico, sarà proprio questa: il Bioparc di Valencia.
Alle 8:00 facciamo colazione e poi scendiamo subito a prendere le bici per raggiungere un forno individuato in Italia dove fare una bella spesa per la pausa-pranzo: Panadería Baking Free – Artesana Sin Gluten è proprio dietro il nostro hotel e prepara pietanze belle e buone, dolci e salate. Oggi mangiamo tutti senza glutine!
Compriamo pizza, empanadas (vari gusti: tonno e cipolla, carne, formaggio) e qualche donuts molto invitante. Poi torniamo a restituire le bici, recuperiamo il passeggino in hotel e ci spostiamo di pochi metri verso una pensilina per aspettare il bus 95. Compriamo i biglietti a bordo (1,50 Eu) e ci facciamo dare un passaggio fino all’ingresso del bioparco. Il tragitto è breve e normalmente l’avremmo fatto a piedi ma con le bimbe è tutto diverso ed è meglio che conservino le forze per l’escursione e non per il collegamento.
All’ingresso paghiamo 80,40 Eu (a partire da quattro anni pagano un prezzo ridotto di 6 Euro rispetto al biglietto intero, gratis sotto i 4 anni) e dopo aver attraversato il ponte che passa sul bel Parco di Cabècera (siamo praticamente alla “sorgente” del fiume-parco Tùria) entriamo nella grande zona in cui sono riprodotti habitat africani.
Il percorso della visita è pensato molto bene ed è decisamente coinvolgente: tutto ruota intorno a un enorme spazio centrale che rappresenta la savana. Qui condividono gli spazi tanti animali (giraffe, struzzi, rinoceronti, zebre, gazzelle…) e il pubblico cammina intorno a questo grande ambiente seguendo i sentieri che si diramano lungo il percorso del perimetro, dove sul versante esterno ci sono altre piccole deviazioni per vedere altri animali in altri ambienti perfettamente ricostruiti.
Scegliamo il verso della nostra visita e seguiamo la mappa fino a una piccola zona pic-nic dove alle 14:30 ci fermiamo per mangiare. Il cibo che abbiamo comprato è ottimo, le bimbe gradiscono molto e dopo una banana mangiata in modalità giungla, riprendiamo la visita e ci dirigiamo verso la selva equatoriale per incontrare coccodrilli e gorilla.
Restiamo praticamente fino all’ora di chiusura e prima di andar via non può mancare l’acquisto di un souvenir nel fornitissimo bookshop. Ovviamente anche in questa occasione abbiamo la conferma che le nostre bellissime bimbe hanno gusti non propriamente mainstream: per loro non esistono leoncini, zebre e altri animaletti carucci. No, loro puntano subito i peluche di coccodrillo e gorilla! (38 Eu).
Torniamo a prendere il bus 95 per fare un pit-stop in hotel e uscire subito, alle 18:30, per un giro nel centro storico.
Per questi spostamenti più rapidi e dell’ultimo minuto scegliamo di muoverci in taxi, dalla stazione situata proprio davanti al ristorante dell’hotel. Bastano 8 Euro e 10 minuti per arrivare in Plaça de l’Ajuntamento, il cuore del centro di Valencia, e da qui percorriamo tutta Calle de Sant Vincent Màrtir, la strada principale che attraversa la città vecchia. Costellata di negozi e locali molto frequentati, attraversa Plaça de la Reina su un lato della quale sorge l’ingresso della Cattedrale di Valencia.
Dopo aver visto un paio di esibizioni di artisti di strada entriamo nella chiesa per ammirare gli interni e una cappella in cui è custodito, qui come in altre decine di luoghi sparsi in tutto il mondo, il Santo Graal ovviamente più autentico che ci sia.
Dopo la visita proseguiamo la passeggiata lungo i vicoli del centro storico fino a raggiungere Plaça de la Virgen (oggi denominata Plaça de la Mare de Déu) che ospita la grande fontana che rappresenta il fiume Tùria.
Ci piace camminare, quindi cambiamo marciapiede e rifacciamo il percorso nel senso inverso, fino alla piazza del municipio e proprio qui compriamo i souvenir. Dopo aver fatto un po’ di confronti, scegliamo El Salero per portarci a casa i nostri grandi classici: magneti, sportina e due t-shirt (23,30 Eu)per una nuova collezione tutta da iniziare.
Proprio vicino al negozio mangiamo da Hamburguesa Nostra una paninoteca buonissima dove anche le salse sono artigianali, trovata grazie all’app Gluto. Le bimbe restano sul classico cheeseburger ma noi ci concediamo uno Smash (enorme doppio cheeseburger, bacon, cipolla croccante, salsa cheddar affumicata) con un paio di pinte e dopo aver pagato il conto (59,50 Eu) prendiamo subito un taxi in piazza per tornare in hotel (7.75 Eu). Sono le 23:00 e siamo tutti distrutti!
Anche l’ultimo giorno a Valencia è andato, domani si torna a “Casa Bella” (come la chiama D.).
Ma prima…

Quanto abbiamo camminato oggi? 9,2 km

18/4 Valencia – Roma

Oggi è il giorno del ritorno in Italia ma siccome abbiamo combinato degli orari comodi per volare, abbiamo ancora un po’ di tempo per le ultime escursioni. Ci svegliamo un po’ prima per preparare le valigie e dopo l’ormai consueta, ricca colazione salutiamo e lasciamo i bagagli nella reception. Ci resterà un buon ricordo dell’hotel, non solo per la logistica ma soprattutto per le persone che si sono sempre impegnate per assistere le bimbe e farle sentire a casa.
Abbiamo poco tempo e idee chiare, quindi prendiamo un taxi e ci facciamo lasciare in centro, all’ingresso dello spettacolare Mercado Central di Valencia.
Ci sono oltre 400 commercianti in questa affascinante struttura in stile liberty e noi vaghiamo per i banchi in cerca di qualcosa da portare via per pranzo. Passiamo in rassegna praticamente tutto: carne, pesce, verdure, spezie e ritroviamo la conferma dei tanti viaggi fatti in passato. Un mercato è l’ideale per conoscere meglio un luogo: ci sono le persone, le tradizioni, i colori, i profumi e i sapori.
Da qui passeggiamo ancora nei vicoli della città vecchia fino a raggiungere lo storico palazzo del 1700 che ospita il Museo della Ceramica. Siamo venuti qui appositamente per scattare una foto del sontuoso portale d’ingresso, sfarzosamente decorato con un sapiente mix di stili: barocco, rococò, neoclassico e un pizzico di oriente.
Dopo una breve tappa in un vicino Carrefour per comprare pane, prosciutto e succhi di frutta, alle 12:40 riprendiamo un taxi per tornare in hotel, ritirare i bagagli e dirigerci verso l’aeroporto.
Il ritorno è facile, conosciamo l’itinerario e arriviamo in perfetto orario per fare con calma tutte le procedure per l’imbarco. A Valencia è diverso rispetto a Fiumicino e per certi versi ci sembra che il tempo non sia passato: i liquidi sono ammessi solo in presenza di bambini e dopo scansione molecolare. Mentre i dispositivi elettronici vanno messi fuori dagli zaini, e per un attimo torniamo all’ultimo viaggio a Vienna nel 2019. Sembra passata una vita per noi che eravamo abituati a partire almeno 4 volte all’anno!
L’importante è aver ricominciato, aver capito nuove dinamiche, ritmi ed equilibri diversi rispetto al passato. Interrompere la routine delle bimbe e catapultarle in luoghi dove tutto è diverso, può disorientare (questa è la spiegazione che ci siamo dati per alcuni capricci iniziali) e abbiamo dovuto “rallentare” e diversificare le nostre abitudini in viaggio. Bisogna alternare il loro passo al nostro e dobbiamo imparare ad apprezzare anche questo modo di viaggiare, sicuramente più slow.
Il ritorno fila liscio, le bimbe sembrano già aver preso confidenza con l’aereo e ronfano per quasi tutto il volo. Poi una volta a Roma sentiamo tutto il loro entusiasmo per il ritorno a casa sempre più vicino.
Dopo aver ritirato i bagagli e la macchina ci fermiamo a mangiare un’ottima pizza da Buongiorno Napoli (unico punto ristoro senza glutine, nel centro commerciale Aprilia2) e arriviamo a Gaeta alle 23:00 con le bimbe che già dormono e che faranno una tirata fino alle 8:30 del giorno dopo! Roba mai vista dalle nostri parti.
A quanto pare viaggiare stanca quelle due Caterpillar, quindi vuol dire che dobbiamo farlo più spesso! E lo faremo.
Ci vediamo a Skiathos tra un paio di mesi! Prossima tappa Skiathos! 😉

Ma alla fine, quanto abbiamo camminato? 28,2 km

Note
Hotel prenotati su Booking
Guida di riferimento: Lonely Planet Valencia disponibile su Amazon
Libri letti su Kindle: Perfect day di Romy Hausmann

Leggere e viaggiare: libri ambientati a…

Tutte le copertine dei libri ambientati a...
Le copertine dei libri abbinati ai diari di viaggio.

Il 2020 (e speriamo solo il 2020) sarà ricordato per il Covid-19, il Coronavirus che ha stravolto il mondo e cambiato le nostre abitudini.

Per me e Federica non sarà mai un anno triste perché il 19 marzo 2020, nel pieno dell’emergenza sanitaria, è nata la nostra Diana: una coraggiosa viaggiatrice pronta a esplorare il mondo.

Ora, però, dobbiamo stare in sicurezza, aspettare che la situazione globale migliori e accontentarci di viaggiare con la fantasia.

Il tempo di partire tornerà, noi ricominceremo dall’Italia e speriamo lo facciano in tanti. Nel frattempo abbiamo sempre a disposizione i libri per conoscere nuovi personaggi, luoghi e culture.

Quando viaggiamo i libri non mancano mai e, durante l’organizzazione, cerchiamo sempre titoli collegati ai luoghi che visiteremo. Non solo, perché al ritorno è piacevole anche leggere storie ambientate nei luoghi visti: è un po’ come tornarci.

Per questo da buon viaggiatore e lettore posso dare qualche consiglio a chi vuole viaggiare con la mente e a chi – finalmente! – sta preparando la valigia.

Ogni luogo che segue è collegato al suo diario di viaggio. Oppure sono i diari di viaggio ad essere collegati a quei libri?
Non so, l’importante è viaggiare e leggere! 😉

Libri ambientati a New York (e dintorni)
Il giovane Holden – J.D. Salinger
Corruzione – D. Wislow
Tre camere a Manhattan – G. Simenon
Il bar delle grandi speranze – J.R. Moehringer
Questo bacio vada al mondo intero – C. McCann

Titoli abbinati al Diario di viaggio in USA: New York

Libri ambientati a San Francisco (e dintorni)
Un lavoro sporco – C. Moore
Anime di seconda mano – C. Moore
Il postino suona sempre due volte – J.M. Cain

Titoli abbinati al Diario di viaggio a San Francisco e grandi parchi USA

Libri ambientati a New Orleans
Una stanza piena di sogni – R. Sepetys
Una banda di idioti – J.K. Toole

Titoli abbinati al Diario di viaggio in USA: New Orleans

Libri ambientati a Los Angeles e dintorni
Cane mangia cane – E. Bunker
L.A. Confidential – J. Ellroy

Titoli abbinati al Diario di viaggio in USA: Los Angeles e San Diego

Altri libri ambientati in USA
La marcia – E.L. Doctorow (Georgia e Savannah)
Ascoltavo le maree – G. Mattioni (Savannah)
Duma Key – S. King (Florida)

Titoli abbinati al Diario di viaggio in USA: Florida e Savannah

Libri ambientati in Giappone
Leggero il passo sui tatami – A. Pastore
Autostop con Buddha – W. Ferguson
Kwaidan. Storie misteriose e stravaganti – L. Hearn
Fiabe giapponesi antiche – Y.T. Oazaki
Pioggia nera su Tokyo – B. Eisler

Titoli abbinati al Diario di viaggio in Giappone

Libri ambientati in India
Shantaram di G.D. Roberts
La città della gioia – D. Lapierre
Vita di Siddhartha il Buddha – Thich Nhat Hanh

Titoli abbinati al Diario di viaggio in India

Libri ambientati in Perù
I simboli maya, inca e aztechi – H. Owusu
La via d’oro – J. Rollins

Titoli abbinati al Diario di viaggio in Perù

Libri ambientati a Parigi
Il bello della vita – D. Rhodes
Il club degli incorreggibili ottimisti – J.M. Guenassia
La vita davanti a sé – R. Gary
L’eleganza del riccio – M. Barbery
Gli ingredienti segreti dell’amore – N. Barreau

Titoli abbinati al Diario di viaggio a Parigi e Disneyland

Libro ambientato a Giverny (e dintorni)
Ninfee nere – M. Bussi

Titolo abbinato al Diario di viaggio in Normandia e Mont Saint-Michel

Libri ambientati a Granada (e dintorni)
I racconti dell’Alhambra – W. Irving
La mano di Fatima – I. Falcones

Titoli abbinati al Diario di viaggio in Andalusia: Granada e Cordoba

Libri ambientati a Berlino
Violette di Marzo – P. Kerr
Lettera a Berlino – I. McEwan

Titoli abbinati al Diario di viaggio a Berlino

Libro ambientato a Monaco di Baviera (e dintorni)
Al servizio di Adolf Hitler di S.V. Alexander

Titolo abbinato al Diario di viaggio a Monaco di Baviera (mercatini di Natale)

Libri ambientati a Vienna
Doppio sogno – A. Schnitzler
La variante di Lunenburg – P. Maurensig

Titoli abbinati al Diario di Viaggio a Vienna (mercatini di Natale)

Libri ambientati ad Auschwitz
La notte – E. Wiesel
Anus Mundi – Cinque anni ad Auschwitz-Birkenau – W. Kielar

Titoli abbinati al Diario di viaggio a Cracovia e Auschwitz

Libri ambientati a Mosca e San Pietroburgo
Gorky Park di M. C. Smith
I racconti di Pietroburgo – N.V. Gogol

Titoli abbinati al Diario di viaggio a Mosca e San Pietroburgo

Libro ambientato a Lisbona (e dintorni)
La notte di Lisbona – H.M. Remarque

Titolo abbinato al Diario di viaggio a Lisbona e Sintra

Libro ambientato a Istanbul (e dintorni)
Topkapi – E. Ambler

Titolo abbinato al Diario di viaggio a Instanbul

Libri letti in Cambogia
Cos’è il buddismo – J.L. Borges
Buddha – L.V. Arena

Titoli abbinati al Diario di viaggio in Cambogia

Idee per le vacanze: diari di viaggio pronti!

Diari di viaggio da Granada, Bruges, Mont Saint Michel, Tokyo, Nara e il Kumano Kodo
Diari di viaggio: un po’ di Belgio, un po’ di Spagna, un po’ di Francia, un po’ di Giappone, un po’ di me e Federica 😉

Da qualche anno non aggiornavo la lista dei luoghi visitati con i rispettivi diari di viaggio, con questo post ho recuperato un po’ di tempo perduto.
I Paesi del mondo in cui ho viaggiato sono aumentati e le località attraversate in nave, aereo, treno, bus, macchina sono anche di più. Come i diari di viaggio che ho scritto!
La pubblicazione dei diari di viaggio su questo blog è ormai un rito, un appuntamento fisso con i miei ricordi e con altri viaggiatori che vogliono fare esperienze simili.
I miei viaggi divisi per anno sono direttamente collegati al rispettivo diario: pronti a partire? 😉

2018: Normandia in macchina: Rouen, Mont Sant-Michel, Omaha Beach, Bayeux, Arromanches, Honfleur, Etretat, Giverny (Francia); Amsterdam (8) e Volendam (3)
2017: Bruges e Bruxelles (Belgio); Tokyo, Watarase Onsen, Hongu (Kumano Kodo), Shirahama, Nachi, Koyasan, Kyoto e Nara (Giappone); Sofia (Bulgaria)
2016: Vilnius e Trakai (Lituania); Amsterdam (6), Volendam (2), Monnickendam (2), Marken (2) e Edam
(Paesi Bassi); Andalusia (2) in macchina: Granada (2), Cordoba, Ronda, Nerja e Malaga (Spagna); Amsterdam (7); Cracovia e Auschwitz (Polonia)
2015: Varanasi, Sarnath, Agra, Fatehpur Sikri, Jaipur, Delhi (India); Miami, Key West (2), Orlando (3), Savannah, New Orleans, New York (3); Bratislava e Devin (Slovacchia), Vienna (Austria);
2014: Atene (Grecia); Mosca e San Pietroburgo (Russia); San Francisco, Las Vegas e i grandi parchi americani (USA); Porto (Portogallo)
2013: Phnom Pen, Siem Reap, Koh Kong (Cambogia); Bristol (2), Salisbury (2), Stonehenge (2) e Bath (UK); Andalusia in macchina: Siviglia (2), Gibilterra (UK), Cadice (Spagna); Parigi (7)
2012: Parigi e Disneyland (6)
2010: Bristol , Salisbury, Stonehenge (UK), Amsterdam (5), Volendam, Monnickendam, Marken (Paesi Bassi), Madrid (Spagna)
2009: Amsterdam (3); Budapest (Ungheria); Edimburgo e Cramond (Scozia), Brema (Germania), Amsterdam (4), Lisbona (Portogallo)
2008: Berlino (Germania); Istanbul (Turchia)
2007: Siviglia e Granada (Spagna)
2006: Route 66 in macchina: Chicago, St. Louis, Springfield, Oklahoma City, Amarillo, Tucumcari, Santa Fe, Los Alamos, Albuquerque, Holbrook, Grand Canyon, Flagstaff, Las Vegas, Los Angeles (USA)
2005: Key West, Orlando (2), New York (2) (USA), Cozumel, Playa del Carmen e Tulum (Messico), Haltun Ha (Belize); Valencia (Spagna)
2004: Mumbai e Calcutta (India); Barcellona (Spagna); Parigi (5); Mauritius girata in macchina; Londra (2)
2001: Parigi (4)
1999: Il Cairo, Menfi, Saqquara e Giza (Egitto)
1998: Parigi (3); New York, Schenektady, Albany e Orlando (USA)
1997: Guadalupa e Martinica girate in auto
1996: Interrail: Parigi (2), Londra (UK) e Amsterdam (2)
1995: Montecarlo (Principato di Monaco); Praga (Repubblica Ceca); Interrail: Parigi (Francia), Bruxelles (Belgio), Amsterdam (Paesi Bassi), Dachau e Monaco di Baviera (Germania).

Le recensioni di ristoranti e hotel le pubblico sul mio profilo Tripadvisor 😉

Diario di viaggio in Andalusia: Granada, Cordoba, Ronda e Malaga

Diario di viaggio in Andalusia: Granada e Alhambra, Cordoba, Malaga e Ronda
Ronda, Granada e Cordoba: istanti di viaggio.

Si torna in Andalusia per vedere altre città, dopo il viaggio del 2013 tra Siviglia, Gibilterra e Cadice, questa volta arriveremo a Granada, Cordoba, Ronda e Malaga.

03/10 Roma – Malaga – Granada (172 km)

Partiamo da casa all’alba e nonostante ciò, il solito micro-tamponamento idiota sulla SS148, ci rallenta e brucia il margine di anticipo calcolato per arrivare in aeroporto. Dopo aver abbandonato frettolosamente la macchina al parcheggio AltaQuota2 (6 giorni, 21 Euro) arriviamo a Fiumicino giusto in tempo per imbarcare un bagaglio e fare il check-in, l’aereo decollerà alle 10:30.
Il volo a/r Alitalia per Malaga è stato comprato il 13 Agosto sul portale viaggi di American Express (181 Euro). I servizi a terra e a bordo (quotidiani gratis e snack) – a parte le divise da elfo – sembra stiano migliorando, speriamo sia la volta buona per la nostra compagnia di bandiera.
Dopo due ore di volo passate a sonnecchiare e leggere, sbarchiamo, recuperiamo la valigia e seguiamo i grandi adesivi a terra che indicano il percorso per raggiungere gli sportelli dei noleggi auto. La nostra macchina l’abbiamo prenotata sul sito Alamo ed è una Peugeot 308 nuova di zecca con cruise control, chilometri illimitati, pieno di benzina e GPS, per una spesa di 222 Euro.
Una volta azzerato il contachilometri studiamo il percorso e puntiamo dritti su Granada anche se nel tragitto abbiamo programmato una fermata al mare, a Nerja.
Però, prima di procedere con la narrazione, vorrei mettere in risalto una informazione fondamentale per questo viaggio, che sarà sicuramente molto cercata: come comprare i biglietti per l’Alhambra di Granada.
Da quanto ho visto è un argomento dibattuto in rete e c’è molta confusione sul metodo migliore, quindi vorrei dare dei consigli semplici e chiari a chi intende fare questo viaggio e troverà il mio blog durante le ricerche.
Il complesso dell’Alhambra ha da tempo gli ingressi limitati, quindi bisogna prenotare il giorno e l’orario esatti della propria visita. E per spuntare il prezzo-base di 14 Euro conviene giocare d’anticipo, anche di alcuni mesi!
Se poi pensate di rischiare lo stesso e provare l’acquisto direttamente in biglietteria nel giorno della visita, sappiate che anche mettendovi in coda all’alba rischiereste di non entrare; quindi organizzatevi bene, è meglio non improvvisare.
Acquistare su internet i biglietti per l’Alhambra non è facile, perché in rete c’è una marea di siti non ufficiali che organizzano visite guidate di gruppo e individuali, e hanno (ovviamente) prezzi maggiorati: da 42 a oltre 100 Euro a persona. E comunque, anche se siete disposti a spendere di più, al momento della prenotazione vi sarà in ogni caso chiesto in quale giorno vorrete effettuare la visita. Dopo aver fissato il giorno bisognerà scegliere la fascia oraria e vedere se tutto coincide con le date del vostro soggiorno. Questi siti sono tour operator autorizzati alla vendita dei biglietti e le loro disponibilità possono variare: per le date del mio viaggio un sito aveva posti liberi a partire dal 6 Ottobre, un altro invece dall’11. Due opzioni impossibili visto che avevamo programmato di lasciare Granada il 6.
Alla fine, dopo tante ricerche e confronti, sento di consigliare queste due soluzioni per comprare i biglietti dell’Alhambra.
1) Acquistare da questo canale ufficiale come suggerito sul sito del Patronato per avere un biglietto senza fronzoli e senza grandi maggiorazioni di prezzo (io non ho completato l’ordine perché, con otto giorni di anticipo, non c’era disponibilità durante le date del mio soggiorno. La prima data utile era distante due settimane!)
2) Come si è capito, stavamo seriamente correndo il rischio di non entrare all’Alhambra quando è arrivata l’illuminazione della Granada Card! Un pass multiservizi come ce ne sono in tante città turistiche. Il pass è valido 3 o 5 giorni, include l’accesso ad alcune importanti attrazioni della città, viaggi in bus e, ovviamente, l’ingresso al complesso dell’Alhambra e Generalife.
Costa 33.50 Euro ma vale la pena perché praticamente assicura l’entrata alla fortezza: durante l’acquisto ho selezionato la data della visita e la disponibilità era molto più ampia di tutti gli altri siti. I pass si possono acquistare online e ritirare in diversi punti della città.
Ok, il capitolo “biglietti Alhambra” per ora è finito, lo riprenderò più avanti con altri dettagli. Ora ricominciamo il viaggio da dove eravamo rimasti 😉
Allora, eravamo in marcia verso Granada quando, dopo un’ora e 70 chilometri di strada, abbiamo deciso di fermarci un attimo a Nerja. Giusto un’oretta, il tempo di sgranchire le gambe, mangiare il primo panino chorizo y queso, e affacciarci allo splendido Balcon de Europa, un belvedere a strapiombo sul mare da cui si gode un panorama spettacolare. Ci sono 30 gradi e sarebbe bello fare un tuffo nella sottostante Playa Calahonda, anche perché l’acqua è bellissima, ma dobbiamo riprendere la strada e raggiungere la destinazione finale.
La stanchezza inizia a farsi sentire e per arrivare a Granada c’è bisogno di lucidità e concentrazione perché ci sono tante ZTL e corsie preferenziali da tenere d’occhio. Ci aveva avvisato l’hotel, ce l’hanno confermato al box del noleggio: se a Granada non prendi multe sei un “campeon” 🙂
Entriamo in città ed effettivamente è complicato districarsi, il nostro hotel è nel cuore del centro storico e dobbiamo raggiungere il parcheggio convenzionato.
Ora un consiglio: se andrete in Andalusia in macchina considerate la questione “parcheggi”, non solo a Granada. In strada è praticamente impossibile lasciare l’auto. Gli hotel non hanno quasi mai il proprio parcheggio, se ce l’hanno è a pagamento oppure offrono tariffe riservate presso box di terzi. Quindi troverete sicuramente dove lasciare l’auto ma, nel preparare il budget di viaggio, dovrete considerare che un posto macchina può costare fino a 25 Euro al giorno! Questa è una costante che abbiamo riscontrato in tutte le località visitate, anche durante il primo viaggio in Andalusia. Il nostro Khu Hotel offre una tariffa speciale da 15 euro al giorno e decidiamo di lasciare la macchina, perché usarla per spostarsi in città è solo fonte di stress.
Sono le 18:30 quando arriviamo in Plaza Bib Rambla, importante piazzetta storica e piena di locali su cui affaccia il nostro albergo. Facciamo check-in, lasciamo le valigie, scegliamo dove cenare e siamo subito fuori per raggiungere Navas, la strada dei tapas bar consigliata dalla receptionist. Una volta sul posto constatiamo che è il tipo di strada che non preferiamo, con tanti turisti e ancora più camerieri che invitano a entrare. Quindi cerchiamo con TripAdvisor qualcosa di più “isolato” e genuino, così finiamo da Rosario Varela. Locale molto accogliente, ben arredato, in legno e armonico nell’unire stili diversi. Ordiniamo due pinte di birra che ci vengono servite con jamon iberico, zucchine e formaggio, e un’altra con acciuga e salmorejo (salsa a base di pomodoro, aglio, pane duro e olio extravergine di oliva). Poi i piatti forti: jamon iberico con pane, aglio e pomodori gratinati; e hamburger con purè di patate e mostarda. Spesa totale 24 Euro, una buona cena per iniziare questa nuova avventura in Andalusia. Ma la giornata non è finita: sulla strada del ritorno in hotel mi accorgo di non avere più il telefono! Scatta lo stesso panico vissuto durante il viaggio in Cambogia, quando sparì il portafoglio. Durante il ritorno di corsa verso il ristorante ho immaginato gli scenari più tremendi ed ero già pronto a innescare le procedure di emergenza per bloccare il telefono e avvisare i contatti. Ma il mio ricordo del Rosario Varela sarà ancora migliore: una volta rientrato nel locale il barista non mi ha neanche dato il tempo di fare una domanda, ha direttamente tirato fuori il telefono da sotto il bancone. Molto onesti, meritano una bella recensione su TripAdvisor anche per questo motivo 😉

Quanto abbiamo camminato oggi? 5,3 km

04/10 Granada

Il bello di stare nel centro storico è che hai tutto a portata di mano, per esempio anche un bel forno che vende prodotti tipici da saccheggiare al mattino.
Tra uno sbadiglio e l’altro prendiamo un paio di brioche: un lazo de almendra, a base di mandorle e una pastel de manzana, con mele, poi qualche pestinos cannella e miele, e perrunas cannella e mandorle.
Carichi di zuccheri, ci spostiamo verso Plaza del Carmen, sede del municipio e dell’ufficio turistico dove ritirare la nostra Granada Card (aperto tutti i giorni, chiude alle 20:00 tranne la domenica, alle 14:00).
Ci danno un pratico kit con mappa, istruzioni, orari e ovviamente la tessera che ci ha permesso in extremis di assicurarci l’ingresso all’Alhambra. Ora sì che possiamo iniziare a visitare la città!
La prima tappa, inclusa nella Granada Card, è la visita della Capilla Real e della Cattedrale. Le due strutture sono adiacenti, incastonate nelle mura storiche e isolate dal traffico, sembra di fare un salto indietro nel tempo quando si entra nel perimetro del complesso religioso. Anche il vecchio municipio, con la sua facciata decorata, e la madrasa – l’antica scuola coranica – sono all’interno della stessa area e tutti riuniti in pochi metri quadrati.
La cattedrale di Granada è un trionfo di barocco e gotico, una commistione di stili piuttosto frequente nei grandi edifici religiosi completati in epoche diverse; notevole il maestoso organo a canne. Ma la Capilla Real, decisamente più piccola, merita ancora maggior attenzione perché è la sede dei sepolcri dei Re Cattolici Ferdinando e Isabella (quelli che hanno unificato la corona spagnola e finanziato Cristoforo Colombo, per intenderci), Filippo II e Giovanna (detta La Pazza). I loro sarcofaghi di modesto piombo sono situati sotto una pala d’altare decoratissima, a cui si accede da una cancellata in ferro battuto altrettanto elaborata con scene evangeliche scolpite e riccamente dipinte nei dettagli. Bella anche la sacrestia-museo con opere del Perugino e Botticelli, quando si parla di arte la mano italiana non manca mai.
Dopo la scorpacciata artistica è il momento di riempire anche lo stomaco, quindi torniamo sulla grande Calle Reyes Católicos e al civico 39 ci fermiamo dallo storico Lopez Mezquita dove spendiamo 5.80 Euro per un’empanadas con carne, datteri e bacon; e una pastella moruna ripiena di pollo in stile arabo con pinoli, ricoperta di cannella e zucchero a velo. Sapori decisi e agrodolci che abbiamo gustato seduti sul fresco sagrato di una piazzetta adiacente la cattedrale.
Prima della prossima tappa ci fermiamo da Medievo per comprare the e tisane (11 Euro) e poi prendiamo il mini-bus C2 per raggiungere il Mirador San Nicolas, un belvedere posto in cima al quartiere arabo Albaycin da cui si può ammirare l’intero complesso dell’Alhambra. Ci fermiamo ad ammirare il panorama, scattiamo delle foto spettacolari per noi e per inserire Granada nella nostra gallery su Instagram, e poi iniziamo la discesa perdendoci letteralmente nel dedalo di vicoli bianchi che caratterizza la collina. Entriamo in cortili freschi, visitiamo un paio di piccole chiese e ci fermiamo a riposare nel rilassante giardino della moschea. Durante i nostri giri abbiamo sempre l’imponente struttura dell’Alhambra che ci scruta dalla collina antistante e cambia colore man mano che cala il sole.
La nostra discesa finisce su Calle Darro, che costeggia l’omonimo fiumiciattolo e che percorriamo fino alla congiunzione con Plaza Nueva e il centro città. Guardiamo uno spettacolo di flamenco (molto) improvvisato da artiste di strada e rientriamo in hotel, non prima di aver acquistato la colazione del giorno dopo, visto che dobbiamo svegliarci presto per entrare all’Alhambra all’ora stabilita sui nostri biglietti. Nessun problema, quando si tratta di mangiare siamo sempre ben organizzati e impieghiamo pochissimo a raggiungere il nostro forno per una scorta di pastas de almendra, cookies di nocciole e palmeritas, ventagli di pasta sfoglia zuccherata.
Poi, tanto per non smentirci, restiamo in hotel il tempo necessario per lasciare gli zaini e cercare un ristorante per cena. Abbiamo intenzione di fare una cena etnica visto che la città ha una storia importante condivisa con la cultura araba, quindi la nostra (seconda) scelta ricade sul libanese Samarkanda (la prima era chiusa!), situato alle pendici dell’Albaycin subito dietro Plaza Nueva, zona da vedere anche per i numerosi negozietti di artigianato e teterie dove si possono gustare pasticcini e fumare narghilè con miscele di tabacco profumatissimo. Ma torniamo a Samarkanda: purtroppo le aspettative sono alte e non del tutto soddisfatte. Abbiamo ordinato birra San Miguel e Alhambra in attesa del mutabal, melanzane arrosto con crema di sesamo; e i falafel, polpette fritte di legumi. Le portate principali, invece, consistevano in un barbecue di agnello accompagnato da riso e verdure; e kafta, polpette di manzo con prezzemolo, cipolla e spezie, accompagnate da patate e crema di sesamo. Come anticipavo, purtroppo, resterà una cena abbastanza anonima, senza un guizzo vincente, una nota di gusto da ricordare. Abbiamo speso 35.75 Euro, cifra contenuta che in ogni modo resterà la maggiore del viaggio.
Chiudiamo la giornata con l’ultima passeggiata verso l’hotel, oggi abbiamo visto l’Alhambra da lontano ma domani è il grande giorno del nostro ingresso!

Quanto abbiamo camminato oggi? 8,4 km

05/10 Granada

Sveglia puntata alle 07:00, non si scherza con i tempi. I biglietti dell’Alhambra di Granada sono divisi in due fasce orarie, una diurna (dalle 08:30 alle 14:00) e una pomeridiana (dalle 14:00 alle 20:00, alle 18:00 d’inverno).
Come spiegato all’inizio di questo post, durante l’acquisto del biglietto è possibile scegliere la data di ingresso, la fascia oraria e anche l’ora di accesso al complesso dei Palazzi Nazaries, il cuore dell’Alhambra. Per noi la scelta è stata tutta obbligata dalla poca disponibilità di biglietti, quindi ingresso diurno e accesso ai palazzi alle 09:00. In pratica abbiamo giusto il tempo per entrare e raggiungere subito i varchi per i Palazzi: non si transige sugli orari. Se non accedete all’ora stabilita perderete la possibilità di vedere il meglio dell’Alhambra!
Alle 08:00 siamo nel cuore di Granada, in Plaza Isabela Catolica, per prendere il bus C3 che ci porterà in cima, dove arriviamo puntualissimi per entrare nel Palacio Nazaries, la residenza dei sultani musulmani meglio conservata del mondo.
Già pochi metri dopo l’ingresso veniamo ripagati delle tribolazioni patite per trovare i biglietti: dal Patio de Arrayanes a quello dei Leoni, restiamo ammutoliti ad ammirare gli stucchi, le decorazioni dei soffitti, le maioliche colorate, gli archi e le inscrizioni su pietra e legno. Tutto è armonioso e trasmette una sensazione di pace e benessere, sembra di essere in una fiaba, in una delle storie narrate da Washington Irving che proprio in queste sale ha scritto i suoi celebri Racconti dell’Alhambra. Nonostante i gruppi di visitatori, sembra che il tempo sia fermo in un’epoca lontana; seguiamo il nostro percorso attraverso atri, corridoi e grandi stanze, fermandoci a fotografare i marmi bianchi e gli specchi d’acqua che alimentano piccoli canali che attraversano le stanze, donando a ognuna una rilassante colonna sonora naturale. Verso la fine del percorso sostiamo a godere il panorama dalla veranda in legno che affaccia sulle case bianche inerpicate sull’antistante collina dell’Albaycin, così riconosciamo il belvedere dove eravamo ieri per fotografare la fortezza che oggi ci sta rivelando il meglio di sé.
Dopo la visita dei Palazzi facciamo una pausa per sgranocchiare la nostra colazione al sacco e proseguiamo verso l’Alcazaba e il rinascimentale palazzo Carlo V. Ora va detto: questi ultimi due ambienti sono accessibili anche gratis ma non sono neppure lontanamente paragonabili a quello che è celato dietro le mura dei sultani. Entriamo nel museo dell’Alhambra e quando usciamo sono le 12:30, giusto in tempo per salire sulla Torre della Vela per un’ultima foto panoramica scattata dalla sommità della fortezza e poi ci avviamo verso il Generalife.
Ci godiamo una lunga passeggiata nel parco estivo dei sultani e poi dei reali spagnoli, ci nascondiamo all’ombra delle siepi fittissime e ben curate, ci rinfreschiamo con l’acqua delle fontane che scorre addirittura lungo i corrimano delle scale che portano da una terrazza all’altra e alle 14:00 torniamo verso l’Alcazaba per scendere di nuovo in città, stavolta senza bus. Abbiamo deciso di rientrare passando per la Porta della Justicia e seguire il percorso pedonale attraverso il bosco rigoglioso di faggi, castagni e ancora vasche d’acqua, voluto dai sovrani cattolici a ridosso della fortezza per rendere più bella quella che fino al XV secolo era solo un’arida collina.
Una volta finito il sentiero ci fermiamo nel piccolo ristorante della Pension Landazuri per uno spuntino veloce. Molto caratteristico, tranquillo, senza turisti, con belle pareti maiolicate, vegetazione interna e tavoli e sedie decorati con motivi floreali. Ordiniamo una tortilla de patatas e un boccadillo con jamon serrano (7.80 Eu) recuperiamo le forze e poi ci lanciamo nel solito e sfrenato shopping dell’ultimo giorno. E sì, dopo aver valutato, sondato, memorizzato gli articoli e i prezzi migliori, andiamo a colpo sicuro lungo via Caldereria Vieja, alle pendici dell’Albaycin, poi lungo il perimetro della cattedrale e infine proprio sulla piazza Bib Rambla dove c’è il nostro hotel.
I prezzi sono accessibili ovunque senza grandi differenze, forse sono un tantino più costosi lungo il Darro, e gli articoli per quanto interessanti sono bene o male sempre gli stessi. Noi compriamo le immancabili calamite, ventagli, t-shirt, borsellini in cuoio, ampolline porta essenze, specchietti cosmetici, agendine, shottini e ci portiamo a casa anche un coloratissimo servizio da the con bicchierini in stile arabo.
Saliamo in stanza a lasciare lo spesone e a indossare il costume. Sì, perché dopo la sfacchinata arriva il momento del relax e lo faremo proprio in stile andaluso: due ore nell’hammam Al Andalus (biglietto comprato online, 32 Euro invece di 40 incluso un massaggio gratis), il più bello di Granada. Tutto è ben organizzato: dal ricevimento all’atmosfera, ogni ambiente è silenzioso, profumato, caldo e accogliente. Anche qui gli ingressi sono limitati per fasce orarie in modo da non causare affollamento, ci sono 4 piscine (due calde, una tiepida e una fredda) per il percorso romano, e poi sauna e hammam per espellere le tossine. Scegliamo i nostri balsami per il massaggio e ci immergiamo in questa esperienza bisbigliata, meditativa. Quando torniamo alla luce del sole siamo come nuovi e – che novità! – abbiamo una gran fame!
Ma siamo stati bravissimi, viste le ottime recensioni trovate su TripAdvisor abbiamo prenotato con un giorno di anticipo la nostra ultima cena granadina da El Quinteto, e occhio al consiglio perché proprio qui a Granada abbiamo vissuto la miglior esperienza gastronomica del viaggio, la più equilibrata di tutte. Locale non troppo grande, personale molto gentile, stile deciso ed essenziale, ci sediamo al nostro tavolo alto con comodi sgabelli e ordiniamo: due pinte di birra servite insieme a una tapas con gamberi fritti su insalata russa, poi un templado de remojon granadino, un piatto tipico di origini arabe a base di filetto di baccalà servito su insalata a base di arancia, olive nere, cipolla, pomodoro e patate: una vera delizia. Ma non solo, perché ci abbiamo aggiunto anche involtini di pollo fritto con bacon e funghi e il croqueton di verdure, delle grandi crocchette fritte – tipiche anche queste – in versione vegetariana (di solito sono a base di baccalà o coda di toro.)
Abbiamo speso solo 24.20 Euro e non poteva esserci un congedo migliore da Granada, uno di quei posti in Europa da visitare almeno una volta nella vita.

Quanto abbiamo camminato oggi? 10,4 km

06/10 Granada – Cordoba (200 km)

Dopo tre giorni di passeggiate siamo pronti a riprendere la strada verso la nostra prossima destinazione.
Facciamo check-out, ritiriamo l’auto dal parcheggio San Agustin alle 12:00 e salutiamo Granada per metterci in marcia verso Cordoba, che raggiungeremo dopo due ore e mezzo attraverso paesaggi semi-desertici.
Il nostro hotel NH Cordoba Califa è facile da individuare, quindi impieghiamo pochissimo tempo a parcheggiare (14 Eu/giorno), fare check-in e tuffarci nei vicoli della Juderia per percorrere i 700 metri che ci separano dalla Mezquita.
L’antica cattedrale vista da fuori sembra più una fortezza che un luogo di culto, noi per contemplarla meglio prima di entrare ci siamo fermati alla Taberna Bar Santos, istituzione assoluta per provare la tortilla de patata più famosa della città. La frittata preferita dagli spagnoli è ben in vista sul bancone, all’inizio pensavamo fossero delle caciotte e invece no! Erano proprio enormi frittate di patate da tagliare a fette, e noi l’abbiamo accompagnata con del buon jamon serrano (6.50 Eu).
Bene, a pancia piena si gusta meglio una visita. Entriamo da un ingresso secondario e attraversiamo il Patio degli Aranci fino alla biglietteria (ingresso 8 Euro e mappa in italiano), poi finalmente varchiamo la soglia dell’attrazione principale della città: la Mezquita-Catedral, nota in tutto il mondo per l’interno decorato con centinaia di colonne e archi con la doppia campata bicolore, di pietra bianca e rossa.
Lo stile unico di questo edificio fonde culture, storie, religioni e al suo interno si respira un’aria mistica che travalica le sensazioni personali. Siamo in estasi mentre cerchiamo sulla mappa e sulla guida i significati di quanto stiamo vedendo, dalle cappelle cattoliche al mihrab islamico. Tutto avviene sotto questa selva di archi che avevamo visto in tante foto e che finalmente sono davanti a noi, in tutto il loro splendore, tra giochi di luce e prospettive insolite. La cultura e l’architettura mudéjar, uno stile unico che ha miscelato in maniera sapiente tecniche costruttive islamiche e cristiane, anche qui ha lasciato i suoi segni in maniera armoniosa, dimostrando come il culto di un dio possa avvenire pacificamente, anche con la trasformazione degli spazi destinati alla preghiera: la cattedrale era difatti una moschea prima di divenire luogo di culto cristiano. Ed è qui la forza della Mezquita, nella convivenza della memoria.
Alle 17:30 usciamo dall’edificio e proseguiamo verso l’Alcazar. La fortezza non è neanche paragonabile alla sua collega omonima vista durante il viaggio a Siviglia, ma vale una visita: prima però ci affacciamo a scattare un paio di foto al ponte romano sul Guadalquivir. L’ingresso al palazzo costa 4.50 Euro ed è una spesa giustificata in particolare per i suoi giardini, davvero ben curati, con vasche che ospitano carpe enormi, aiuole colorate da una grande varietà di fiori e alberi ombrosi vicini alle panche di marmo che costeggiano un lungo fontanile. Visto il numero esiguo di visitatori e il clima incantevole, non manchiamo di prendere la nostra meritata siesta prima di accedere alle sale reali. Ribadisco: i giardini valgono il biglietto, le sale meno, se si eccettua la collezione di mosaici romani ritrovati nel 1959 durante uno scavo in centro città. Sono molto grandi e impressionanti per qualità di conservazione e precisione. Infine saliamo sulla torre più alta per ammirare il panorama e notare quanto la torre campanaria della Mezquita sia effettivamente molto somigliante alla famosa Giralda di Siviglia che l’ha ispirata.
Come sempre, dopo i giri dedicati alla cultura, non dimentichiamo di abbassare il livello e tuffarci nel solito shopping turistico a base di dolci tipici presso Sabor de Espana, e souvenir nei tanti negozietti che riempiono i vicoli bianchi della Juderia, l’antico quartiere ebraico di Cordoba. E siccome è proprio qui che ceneremo, ci mettiamo alla ricerca di Casa Mazal, il locale scelto e prenotato tramite TheFork.
Ci districhiamo tra scorci bellissimi, di fioriere rigogliose appese su muri candidi, e patii caratteristici che invitano a entrare. E proprio un patio andaluso ci accoglie nel ristorante prescelto, dove troviamo due musicisti che con chitarra acustica e violoncello suonano dal vivo per i clienti. L’atmosfera è soffusa, a lume di candele e, soprattutto, senza amplificazione e flamenchi indiavolati, un vero piacere. La prenotazione online ci dà diritto al 40% di sconto (escluse bevande e dolci) in un ristorante di ottimo livello, quindi prendiamo posto e per iniziare scegliamo la loro specialità: bastoncini di melanzana fritta, serviti con miele di canna  e semi di papavero; poi insalata di pollo croccante con arancia e pinzimonio di senape e miele, e per finire un bel cous cous con confit di agnello e verdure. Per mandare giù tutto questo bendiddio ci siamo fatti dare una mano da un Beronia rueda (bianco), crianza (rosso) e rosado (rosè), per un totale di 31.80 Euro (invece di 45.40).
La sera è dolce, rientriamo verso l’hotel dopo un’altra giornata piena di meraviglie e la concludiamo fuori il nostro terrazzo da cui godiamo un’esclusiva vista del campanile della Mezquita.

Quanto abbiamo camminato oggi? 6 km

07/10 Cordoba – Ronda (172 km)

Il nostro secondo viaggio in Andalusia non è ancora finito. Abbiamo un’altra tappa da percorrere e così alle 12:00 ripartiamo in macchina, stavolta per salire un po’ di quota e raggiungere Ronda dopo altri chilometri percorsi tra strade aride e campi di cotone. Nella parte finale del tragitto si rallenta molto perché ci sono diversi tornanti da affrontare, quindi arriviamo alle 15:30 all’Hotel Maestranza, l’albergo che abbiamo decretato il migliore del viaggio. Ottima accoglienza, parcheggio privato al prezzo più basso dei precedenti (11 Euro/giorno), stanza enorme, con salottino, bagno con jacuzzi e il menù dei cuscini per un sonno di altissima qualità. Bravi.
Siamo in pieno centro, Ronda è piccolina, ha 35.000 abitanti, quindi ce la prendiamo comoda e riusciamo a vedere tutto quello che c’è da vedere: partiamo dall’antistante Plaza de Toros, passiamo sul Ponte Nuevo e proseguiamo verso il Ponte Vecchio e quello Arabo, che attraversiamo per raggiungere il belvedere dei giardini del Re Moro. Un’altra passeggiata molto bella, attraverso un borgo antico molto curato, che completiamo con un po’ di shopping lungo Calle Carrera Espinele. Ok, la parte facile è finita, passiamo a quella più avventurosa che è strettamente collegata alla domanda: cosa c’è da vedere a Ronda? Risposta facile: El Tajo, il taglio.
In pratica Ronda è posta su un pianoro alto 200 metri rispetto alla valle e il tessuto urbano è letteralmente spaccato in due da una profonda fenditura nella roccia, nel mezzo del quale scorre un torrente con annessa cascata che, insieme alle campate del Ponte Nuovo alte 160 metri, incornicia uno scenario mozzafiato. Però per godere della vista tipica di Ronda e comprendere pienamente le dimensioni del Tajo, la prospettiva migliore non è quella dei punti di osservazione che partono dal centro città e seguono i percorsi guidati, bisogna spostarsi proprio sull’altro versante e percorrere un sentiero sterrato. Solo da qui avrete la vista d’insieme che ha reso Ronda famosa in tutto il mondo, vale la pena fare la scarpinata perché la fatica viene ampiamente ripagata dalle foto che vi resteranno come ricordo, decisamente il miglior souvenir disponibile a Ronda.
Il tramonto si avvicina, i colori si infiammano e un bel venticello fresco ci spinge a risalire verso il centro abitato e, soprattutto, stimola la fame! Dopo gli ultimi, eccellenti pasti con portate principali, stasera abbiamo voglia di tapas e quindi selezioniamo un locale specializzato per cenare con tanti sfizi e assaggi diversi. Così finiamo da Entrevinos, piccolino e caratteristico, dove ordiniamo un numero impressionante di tapas, che elenco senza contare i bis: jamon iberico, formaggio semi stagionato, spiedino di cervo, mini hamburger di vitello con paté di fegato, salsiccia di Ronda cotta nel vino, bocconcino di maiale con roquefort, baccalà affumicato con gazpacho, salsiccia al vino, spiedino magro d’anatra e formaggio di capra. Tutto accompagnato da 4 birre per una spesa di soli 20 Euro! Era tutto molto buono e se proprio dobbiamo consigliare qualcosa in particolare, non perdete la salsiccia di Ronda, il baccalà e pure il tenero Bambi non era male 😛
Dopo questo gran pieno c’è bisogno di una bella passeggiata digestiva e la facciamo nella villa comunale di fronte all’hotel, in attesa di goderci la nostra super camera piena di comfort: l’ideale dopo una giornata di macchina, di scarpinate, di sole e polvere che ci ha lasciato stanchi e accaldati ma sorridenti. Sì, Ronda non sarà celebre come Granada, Cordoba, Siviglia, Madrid, Barcellona e altre città spagnole, ma merita decisamente una visita!

Quanto abbiamo camminato oggi? 7 km

08/10 Ronda – Malaga (102 km)

Oggi è l’ultimo giorno on the road ma prima facciamo ancora un giro in centro per comprare delle paste fresche e fare una bella colazione in camera in vista della partenza.
La tappa di oggi è la più breve, solo un centinaio di chilometri che sfilano via in un paio d’ore. Quando abbiamo prenotato l’auto online abbiamo programmato tutto per bene: ritiro in aeroporto ma riconsegna in stazione, così abbiamo impostato il navigatore sulla stazione María Zambrano e praticamente ci siamo “accompagnati” in pieno centro e a due passi dal nostro hotel, scelto strategicamente. Così, dopo 6 giorni e 646 chilometri, riempiamo il serbatoio (33 Euro, gasolio a 1,08 Eu/litro) e restituiamo la nostra Peugeot 308.
L’Hotel Guadalmedina è su un grande canale che divide in due Malaga, in una posizione perfetta per visitare la città. Restiamo in stanza il tempo necessario per lasciare i bagagli, renderci conto che stasera ci aspettano sei metri quadrati di letto e raccogliere informazioni per le prossime escursioni. Poi siamo subito in strada per visitare il centro storico, la cattedrale, il teatro romano e l’adiacente Alcazaba.
Ora non me ne vogliamo i fan di Malaga se sarò sbrigativo ma… chiudere questo viaggio qui, dopo le meraviglie viste nei giorni scorsi, è stato un po’ deludente. Diciamo che Malaga è diversamente bella 😉
Siamo entrati nell’Alcazaba (2.20 Euro, e già il prezzo la dice lunga…), abbiamo ritirato la mappa in italiano e constatato che forse pompano un po’ troppo pretenziosamente questa attrazione, osando addirittura un paragone con l’Alhambra, sacrilegio! Il confronto è impietoso, meglio introdurre il palazzo più modestamente e non generare grandi aspettative soprattutto per chi ha già visitato Granada. Ci sono un paio di ingressi interessanti, un corso d’acqua che vale una foto e qualche belvedere da cui non si scorge neppure un panorama decente perché il porto di Malaga è semi-industriale: ci attraccano navi da crociera e traghetti per le isole, vero; ma ci sono anche tramogge e silos orrendi che deturpano il paesaggio. L’antico teatro romano è visibile dall’esterno, buono per un paio di scatti fotografici, come la facciata della cattedrale, la Manquita, chiamata così per via della sua torre e mezza: un torre fu completata e un’altra no per insufficienza di fondi, e così è rimasta monca.
Lasciamo il centro storico, raggiungiamo i giardini del comune, ben curati, e procediamo verso il quartiere balneare: la Malagueta. Mah! Avrà avuto sicuramente giorni migliori, presumo tra gli anni ’70 e ’80, almeno a vedere lo stile degli orrendi palazzi che affacciano sul mare. La spiaggia non è niente di che, anzi, ci sono punkabbestia che aizzano cani e si minacciano con cocci di bottiglie rotte; per questo restiamo il tempo necessario per qualche foto a uno stormo di pappagallini sporchi come la sabbia di riporto che becchettano e rientriamo verso il centro, lungo il Paseo de la Farola e il Palmeral de las Sorpresas, due moli moderni e ben attrezzati che rendono gradevole la passeggiata e salvano in corner la Malagueta.
Visto che c’è poco da vedere, dedichiamo le ultime ore del viaggio ai souvenir e al cibo, e per combinare le cose entriamo nella gastronomia Jamones Salamanca e compriamo prosciutto e formaggio da portare a casa. Dopo inizia la ricerca del locale giusto per cenare, cosa che si rivelerà complicata di sabato sera e senza una prenotazione. Le nostre scelte principali, nella zona del Teatro de Cervantes, ci hanno rispedito indietro e quindi abbiamo iniziato a vagare cercando delle alternative, armati solo di intuito e delle recensioni di TripAdvisor. Quello che ci premeva era evitare le moltissime trappole per turisti del centro storico, una missione davvero difficile! Gira e gira alla fine ci troviamo davanti alla Bodeguita El Gallo che ha richiamato la nostra attenzione, rustica al punto giusto è stata una scelta davvero fortunata per chiudere in bellezza il viaggio in Andalusia e il soggiorno a Malaga, perché abbiamo mangiato benissimo: due San Miguel, la birra di Malaga, polpette in salsa di mandorle, lombatina di maiale al whiskey e per finire flamenquines di manzo con formaggio e prosciutto, e crocchette con coda di toro.
Spendiamo 34.20 Euro e torniamo in hotel soddisfatti, il miglior ricordo di Malaga sarà proprio questa cena! 😉

Quanto abbiamo camminato oggi? 13 km.

09/10 Malaga – Roma

L’ultimo giorno c’è sempre molto poco da dire, abbiamo fatto una gran colazione sì. Però basta con la descrizione delle cose da mangiare! 🙂
Piuttosto voglio lasciare le istruzioni per raggiungere l’aeroporto di Malaga e le impressioni finali di questo viaggio.
Allora, dalla stazione centrale Maria Zambrano bisogna prendere la metro leggera C1 e con 10 minuti di tragitto e una spesa di 1.80 Euro arriverete a destinazione.
L’Andalusia si conferma ancora una volta magnifica, da esplorare, vivere e mangiare. Tra il primo viaggio in Andalusia e questo abbiamo visto in tutto 10 località andaluse e possiamo dire che Siviglia e Granada sono una spanna sopra tutte. Cordoba le segue a ruota con la sua magnifica Mezquita. Poi c’è l’insolita Gibilterra che merita attenzione per le sue particolari condizioni british e la rocca popolata di scimmie; Cadice per il mare, insieme alle piccole Sanlucar de Barrameda, El Puerto de Santamaria e Nerja. Infine Ronda, per lo spettacolo geologico. Ne manca una? Giusto! Malaga. Be’, non si può sempre dire bene di tutto. Quindi se proprio dovessi pensare a una località andalusa dove non tornerei, s’era capito già: è proprio Malaga! 😉

Ma alla fine, quanto abbiamo camminato? 50,1 km

Note
Hotel prenotati su Booking
Guida di riferimento: Andalusia di Lonely Planet disponibile su Amazon
Libro letto su Kindle: Shantaram di Gregory David Roberts

TOP 5 Diari di viaggio: pronti a partire?

India, USA, Spagna, UK e Russia
India, USA, Spagna, UK e Russia: cinque destinazioni da non perdere!

 

Quest’anno niente ferie lunghe a settembre!

Un po’ di cambiamenti in corso nella vita privata e professionale ci costringono a programmare più partenze brevi e quindi il viaggio che avevamo in testa, subisce un rinvio. Per ora.
Stessa situazione del 2013 quando andammo in Andalusia e fu una settimana magnifica, così tanto che a distanza di tre anni stiamo per tornarci per visitare altre località di questa regione stupenda della Spagna.
Come in passato, prima di pubblicare il prossimo diario di viaggio voglio condividere quali sono i reportage più letti nell’ultimo anno.
E così, dopo la TOP 5 del 2015, arriva la nuova classifica. Qual è stato il diario di viaggio più letto?
Scopriamolo insieme…

 

Scende di tre posizioni ma resta nella TOP 5
5) Diario di viaggio a Bristol, Bath, Salisbury e Stonehenge
Avete mai pensato che in UK ci sono altre città da vedere oltre Londra?
Ecco, atterrate a Bristol e seguite questo itinerario per vedere la cattedrale di Salisbury, fare un bagno nelle terme di Bath e ammirare i dolmen di Stonehenge.

 

Guadagna un posto, una destinazione sempre desiderata. E infatti… 😉
4) Diario di viaggio in Andalusia
Quando si ha poco tempo e poco budget a disposizione l’Andalusia è sempre una grande risorsa per un viaggio all’insegna di cultura, gastronomia e paesaggi spettacolari.

 

Una new entry per il gradino più basso del podio
3) Diario di viaggio USA: Florida, Savannah, New Orleans e New York
Fly and drive perfetto per un viaggio on the road: si atterra a Miami per vedere le principali località della Florida, da Key West a Orlando. Si sconfina in Georgia per ammirare la splendida Savannah e poi si torna in Florida per percorrere la Costa Smeralda fino a New Orleans, in Lousiana. Da qui, aereo per New York e Grande Mela tutta da scoprire!

 

L’anno scorso non aveva avuto abbastanza tempo per classificarsi. Ma sapevamo che con un po’ di pazienza ce l’avrebbe fatta!
2) Diario di viaggio in India: Varanasi, Agra, Jaipur e Delhi
Mistico, spirituale, avventuroso, divertente, un viaggione indimenticabile. A noi piace miscelare i comfort e l’avventura, le località turistiche note e quelle da esplorare, così abbiamo visto il Taj Mahal ad Agra e il Chand Baori nel villaggio di Abhaneri, abbiamo navigato sul Gange, visitato i Gath di Varanasi e raggiunto la piccola Sarnath, uno dei quattro luoghi sacri del buddhismo. E poi la città rosa e i templi di Jaipur e il caos di Delhi. Da fare!

 

1) And the winner is… per la seconda volta!
Diario di viaggio a Mosca e San Pietroburgo
Ottenere il visto per la Russia non è proprio la cosa più pratica del mondo, ma una volta fatte le scartoffie vale la pena visitare almeno queste due destinazioni!
Il Cremlino, la Piazza Rossa e San Basilio a Mosca si confrontano con l’Ermitage, i palazzi e i canali di San Pietroburgo. Chi vincerà? Voi, se andate a vederli!

 

Ci rivediamo a Ottobre con il nuovo diario di viaggio dedicato all’Andalusia, questa volta toccherà alle città di Granada, Cordoba, Ronda e Malaga.

 

PS: si parla sempre dei migliori, ma vogliamo dire anche qual è il diario di viaggio meno letto? Purtroppo non è difficile immaginarlo e spiegarsi perché è stato letto solo 4 volte in un anno!
Peccato, è un luogo bellissimo. Quindi, se ora non ve la sentite di andare a Istanbul, potete sempre “leggerla” 😉