Categoria: Reportage

Diario di viaggio a Skiathos

Sky Sea Resort, Kechria Beach, Monastero di Panagia Evangelistria
Skiathos dalla piscina del resort, tramonto a Kechria Beach e Monastero di Panagia Evangelistria

Alla fine ci siamo riusciti!
Qualche anno fa il nostro amico Paolo ha aperto con la sua famiglia un resort bellissimo sull’isola greca di Skiathos e sin dal primo giorno ci ha invitato. Quest’anno gli abbiamo fatto una sorpresa e ci siamo presentati al gran completo, finalmente ospiti del meraviglioso Sky Sea Resort.
Le foto viste online e sui social erano già molto convincenti ma una volta sul posto abbiamo verificato che è addirittura più bello. E poi l’isola, in buona parte ancora selvaggia e con spiagge incantevoli da scoprire, è stata davvero una sorpresa.
Sì, Skiathos ci è entrata nel cuore e quando ci piacerebbe tornare in un luogo visitato, vuol dire che è andato tutto alla grande!

10/07 Gaeta – Skiathos

Partiamo da Gaeta alle 10:30 e arriviamo alle 12:00 al parcheggio scelto, Sorrentino Parking (8 giorni, 80 Eu, al coperto e con chiavi in valigia. Per me il miglior parcheggio possibile a Capodichino).
La navetta parte subito e arriviamo all’aeroporto di Napoli in 10 minuti, qui scopriamo che l’aereo previsto alle 14:00 partirà con 50 minuti di ritardo. Pazienza! Staremo un po’ più tempo in giro nel duty free e così passiamo dalla pasticceria Bellavia a comprare 8 sfogliatelle frolle e ricce (20 Eu).
Arriva il momento dell’imbarco, le bimbe sono elettrizzate e difatti non dormiranno per tutto il volo che passa via rapido, così rapido che recupera una parte del ritardo e dopo un’ora e dieci minuti atterriamo sulla pista del minuscolo aeroporto di Skiathos. Il corridoio aereo che precede l’atterraggio è il più spettacolare mai visto, o meglio: l’avevamo visto solo su Internet…
Ritiriamo i bagagli, mettiamo le lancette avanti di un’ora e ci dirigiamo verso l’uscita dove ci aspetta il nostro amico Paolo con il più classico dei cartelli di benvenuto: “Mr. De Luca”. Dopo un rapido scambio di battute e abbracci, carichiamo le valigie sul pick-up e percorriamo i 10 minuti che ci separano dallo Sky Sea Resort.
Durante il tragitto Paolo ci inizia a mostrare un po’ di riferimenti che ci aiuteranno a orientarci nei prossimi giorni e ci porta al Masoutis Super Market per fare un po’ di spesa. Compriamo beni di prima necessità per colazione e pranzo, e spendiamo 83.49 Eu.
Iniziamo a capire che sarà difficile chiedere e trovare alimenti senza glutine, specie per leggere le etichette che spesso sono scritte in greco. Quindi dobbiamo avvalerci della traduzione di persone del posto e dell’immancabile aiuto dello smartphone.
Con le borse piene di pita, succhi, yogurt, cereali, formaggi e birra Mythos, arriviamo al resort in tempo per goderci un rinfrescante tuffo in piscina proprio davanti al tramonto. A cena conosciamo il direttore Luca e mangiamo tutti insieme con il delivery di Las Ramblas (Double smashed burger per me e Tacos per Fede).
Siamo stanchi e anche le bimbe hanno scaricato finalmente le batterie, quindi dopo un tradizionale ouzo andiamo tutti in stanza. Sarà una settimana lunga e interessante, intanto non è stato affatto male il nostro arrivo a Skiathos e al resort.

Quanto abbiamo camminato oggi? 3 km

11/07 Skiathos Sky Sea Resort

La prima giornata a Skiathos abbiamo deciso di passarla in totale relax.
Resteremo qui una settimana, c’è tempo per le escursioni e quindi lasciamo che le bimbe si ambientino. Ci svegliamo con calma, facciamo colazione e poi andiamo in piscina.
Durante il mattino faccio un giro con Paolo per vedere altre ville e angoli del resort e poi ci spostiamo tutti nell’area kids, dove ci aspetta una piscina a misura di bambini. Ma non solo, perché sul pavimento antiurto ci sono anche le altalene panoramiche, il jumping e uno scivolo che ovviamente finisce in acqua!
Risaliamo a preparare un piatto di pasta con pomodoro e basilico freschissimi e rigorosamente coltivati nell’orto davanti al mare, a completa disposizione degli ospiti del resort.
Dopo il riposino di I. scendiamo verso il porticciolo e la spiaggetta adiacenti alla pista d’atterraggio dell’aeroporto. Troviamo già un gruppetto di turisti che aspetta il prossimo volo in arrivo e ci uniamo trepidanti all’attesa del jet. L’aereo si avvicina velocissimo e passa sopra le nostre teste così vicino che sembra di poterlo toccare. Abbiamo immortalato anche noi un’immagine iconica che avevamo già visto su Internet: il luogo è diventato una delle attrazioni di Skiathos, così tanto che ci sono diversi cartelli che invitano alla prudenza e a non avvicinarsi troppo per evitare gli effetti delle turbolenze prodotte dagli aerei in fase di atterraggio.
Subito dopo andiamo a scaricare l’adrenalina nel vicino Sklavenitis Super Market, più grande e meglio organizzato di quello visitato ieri. Facciamo ancora un po’ di spesa (20 Eu) e poi torniamo in hotel per la cena.
Sul volo che abbiamo visto atterrare c’erano anche Linda, Andrea e la piccola A. in arrivo dall’Italia. Così le nostre bimbe trovano un’altra compagna di giochi e suggelliamo le nuove amicizie con una cena tutti insieme. Andrea e io scendiamo in scooter da Alexandros per ordinare gyro pita con maiale o pollo per tutti (completi con pomodori, patatine, cipolle e salsa greca, 4 Eu) e poi dopo un po’ di TV per le bimbe e chiacchiere per i grandi, tutti a fare la nanna!

Quanto abbiamo camminato oggi? 2,7 km

12/07 Skiathos – Agistros

Oggi ritiriamo la nostra preziosa Panda 4×4 e usciamo per la prima volta in esplorazione.
Definisco preziosa la Panda perché Skiathos è l’isola più verde della Grecia e conserva questo primato proprio perché non è stata (ancora) del tutto urbanizzata, quindi per raggiungere la zona Nord si devono attraversare piste sterrate e tratti sabbiosi. Questa protezione fornita dall’ambiente ci permetterà di vedere spiagge semi-deserte che sono dei veri gioielli.
La nostra prima escursione prevede circa mezz’ora di macchina, una buona parte da percorrere all’interno della foresta di Mandraki.
Una volta parcheggiato in cima al promontorio vediamo dall’alto il sentiero che ci aspetta per raggiungere il mare più in basso; ci troviamo su un istmo che separa Elia Beach dalla spiaggia che abbiamo scelto e che dà il nome all’intera baia: Agistros.
Dopo una bella scarpinata ci avviciniamo alle due uniche file di ombrelloni che ci sono su tutta la spiaggia, scegliamo il nostro posto e dopo un po’ arriva il gestore che ci rilascia la ricevuta per il noleggio: 10 Eu compresi i due lettini. Incredibile!
Giochiamo un po’ con la sabbia, facciamo la doccia e ci spostiamo a mangiare nella taverna sul mare: insalata greca con feta, una salsiccia con patate, acqua e birra alla spina (26 Eu). Dopo pranzo torniamo sotto l’ombrellone per un riposino e poi facciamo un lungo bagno nelle acque calde e pulite.
La risalita è un po’ complicata ma riusciamo a farla senza problemi, con le bimbe che dimostrano resistenza e tenacia, poi torniamo al supermercato Sklavenitis per comprare gelati senza glutine che finalmente riusciamo a trovare in vaschette formato famiglia e in tanti gusti diversi: amarena, stracciatella, pistacchio e cioccolato (23.88 Eu). Dopo raggiungiamo tutto il gruppo per il barbecue della famiglia Coiro con papà Orazio al comando della griglia. Mangiamo agnello, maiale, pollo, insalata di pomodori e verdure arrosto: melanzane, peperoni e zucchine… ovviamente tutto prodotto dall’orto a chilometro zero.

Quanto abbiamo camminato oggi? 1,8 km

13/07 Skiathos – Monastero di Panagia Evangelistria

Oggi il programma dell’alternanza prevede una mattina di relax, da trascorrere di nuovo tra le piscine del resort, per grandi e piccoli.
Dopo il pranzo e il sonnellino carica-batteria, alle 18:00 andiamo a fare la tanto attesa escursione al sito religioso e storico più bello dell’isola: il Monastero di Panagia Evangelistria.
Skiathos è sicuramente nota per le sue spiagge e la natura incontaminata ma questo monastero del 1700 merita decisamente una visita. Per i greci è importante perché proprio qui, nel 1807, venne disegnata la prima bandiera greca e l’area adiacente alla chiesa bizantina conferma anche ai turisti di oggi la solennità del luogo. Tutto è organizzato con scrupolo e attenzione agli elementi naturali e architettonici che costituiscono il monastero: le stradine di collegamento, gli ingressi degli edifici, i monumenti, tutto è circondato da fiori e alberi curati con attenzione e gusto. Sembra di essere in una cittadella distante anni luce dal porto, dal centro e dalle spiagge, mentre invece siamo a pochi chilometri. Questa atmosfera, dove anche i pavoni, i gatti e tanti uccellini colorati sono parte dello scenario, è sicuramente merito dei monaci ortodossi che si aggirano laboriosi tra gli sparuti gruppetti di turisti stupiti che si sono spinti fin quassù, e che ammirano flemmatici le cupole di ardesia della chiesa e vagano nei sentieri ombrosi alla ricerca di refrigerio.
Dopo la visita riprendiamo l’auto e parcheggiamo vicino al porto per raggiungere a piedi il ristorante Kalo Pigadi per cena, nel tragitto passiamo davanti alla taverna Marmita e ci fermiamo un attimo per confermare la nostra prenotazione già fatta online per dopodomani. Questa sosta ci fa capire che si tratta di un bellissimo locale, dicono che sia il migliore dell’isola soprattutto per la cucina. Peraltro l’unico certificato per i pasti senza glutine.
Bene, lo proveremo presto! Intanto pensiamo a questa sera: dopo pochi metri troviamo il nostro Kalo Pigadi che ci apparecchia un bel tavolo esterno e ordiniamo frittelle di gamberi e seppioline fritte, feta fritta con birra Repi, una scura prodotta proprio a Skiathos, e l’ormai immancabile Mythos. Mangiamo bene, conduzione familiare, molto gentili. Paghiamo 60 Eu e ci rivedremo perché dimentichiamo a tavola un contenitore delle bimbe e ce lo terranno da parte fino al giorno in cui torneremo a ritirarlo, in occasione della cena da Marmita.
Kalo Pigadi si trova al termine di Papadiamantis Street, strada intitolata allo scrittore greco che ha vissuto qui. Questa è la via notturna per eccellenza, piena di locali, bar, gelaterie e tanti, tantissimi negozi di souvenir. Ovviamente è anche molto affollata, noi la percorriamo tutta fino al porto e facciamo un primo sopralluogo per vedere cosa acquistare al termine della vacanza.
Il sabato sera dell’isola sta per decollare su Papadiamantis Street, si sente adrenalina nell’aria, lo percepisci dai tanti giovani cotti dal sole che si preparano a fare festa proprio mentre noi ci prepariamo a tornare allo Sky Sea Resort.
Sono solo le 22:00 ma è tempo di lasciare agli altri le ore piccole, noi abbiamo le nostre piccole da mettere a letto.

Quanto abbiamo camminato oggi? 5 km

14/07 Skiathos – Megalos Aselinos e Kechria Beach

Stamattina Fede in versione sergente Gunny ci butta giù dal letto e dopo gli esercizi per la schiena, colazione, toilette, vestizioni e spalmate di crema, alle 9:30 siamo in strada per la spiaggia di Megalos Aselinos.
La troviamo ancora più bella della prima e sicuramente più facile da raggiungere. Arriviamo che è mezza vuota e quando andiamo via alle 12:30 si è riempita per le consuete due file e mezzo di ombrelloni; è pur sempre domenica, quindi pienone oggi!
Anche qui spendiamo gli incredibili 10 euro per ombrellone e due lettini, poi dopo bagni e giochi, andiamo a fare un po’ di spesa per pranzare al resort.
Nel pomeriggio ci dedichiamo alle piscine e poi ci prepariamo per un appuntamento che attendiamo dall’inizio del viaggio: vedere il tramonto sulla spiaggia a Kechria Beach, e poi cenare alla taverna Tarsanas.
Superata qualche piccola difficoltà sul tratto sterrato finale, arriviamo puntualissimi per vedere il sole tuffarsi nel mare. Sarà questa l’esperienza più bella che ricorderemo di questo viaggio: i colori incredibili, i tentacoli di polpo stesi a essiccare, il prato e gli ulivi vicino al mare, dove le bimbe giocano tutta la sera, e la tavola apparecchiata solo per noi sotto gli alberi.
Per quella che sarà la cena migliore del viaggio siamo sette adulti e ordiniamo un mix di antipasti tra cui l’immancabile polpo arrosto e i pomodori fritti con feta, un chilo di scampi arrosto e soprattutto un dentice da 2,2 chili fresco e pescato la mattina a Skiathos. Spendiamo 320 Eu e da bere ordiniamo l’ottimo Antithessi di Parissis, una casa vinicola che sorge proprio vicino il nostro resort.
Facciamo notte, le bimbe crollano e sulla strada disconnessa del ritorno si perdono un paio di lepri che si affacciano sulla strada per darci la buonanotte.

Quanto abbiamo camminato oggi? 2,7 km

15/07 Skiathos centro

Siamo verso la fine del viaggio e ancora non abbiamo visto un parchetto e il centro “alto” della città. Decidiamo di colmare questa lacuna e dopo aver lasciato la macchina nel parcheggio vicino al cimitero, prendiamo la stradina che costeggia una serie di affacci panoramici che offrono una vista spettacolare del mare e della costa. Proprio qui troviamo un parchetto che, a vedere le foto su Google Maps, un tempo doveva essere stato molto bello ma a causa dei soliti vandali è stato riconvertito a funzioni più ginniche che ludiche. Un vero peccato per i bambini.
Dopo qualche altalena, la nostra passeggiata procede e tra fontane fresche e gatti da inseguire ci perdiamo consapevolmente nel dedalo di vicoli. Le abitazioni sono tutte vicine, le porte aperte, molte ospitano turisti e sono curatissime: balconcini, persiane, piante e decorazioni. Tutto offre una vista d’insieme armoniosa e affascinante, ogni tanto su questi scorci già caratteristici, si aggiunge lontano il lampo azzurro del mare.
Arriviamo fino allo slargo della Chiesa della Natività di Maria e da qui ripartiamo per tornare alla macchina, attraverso altri viottoli ombrosi, altri panorami e profumi mediterranei.
A pranzo ci fermiamo al resort con gli altri, poi ci spostiamo nella piscina per i bimbi e quando il sole dà un po’ di tregua torniamo verso il centro, parcheggiamo sempre nelle vicinanze del porto e raggiungiamo l’attesissimo Marmita.
Che dire, forse avevamo troppe aspettative ma le cose non sono andate esattamente come speravamo. Almeno per quanto riguarda il servizio perché a mangiare abbiamo mangiato molto bene, per carità! Solo che la famosa certificazione senza glutine è stata una delusione perché non avevano pasta a causa del loro fornitore che da sette giorni non portava nulla. Ma noi l’abbiamo spiegato durante la prenotazione online e anche di persona, quando siamo passati due giorni prima: era per una bambina e hanno preso grandi appunti su tablet immacolati. A cosa è servito? La pasta senza glutine l’abbiamo trovata facilmente in tutti i supermercati, se volevano dare attenzione al cliente non dovevano aspettare il fornitore ma provvedere in qualche modo. Aggiungiamo poi l’errore nelle comande che ha prodotto una lunga attesa e un capello nella mussaka, così la serata si è trasformata in una sorte di congiura che non mi ha messo di buonumore.
Ma dico: perché mentre ordino fate gli strafichi, mandate a memoria le comande e poi portate le cose sbagliate? Scrivete alla vecchia maniera, è più facile per tutti.
Locale molto bello, curato nei dettagli, all’aperto e ventilato, con un menu interessante da cui scegliamo dei pomodori fritti (consigliati da Linda), cosce di pollo marinate con limone e origano, piatto senza glutine, una Soutzoukakia (polpette speziate e grigliate, servite con insalata e pita) e una mastodontica mussaka buona e pesantissima. Abbiamo bevuto acqua e birra e sul conto hanno cercato di rimediare alle défaillance della serata, infatti abbiamo pagato solo 77 Euro e ci hanno offerto anche tre dessert ottimi (ganache di cioccolato con sale e olio, creme caramel e crema catalana). Finale agrodolce, un po’ come l’intera esperienza.
Ci rifacciamo con lo shopping su Papadiamantis Street; per gli acquisti “battezziamo” lo store al civico 37 e compriamo i nostri grandi classici: bracciali, t-shirt, calamite, pallina di Natale e vestitino (39.50 Eu). Ma non è finita, perché domani ci aspetta l’ultimo giorno sull’isola e sicuramente ci sarà altro da comprare…

Quanto abbiamo camminato oggi? 5,6 km

16/07 Skiathos – Mandraki Beach

L’ultimo giorno completo a Skiathos lo passiamo alla scoperta di una nuova spiaggia che sarà anche la nostra preferita al termine del viaggio, precisamente quella di Mandraki.
Per arrivare percorriamo la stessa strada fatta per andare il primo giorno ad Agistros, solo che per la nuova destinazione ci addentriamo letteralmente nella foresta di pini seguendo degli sterrati poco battuti. Incontriamo qualche capra selvatica e a un certo punto una specie di parcheggio con macchine posizionate tra gli alberi. Il sentiero diventa sempre più stretto ma decidiamo di tentare il tutto per tutto e andiamo ancora avanti, oltre una curva a gomito ci aspetta una ripida discesa sabbiosa che porta… direttamente alla spiaggia!
La fortuna ha premiato la nostra audacia perché c’è un piccolo parcheggio con un ultimo posto libero che aspetta solo noi. Lasciamo la fedele Panda 4×4 proprio sotto il cartello con il nome della spiaggia e come al solito occupiamo un ombrellone con due lettini, e come al solito dopo un po’ arriva una signora a prendere i soliti 10 Euro del noleggio. Ha un metodo tutto particolare per ricordare chi va e viene, segna i nomi delle bimbe su un foglietto così se al prossimo giro di perlustrazione non dovesse trovare sotto l’ombrellone D. e I. sa che sono arrivati nuovi clienti.
Per pranzo abbiamo portato del pollo fritto e quando finiamo l’acqua vado a comprarla nella taverna vicina, all’incredibile costo di 50 cents (successivamente mi spiegheranno che, per un bene primario come l’acqua, i gestori hanno prezzi imposti e non può costare più di 60 cents).
Facciamo lunghi bagni nel mare limpido, pieno di pesci (occhiate) e con il fondo più sabbioso rispetto alle altre spiagge. Passiamo una bella giornata tra relax sotto l’ombrellone e a mollo, poi sulla strada del ritorno scopriamo per puro caso un posto da segnalare.
Attratti come falene da due enormi Pikachu gonfiabili a ridosso della strada principale, le bimbe impongono una sosta al Super Market Koukounaries. Prende il nome dall’antistante spiaggia più famosa dell’isola ma che noi, dietro consiglio, abbiamo evitato: è la più grande e attrezzata. Sicuramente anche questa molto bella ma decisamente più frequentata delle altre, con barche e intrattenimento per i turisti (qui ombrellone e due lettini costano 30 Euro).
Ma torniamo al supermarket, perché qui facciamo l’ultima grande spesa (111 Euro) in buona parte di souvenir per casa e per la tradizionale cena del ritorno. Quindi nel carrellino finiscono spezie, salse, dolcetti al miele, ouzo, olio, sportine, pochette, teli per il mare e alcuni accessori di ceramica. La cosa notevole, da segnalare, è che troviamo un assortimento molto più vasto di cibi senza glutine rispetto ai supermarket più grandi e centrali. Addirittura c’è la pasta Felicia e i tortellini sottovuoto di marche che normalmente compriamo in Italia! A saperlo avremmo fatto più spese qui. Prima del conto finale, passiamo in cassa anche l’ormai famigliare confezione di birra Mythos da portare al resort per l’ultima cena con i Coiros.
Per i saluti offriamo noi un “giro” di gyropita da Alexandros.

Quanto abbiamo camminato oggi? 1,6 km

17/07 Skiathos – Napoli – Gaeta

Il giorno della partenza è anche l’ultimo giorno che le bimbe trascorreranno con la nuova amichetta A.
Lasciamo che passino gli ultimi momenti insieme, tra pittura, giochi, jumping e la piscina dell’angolo kids. Noi intanto prepariamo le valigie, pronti a mettere in archivio questa prima vacanza di una settimana insieme al mare dopo il breve viaggio a Valencia di aprile scorso. Piano piano riprendiamo il ritmo…
Ci è piaciuta molto Skiathos, lo Sky Sea Resort e l’accoglienza di Paolo e di tutte le persone con cui abbiamo condiviso spazi e trascorso del tempo: Luca, Orazio, Andrea e Linda su tutti. Ci rivedremo sicuramente quando a fine stagione torneranno in Italia.
Prima di tornare a casa c’è ancora tempo per un piccolo regalo che D. vuole fare a Fede all’aeroporto di Skiathos e poi per un giro al Centro Campania appena atterriamo. E che non lo vuoi comprare un altro dinosauro?
Siamo proprio cotti ma non abbastanza da rinunciare alla pizza di Napoli, solo dopo siamo pronti per tornare a Gaeta. Alla nostra CasaBella.

Ma alla fine, quanto abbiamo camminato? 27 km

Note
Libri letti su Kindle: I dodici segreti di Robert Gold e The Pilgrim di Terry Hayes

Diario di viaggio a Valencia

Incontri ravvicinati al Museo Oceanografico e al Bioparco di Valencia
Rinoceronti al Bioparco di Valencia, il Museo Oceanografico e incontri ravvicinati tra mani e pinne

Il mio conto alla rovescia è finalmente finito!

Dopo 4 anni, 3 mesi, 2 figlie e 1 pandemia è il momento di riprendere a fare una cosa che mi è sempre riuscita bene nella vita: viaggiare!
Per rimettere piede fuori casa e iniziare la nuova esperienza di viaggiatori-genitori, abbiamo pensato a Valencia: un luogo con cultura e gastronomia molto simili alle nostre. Non troppo grande, servita bene, con tanti parchi, piste ciclabili e un museo oceanografico meraviglioso.

15/04 Roma-Valencia

Come sempre abbiamo giocato d’anticipo e a gennaio, all’apice dell’espansione dei virus scolastici, abbiamo incrociato le dita e scommesso su aprile per sperare in un viaggio in piena salute. Abbiamo acquistato i biglietti su Ryanair con una spesa complessiva di 500 Euro; le bimbe hanno pagato una tariffa normale e abbiamo scelto di imbarcare un paio di bagagli da stiva (10 chili) visto che porteremo con noi anche il passeggino (gratis). La cifra finale include anche una novità assoluta per noi: un’assicurazione in caso di mancata partenza. E per poco non la sfrutteremo!
Proprio così, dopo una settimana in perfetta salute, D. si sveglia e pronuncia la parole più temute: “Ho freddo”. Misuriamo la febbre e il 38.8 del termometro ci atterrisce. Con i preparativi abbondantemente conclusi e le valigie pronte, facciamo un tentativo estremo: un passaggio dal nostro pediatra che proprio questo giorno è di turno vicino a noi.
Per fortuna ci rassicura sul fatto che molto probabilmente è una reazione allergica e ci dà una terapia da iniziare subito. Allora decidiamo di forzare un po’ e partiamo decisi verso Roma, anche se con un’ora di ritardo rispetto al previsto.
Complice il lungo tragitto da percorrere, all’arrivo otteniamo la prima soddisfazione: già al parcheggio Alta Quota (4 giorni, 22 Euro) la piccola D. sembra nuova di zecca. I bambini hanno una capacità di recupero incredibile, io con 38.8 avrei iniziato a dettare le ultime volontà…
La navetta ci porta verso i terminal e per le bimbe inizia qualcosa di completamente nuovo e diverso, per noi è una sorta di ritorno alla “normalità” ma capiamo subito che in questi 4 anni il mondo è andato avanti e sono cambiate molte cose. E sinceramente non rimpiango questo lungo stop causato (anche) dalla pandemia: viaggiare tra restrizioni, regole, quarantene, non sarebbe stato affatto facile e non mi sarebbe piaciuto.
Le differenze più importanti rispetto al mio ultimo volo? A Fiumicino ci dicono che posso portare a bordo fino a tre litri di liquidi e, soprattutto, non devo più tirare fuori dallo zaino i dispositivi digitali. I nuovi scanner controllano tutto in meno tempo e con disagi minori per i passeggeri.
Alle bimbe piace l’atmosfera caotica dell’aeroporto: hanno le loro belle valigie cavalcabili, vedono tante persone, negozi e ogni tanto si lanciano in qualche playground strategico.
Quando arriva il momento dell’imbarco, però, si sfiora un altro psicodramma: non troviamo più Simpa, un piccolo dinosauro di gomma che ci segue ovunque. Siamo praticamente sul finger che ci porta dentro l’aereo quando chiedo alle hostess di poter uscire per una ricerca disperata. Ricerca inutile perché alla fine il buon Simpa si era “distrattamente” rifugiato nello zaino di Fede e aspettava solo di essere ritrovato!
Tutto è andato per il meglio, esattamente come il battesimo del volo per le bimbe: sono state attente e curiose in tutte le fasi. E dopo la perplessità causata dal rumore crescente del rullaggio, quando l’aereo si è staccato da terra ho visto dei sorrisi convincenti. Anche se poi il primo sguardo dal finestrino ha dato una spolverata di panico agli occhi. Dopo le rassicurazioni e la tranquillità trasmessa, va tutto alla grande fino a Valencia.
Le operazioni di sbarco vanno via veloci, ritiriamo le nostre comodissime valigie e seguiamo le indicazioni per la metro. Compriamo il biglietto che ci porterà verso il centro, direzione Marìtim, e a Guimerà facciamo l’unico cambio previsto per raggiungere Tùria, la nostra fermata di riferimento. In totale impieghiamo 30 minuti per arrivare dall’aeroporto all’hotel.
Per il nostro soggiorno abbiamo scelto l’Hotel Tùria, molto grande e ben posizionato: di fronte la fermata della metro, adiacente a due grandi centri commerciali, a 800 metri dal centro storico e soprattutto a ridosso del vecchio letto del fiume omonimo che attraversa e caratterizza Valencia. In seguito alle alluvioni, il fiume Tùria è stato deviato per proteggere la città e i vecchi argini oggi ospitano un parco enorme, verde e percorribile in bici per oltre 10 chilometri.
Abbiamo prenotato una junior suite per stare comodi e all’ottavo piano godiamo anche di una bella vista panoramica sulla città.
La giornata è stata piuttosto intensa e inizialmente burrascosa, adesso che siamo arrivati tranquilli ci possiamo rilassare e fare un giro al Corte Inglés vicino per poi fermarci a cena. La scelta ricade sul menu senza glutine di Burger King che in Italia non è ancora disponibile, spendiamo in totale 31,50 Euro per tutti e quattro e nonostante la giornata intensa le piccole alle 23:30 sono ancora belle arzille, mentre noi siamo stravolti dalla stanchezza.
Dai, per oggi basta così: tutti a nanna!

Quanto abbiamo camminato oggi? 4,4 km

16/04 Valencia (Museo Oceanografico)

Eccoci pronti per il primo giorno completo a Valencia! Il programma di oggi ha ispirato questo viaggio e siamo tutti eccitati, forse noi adulti anche più delle bimbe che vivono ogni cosa con naturalezza e fiducia cieca.
D. e I. non sono mai state delle dormiglione. Consideriamo questa caratteristica un difetto enorme, che ci toglie energie, ma certe volte torna decisamente utile. Per esempio quando abbiamo molte cose da fare e vogliamo iniziare presto: alle 9:00 siamo già tutti pronti e riuniti attorno al tavolo per la colazione.
Facciamo un bel pieno di energie, proviamo cose nuove e le bimbe si divertono molto a scegliere dal buffet e assaggiare il latte con il Nesquik. Tutto in sicurezza e con un angolo dedicato alle proposte senza glutine.
Siamo pronti per ritirare le bici prenotate dall’Italia sul sito Valencia Bikes, dobbiamo solo attraversare il ponte e raggiungere la rimessa.
Abbiamo scelto il noleggio per una giornata intera (due bici, 40 Euro), la consegna è veloce e bastano pochi minuti per inforcare il nostro nuovo mezzo di trasporto, assicurare le bimbe sui seggiolini, indossare i caschi e prendere la rampa che ci porta nel vecchio letto del fiume Tùria.
Da qui prendiamo la direzione del mare, ci separano quasi sei chilometri dalle grandi strutture di Calatrava che caratterizzano lo skyline di Valencia: Museo Oceanografico stiamo arrivando!
Prima però abbiamo da meravigliarci lungo la pista ciclabile ricca di vegetazione e costellata da punti di ritrovo, sculture, fontane, playground, campi da calcio, rugby, attrezzi ginnici e tanti prati dove le persone si riuniscono per mangiare, ballare, prendere il sole e fare esercizi. Un’idea bellissima nel cuore della città, molto apprezzata visto il numero considerevole di persone che troviamo a fare attività all’aperto.
Completiamo il nostro percorso con un passo lento, per goderci la bellissima giornata di sole e qualcuno alle nostre spalle si rilassa così tanto che ci scappa pure il pisolino in bici!
Non dobbiamo mai uscire dalla pista, perché l’intero complesso di Calatrava risiede nel letto del fiume. Quindi a un tratto si presentano davanti a noi i primi edifici di questa “città nella città” e passiamo in rassegna Il Palazzo della Arti Reina Sofia, l’Hemisferic e il Museo delle Scienze fino ad arrivare all’Oceanografico. In questi passaggi finali la cura degli spazi circostanti è ancora maggiore e i prati si alternano a grandi specchi d’acqua su cui affacciano le strutture, enormi e bianche. Ci fermiamo più volte a contemplare il sapiente gioco di riflessi e la veduta d’insieme che stupisce e incanta.
Siamo puntuali rispetto all’ora che abbiamo scelto per l’ingresso (dalle 12:00) e siamo già muniti di biglietti comprati online sul sito ufficiale (101,50 Eu), quindi lasciamo le bici, ritiriamo la mappa e ci prepariamo a iniziare la nostra visita dalle vasche dedicate all’Oceano.
Prima, però, una pausa-pranzo da Océanos (un self-service ibrido dove a ritirare i vassoi vuoti ci pensano dei robot) per mangiare (senza infamia e senza lode) nella veranda del ristorante, seduti davanti a un gruppo di pellicani e fenicotteri, una paella e un pollo arrosto con patate (31,60 Eu).
Con la pancia piena ci immergiamo letteralmente nell’atmosfera oceanica e circondati da grandi vetrate attraversiamo i tunnel che collegano le vasche piene di pesci enormi e squali. Poi ci spostiamo verso le acque più fredde per vedere i beluga inseguirsi e giocare con una boa, poi passiamo all’habitat Mediterraneo e infine, dopo aver salutato i simpatici pinnipedi, ci spostiamo verso i colori sgargianti dei mari tropicali.
Tutte queste “immersioni” mettono fame e così facciamo una pausa vicino ai leoni marini che si godono il sole davanti la gelateria Rompehielos dove le bimbe provano un orrendo gusto chicle (ufficialmente marshmellow) di Carte d’Or che fortunatamente in Italia non sembra ancora arrivato!
Alle 17:30 concludiamo la nostra visita e riprendiamo le bici per raggiungere la prossima, tanto attesa destinazione: il Parco Gulliver.
Inaugurato nel 1990 è un’idea formidabile: una gigantesca statua del Gulliver di Jonathan Swift, disteso a terra come nella scena iconica dei suoi viaggi avventurosi. E chi sono i lillipuziani che l’hanno catturato? Ma noi! Adulti e bambini che salgono sul gigante lungo 70 metri e tornano a terra utilizzando scivoli grandi e piccoli, larghi e stretti, alti e bassi che si trovano lungo tutta la superficie, dai capelli alle scarpe. Un divertimento… gigantesco!
Intorno alle 19:00 torniamo in hotel, lasciamo le bici in garage e decidiamo di restare a cena qui visto che le bimbe dicono di essere molto stanche. Anche se a quanto pare, però, hanno ancora le energie necessarie per scatenarsi in una ludoteca del vicino centro commerciale e saltare sugli elastici, arrampicarsi in un percorso a ostacoli, lanciarsi in uno scivolo che termina in una piscina di palline! Pensiamo di dover faticare di più per strapparle al divertimento ma si vede che anche loro hanno fame e non si lasciano pregare.
Oggi è l’ultimo giorno di una promozione infrasettimanale in hotel e ne abbiamo approfittato: bimbi gratis e buffet adulti a 18,90 Euro. Dopo aver ricevuto istruzioni sui cibi senza glutine, assaggiamo un po’ di cose e alcune sono molte buone: in particolare il filetto di salmone e la frittata di patate. La piccola I. è quella che osa di più e durante un sopralluogo sul buffet, una volta riconosciuta la forma non riesce a resistere: chiede un improbabile piatto di fusilli tricolore e così sfatiamo un tabù. Per la prima volta in famiglia abbiamo qualcuno che mangia pasta all’estero. Eresia!
La giornata è stata lunga e divertente, siamo tutti stanchi ma prima di dormire ci facciamo un bel bagnetto nella nostra maxi vasca.

Quanto abbiamo camminato oggi? 9,1 km

17/04 Valencia (Bioparco)

Se le bimbe sapevano sin dalla partenza dell’acquario che avremmo visto a Valencia, per oggi avranno una bella sorpresa perché la visita in programma è una novità anche per noi e si rivelerà una scelta molto adatta per passare una giornata all’aperto e intrattenere i più piccoli. Anticipo fin d’ora che per le nostre bimbe il ricordo migliore di Valencia, la “cosa più bella” vista qui, anche più dell’Oceanografico, sarà proprio questa: il Bioparc di Valencia.
Alle 8:00 facciamo colazione e poi scendiamo subito a prendere le bici per raggiungere un forno individuato in Italia dove fare una bella spesa per la pausa-pranzo: Panadería Baking Free – Artesana Sin Gluten è proprio dietro il nostro hotel e prepara pietanze belle e buone, dolci e salate. Oggi mangiamo tutti senza glutine!
Compriamo pizza, empanadas (vari gusti: tonno e cipolla, carne, formaggio) e qualche donuts molto invitante. Poi torniamo a restituire le bici, recuperiamo il passeggino in hotel e ci spostiamo di pochi metri verso una pensilina per aspettare il bus 95. Compriamo i biglietti a bordo (1,50 Eu) e ci facciamo dare un passaggio fino all’ingresso del bioparco. Il tragitto è breve e normalmente l’avremmo fatto a piedi ma con le bimbe è tutto diverso ed è meglio che conservino le forze per l’escursione e non per il collegamento.
All’ingresso paghiamo 80,40 Eu (a partire da quattro anni pagano un prezzo ridotto di 6 Euro rispetto al biglietto intero, gratis sotto i 4 anni) e dopo aver attraversato il ponte che passa sul bel Parco di Cabècera (siamo praticamente alla “sorgente” del fiume-parco Tùria) entriamo nella grande zona in cui sono riprodotti habitat africani.
Il percorso della visita è pensato molto bene ed è decisamente coinvolgente: tutto ruota intorno a un enorme spazio centrale che rappresenta la savana. Qui condividono gli spazi tanti animali (giraffe, struzzi, rinoceronti, zebre, gazzelle…) e il pubblico cammina intorno a questo grande ambiente seguendo i sentieri che si diramano lungo il percorso del perimetro, dove sul versante esterno ci sono altre piccole deviazioni per vedere altri animali in altri ambienti perfettamente ricostruiti.
Scegliamo il verso della nostra visita e seguiamo la mappa fino a una piccola zona pic-nic dove alle 14:30 ci fermiamo per mangiare. Il cibo che abbiamo comprato è ottimo, le bimbe gradiscono molto e dopo una banana mangiata in modalità giungla, riprendiamo la visita e ci dirigiamo verso la selva equatoriale per incontrare coccodrilli e gorilla.
Restiamo praticamente fino all’ora di chiusura e prima di andar via non può mancare l’acquisto di un souvenir nel fornitissimo bookshop. Ovviamente anche in questa occasione abbiamo la conferma che le nostre bellissime bimbe hanno gusti non propriamente mainstream: per loro non esistono leoncini, zebre e altri animaletti carucci. No, loro puntano subito i peluche di coccodrillo e gorilla! (38 Eu).
Torniamo a prendere il bus 95 per fare un pit-stop in hotel e uscire subito, alle 18:30, per un giro nel centro storico.
Per questi spostamenti più rapidi e dell’ultimo minuto scegliamo di muoverci in taxi, dalla stazione situata proprio davanti al ristorante dell’hotel. Bastano 8 Euro e 10 minuti per arrivare in Plaça de l’Ajuntamento, il cuore del centro di Valencia, e da qui percorriamo tutta Calle de Sant Vincent Màrtir, la strada principale che attraversa la città vecchia. Costellata di negozi e locali molto frequentati, attraversa Plaça de la Reina su un lato della quale sorge l’ingresso della Cattedrale di Valencia.
Dopo aver visto un paio di esibizioni di artisti di strada entriamo nella chiesa per ammirare gli interni e una cappella in cui è custodito, qui come in altre decine di luoghi sparsi in tutto il mondo, il Santo Graal ovviamente più autentico che ci sia.
Dopo la visita proseguiamo la passeggiata lungo i vicoli del centro storico fino a raggiungere Plaça de la Virgen (oggi denominata Plaça de la Mare de Déu) che ospita la grande fontana che rappresenta il fiume Tùria.
Ci piace camminare, quindi cambiamo marciapiede e rifacciamo il percorso nel senso inverso, fino alla piazza del municipio e proprio qui compriamo i souvenir. Dopo aver fatto un po’ di confronti, scegliamo El Salero per portarci a casa i nostri grandi classici: magneti, sportina e due t-shirt (23,30 Eu)per una nuova collezione tutta da iniziare.
Proprio vicino al negozio mangiamo da Hamburguesa Nostra una paninoteca buonissima dove anche le salse sono artigianali, trovata grazie all’app Gluto. Le bimbe restano sul classico cheeseburger ma noi ci concediamo uno Smash (enorme doppio cheeseburger, bacon, cipolla croccante, salsa cheddar affumicata) con un paio di pinte e dopo aver pagato il conto (59,50 Eu) prendiamo subito un taxi in piazza per tornare in hotel (7.75 Eu). Sono le 23:00 e siamo tutti distrutti!
Anche l’ultimo giorno a Valencia è andato, domani si torna a “Casa Bella” (come la chiama D.).
Ma prima…

Quanto abbiamo camminato oggi? 9,2 km

18/4 Valencia – Roma

Oggi è il giorno del ritorno in Italia ma siccome abbiamo combinato degli orari comodi per volare, abbiamo ancora un po’ di tempo per le ultime escursioni. Ci svegliamo un po’ prima per preparare le valigie e dopo l’ormai consueta, ricca colazione salutiamo e lasciamo i bagagli nella reception. Ci resterà un buon ricordo dell’hotel, non solo per la logistica ma soprattutto per le persone che si sono sempre impegnate per assistere le bimbe e farle sentire a casa.
Abbiamo poco tempo e idee chiare, quindi prendiamo un taxi e ci facciamo lasciare in centro, all’ingresso dello spettacolare Mercado Central di Valencia.
Ci sono oltre 400 commercianti in questa affascinante struttura in stile liberty e noi vaghiamo per i banchi in cerca di qualcosa da portare via per pranzo. Passiamo in rassegna praticamente tutto: carne, pesce, verdure, spezie e ritroviamo la conferma dei tanti viaggi fatti in passato. Un mercato è l’ideale per conoscere meglio un luogo: ci sono le persone, le tradizioni, i colori, i profumi e i sapori.
Da qui passeggiamo ancora nei vicoli della città vecchia fino a raggiungere lo storico palazzo del 1700 che ospita il Museo della Ceramica. Siamo venuti qui appositamente per scattare una foto del sontuoso portale d’ingresso, sfarzosamente decorato con un sapiente mix di stili: barocco, rococò, neoclassico e un pizzico di oriente.
Dopo una breve tappa in un vicino Carrefour per comprare pane, prosciutto e succhi di frutta, alle 12:40 riprendiamo un taxi per tornare in hotel, ritirare i bagagli e dirigerci verso l’aeroporto.
Il ritorno è facile, conosciamo l’itinerario e arriviamo in perfetto orario per fare con calma tutte le procedure per l’imbarco. A Valencia è diverso rispetto a Fiumicino e per certi versi ci sembra che il tempo non sia passato: i liquidi sono ammessi solo in presenza di bambini e dopo scansione molecolare. Mentre i dispositivi elettronici vanno messi fuori dagli zaini, e per un attimo torniamo all’ultimo viaggio a Vienna nel 2019. Sembra passata una vita per noi che eravamo abituati a partire almeno 4 volte all’anno!
L’importante è aver ricominciato, aver capito nuove dinamiche, ritmi ed equilibri diversi rispetto al passato. Interrompere la routine delle bimbe e catapultarle in luoghi dove tutto è diverso, può disorientare (questa è la spiegazione che ci siamo dati per alcuni capricci iniziali) e abbiamo dovuto “rallentare” e diversificare le nostre abitudini in viaggio. Bisogna alternare il loro passo al nostro e dobbiamo imparare ad apprezzare anche questo modo di viaggiare, sicuramente più slow.
Il ritorno fila liscio, le bimbe sembrano già aver preso confidenza con l’aereo e ronfano per quasi tutto il volo. Poi una volta a Roma sentiamo tutto il loro entusiasmo per il ritorno a casa sempre più vicino.
Dopo aver ritirato i bagagli e la macchina ci fermiamo a mangiare un’ottima pizza da Buongiorno Napoli (unico punto ristoro senza glutine, nel centro commerciale Aprilia2) e arriviamo a Gaeta alle 23:00 con le bimbe che già dormono e che faranno una tirata fino alle 8:30 del giorno dopo! Roba mai vista dalle nostri parti.
A quanto pare viaggiare stanca quelle due Caterpillar, quindi vuol dire che dobbiamo farlo più spesso! E lo faremo.
Ci vediamo a Skiathos tra un paio di mesi! Prossima tappa Skiathos! 😉

Ma alla fine, quanto abbiamo camminato? 28,2 km

Note
Hotel prenotati su Booking
Guida di riferimento: Lonely Planet Valencia disponibile su Amazon
Libri letti su Kindle: Perfect day di Romy Hausmann

Diario di viaggio: Castelli Romani, Castelgandolfo e LunEur Park

Castelli Romani: natura, arte, diverimento
In foto: il lago di Nemi, i Giardini Vaticani di Castelgandolfo e le attrazioni del LunEur Park e MagicLand

Questo è il breve diario di viaggio attraverso i suggestivi Castelli Romani. Abbiamo visitato Genzano, Nemi, Marino, Frascati, l’affascinante Castel Gandolfo con le residenze papali e non ci siamo fatti mancare il divertimento con il Luna Park dell’EUR a Roma.
Per noi è stato un viaggio ricco di scoperte, esperienze indimenticabili e tante risate in formato famigliare.

05/09: Gaeta – Genzano – Nemi – Marino (120 km)

Partenza da Gaeta fissata alle 11:00 e dopo quasi due ore arriviamo a Genzano di Roma, pittoresca cittadina nota per il suo caratteristico centro storico e il celebre festival dei fiori. Da qui inizia il nostro viaggio alla scoperta dei Castelli Romani.
Prima di iniziare qualsiasi esplorazione, dobbiamo trovare del cibo per il nostro pranzo al sacco. Sul viale principale troviamo una gastronomia che ci ispira e ci lasciamo tentare dai deliziosi panini con porchetta e le focacce cotte a legna farcite con mortadella. Spendiamo 6,50 Euro e ci spostiamo in un vicino parco giochi dove le bimbe mangiano e sgranchiscono le gambette su scivoli e altalene. Dopo la pausa ci immergiamo nella bellezza del centro storico di Genzano, passeggiando tra le sue stradine lastricate e ammirando gli antichi palazzi. Ma questa è solo una tappa, per noi è tempo di partire per la prossima destinazione: il borgo di Nemi.
Il tragitto da percorrere è breve e alle 16:00 siamo pronti a gustare un bel gelato davanti al panorama dell’incantevole laghetto vulcanico, una vista mozzafiato sullo specchio d’acqua e i dintorni che riempiono gli occhi della bellezza della natura. Dal belvedere centrale facciamo ancora una passeggiata e ci gustiamo l’aria fresca, le fontane, i particolari dei negozi di artigianato e sembra che tutti vogliano socializzare con le bimbe. Quindi si meritano un altro giro di scivoli nella micro villetta comunale prima di riprendere la strada per Marino, la nostra destinazione finale dove arriveremo alle 18:00.
Il tempo di fare conoscenza con Laura, la host che abbiamo scelto su Airbnb, lasciare i bagagli in quella che per qualche giorno sarà la nostra casa (bella, grande, con un giardino pieno di giocattoli!) e siamo di nuovo in marcia per il centro. Raggiungiamo la zona della biblioteca comunale e – indovina un po’? – restiamo nel parco a giocare fino all’ora di cena, quando ci spostiamo verso Frascati per il primo e vero pasto del giorno. Finalmente!
Frascati è famosa per i suoi vini e la sua gastronomia tradizionale, arriviamo alle 20:30 e prima di sederci a tavola dobbiamo superare la difficoltà di trovare parcheggio: il ristorante che abbiamo scelto è l’Hostaria Santa Maria che è nel centro storico inaccessibile alle auto. Quindi dopo diversi giri a vuoto, capiamo che bisogna parcheggiare nei pressi del comune e raggiungere a piedi il locale. Per fortuna la pazienza e la perseveranza vengono ripagate da quella che sarà la miglior cena del viaggio.
Ordiniamo per le bimbe un classico ragù e pollo arrosto con patate al forno, mentre noi grandi scegliamo qualcosa di più elaborato: fettuccine con ragù bianco di agnello e arancia, accompagnate da irresistibili involtini di manzo ripieni di mortadella su crema di zucchine. Ovviamente abbiamo bevuto vino Frascati per una spesa finale di 58 Euro, una cifra che al termine di una costosissima estate a Gaeta troviamo decisamente bassa (quest’anno da noi non si sono proprio regolati con i prezzi!).
Alle 22:30 siamo in macchina per la prima notte fuori che filerà liscia come non succede praticamente mai a casa: la giornata e il cambio d’aria le ha distrutte! 🙂

06/09 Marino – Roma Luna Park EUR (50 km)

Il nostro programma di viaggio per oggi prevede una piccola fuga dai Castelli Romani perché trascorreremo l’intera giornata al Luna Park dell’EUR, a Roma. Era molti anni che non andavo e l’ho trovato in condizioni splendide, finalmente! Forse un po’ troppo complessa la biglietteria con la scelta dei ticket per tutte le attrazioni oppure i crediti “LunaLire” da consumare solo su alcune.
Noi decidiamo di comprare un ingresso illimitato e ci danno un bracciale da indossare per accedere alle singole attrazioni in qualità di accompagnatori, infatti abbiamo trovato il parco davvero a misura per le nostre bambine (e anche qualcosa in più, diciamo che fino ai 10 anni qui si divertono, poi ci sarà bisogno di un po’ più di adrenalina). Le attrazioni sono numerose e tutto è molto curato, in più siamo al termine dell’estate con le scuole che hanno riaperto e in piena settimana, quindi non incontriamo file né affollamento.
Il parco è tutto per noi e ci divertiamo molto su attrazioni classiche come le montagne russe e l’otto volante, e poi sperimentiamo qualcosa di nuovo: percorsi avventura, navi volanti, fattorie impazzite e giochi d’acqua. D. resta affascinata dalle moto a forma di animali e praticamente fa un giro con tutte le figure, una specie di scuola guida: inizia accompagnata e finisce i giri di pista da sola. Poi all’uscita incontra una riproduzione di scheletro di T-Rex e per lei la giornata potrebbe finire anche lì!
Dopo la pausa-gelato, rientriamo verso Marino e puntiamo dritti un luogo insolito che abbiamo notato ieri notte, mentre tornavamo da Frascati: in via Cave di Peperino c’è un giardino comunale con tante piccole biciclette, monopattini e skate apparentemente “abbandonati”. La nostra immaginazione è stata confermata sul posto alla luce del sole: in pratica le famiglie lasciano lì i giochi dei bambini che crescono, mettendoli a disposizione di altri bambini che magari non possono averne a casa. Un’idea molto intelligente di riciclo, di comunità, di condivisione e rispetto. Tutto è in ottime condizioni e le nostre bimbe, come tutti gli altri, sono euforiche: sembra incredibile che possano salire e scendere a loro piacimento da qualsiasi trabiccolo a due, tre e quattro ruote!
Dopo i consueti scivoletti finali, partiamo per una per un’altra cena rilassante a Grottaferrata, ancora un piccolo borgo ai piedi dei Castelli Romani. Non possiamo proprio rinunciare al premio finale (almeno per noi grandi!) di una giornata decisamente intensa.
La nostra scelta ricade su Fatto in casa una trattoria locale molto curata negli arredi e nelle proposte. Assaggiamo il grande classico della cucina romana, l’amatriciana, e poi qualcosa di più insolito, come i pansotti ripieni di burrata con pomodorini secchi e pistacchi. Siccome abbiamo bruciato molte energie, ordiniamo anche un coniglio porchettato su purè di patate e zafferano. Da bere l’immancabile Frascati fresco e per le bimbe ancora una pennetta con ragù bianco. Lasciamo sul tavolo 62 Euro e stavolta le bimbe non si addormentano durante il tragitto di sei chilometri che ci separa da Marino, così alle 22:00 ne approfittiamo per fare un bel bagno nella grande vasca angolare. Fresche, pulite e profumate si addormentano subito e dopo un po’ crolliamo anche noi.
La prima volta in un Luna Park non si scorda mai! 😉

07/09 Marino-Castel Gandolfo (Giardini Vaticani) (40 km)

Anche oggi ci aspetta un’altra giornata molto intensa, programmata e organizzata con un po’ di attenzione anche per noi adulti. Dopo i preparativi da record, usciamo alle 9:45 per una visita ai famosi Giardini Vaticani di Castelgandolfo, residenza estiva dei Papi e località prestigiosa dei Castelli Romani. I biglietti costano 12 Euro e li abbiamo acquistati online, dove è possibile scegliere la fascia oraria dell’ingresso. Prima di entrare bisogna passare per la biglietteria (puntuali!) per convertire il tagliando digitale con quello stampato.
La guida ci invita a seguirla lungo i sentieri che mostrano la bellezza dei giardini, passeggiando tra le aiuole fiorite e gli antichi alberi secolari. Ammiriamo le meraviglie architettoniche e paesaggistiche del luogo e le bimbe ci seguono. Una menzione d’onore va a D. che fa tutto il percorso senza passeggino e, soprattutto, senza lamentarsi e senza chiedere di stare in braccio!
La visita dura un’ora e mezza e al termine torniamo in macchina per raggiungere la campagna di Velletri, dove incontreremo Enrico ed Erika presso l’Agriturismo Armando Iacchelli. Una scelta che si rivelerà perfetta per incontrare amici, mangiare insieme e distrarre le bimbe con tanti animali da fattoria.
A tavola, però, non ammettiamo distrazioni e quindi ordiniamo: lasagne, fettuccine ai funghi porcini, due mezze maniche all’amatriciana, spiedini misti e salsiccia alla brace con patate. Da bere tre quarti di vino bianco e rosso, tutto era molto buono e incredibilmente economico: solo 22 Euro a persona!
Dopo i commoventi saluti con Enrico ed Erika, che le nostre bimbe adorano anche se non li vedono spesso, facciamo rientro verso i Castelli Romani. Ci dirigiamo prima a casa per una pausa in giardino e un po’ di relax, poi prendiamo un gelato da Pasqualotto, gelateria storica di Marino considerata la migliore dalla nostra host e poi andiamo alla ricerca di un’altra villetta comunale. Questa volta finiamo in quello che chiamano il “giardinaccio”, meno curato degli altri, più affollato e con scivoli in condizioni non proprio buonissime. Diciamo che l’unico vantaggio qui è che le bimbe non fanno storie quando è il momento di andare via! 🙂
Per l’ultima cena abbiamo scelto di tornare a Frascati, all’Hostaria Santa Maria. Stavolta sappiamo già cosa fare per il parcheggio e quindi andiamo dritti al tavolo prenotato: ci era piaciuta molto la gentilezza, la pazienza e l’attenzione per le bimbe, quindi il bis era d’obbligo. Peccato solo che in questa occasione hanno problemi di personale in sala e vanno lunghi con i tempi, molto lunghi. Scegliamo dal menù del giorno lo stesso ragù bianco della volta scorsa, questa volta per le bimbe, mentre noi ordiniamo uno spaghetto limone, burro, menta romana e pepe. Lasciamo sul tavolo 40 Euro un po’ delusi per il finale agrodolce che ci lascerà l’esperienza qui, ma faremo di tutto per far prevalere il ricordo della prima serata!

08/09 Marino – Rainbow MagicLand – Gaeta (160 km)

Il giorno della partenza salutiamo Laura, promettendoci di rivederci a Gaeta dove lei viene periodicamente per giocare a bridge (promessa mantenuta qualche settimana dopo!) e alle 10:45 iniziamo ad allontanarci dalla mitica zona dei Castelli Romani, diretti a Valmontone. Prima del ritorno a casa abbiamo un’ultima sorpresa per le bimbe: il parco a tema MagicLand, il più grande del centro-sud!
Parcheggiamo all’ombra (7 Euro) e grazie a dei flyer trovati in una gelateria nei giorni scorsi, all’ingresso acquistiamo due biglietti al prezzo di uno (19 Eu). Le bimbe entrano gratis ma saranno poche le attrazioni per loro, sono ancora piccoline! Però si divertono molto a vedere le aree tematiche, le ricostruzioni e poi qualche attrazione per loro c’è: un trenino, un otto volante, un playground e un viaggio nel tempo virtuale in 4D con tanto di dinosauri che per D. sembra un sogno.
All’interno del parco mangiamo una focaccia e dopo l’immancabile gelato pomeridiano, ci avviamo lentamente verso l’uscita che rappresenta la fine del viaggio.
Siamo accaldati, siamo felici, siamo uniti e dopo l’acquisto di qualche souvenir siamo pronti per scattare l’ultima foto del viaggio: sorridere di fronte alla loro gioia e alle loro risate contagiose è la cosa più facile del mondo. Il nostro viaggio alla scoperta dei Castelli Romani finisce qui.
Da domani si ricomincia a lavorare e si torna a scuola, però abbiamo capito che possiamo continuare a organizzare altre uscite, sempre più lunghe e sempre più lontane. Siamo fiduciosi: ci saranno altre tappe di avvicinamento che ci faranno tornare a viaggiare (quasi) come una volta, quando questo blog era molto più attivo e visitato.
Intanto siamo ripartiti dopo l’ultimo diario di viaggio in Italia scritto nel 2020. Ci vorrà ancora tempo e pazienza, tanto sono pur sempre un ex-blogger. No?! 😉

Note
Alloggio prenotato su Airbnb
Libro letto su Kindle: Il maratoneta di William Goldman

Viaggi e foto Instagram: le più viste

Il mio profilo Instagram
Il mio profilo Instagram

Il viaggio all’estero è ancora lontano e molto probabilmente quest’anno non ci sarà neanche il viaggio in Italia: troppi impegni e un trasloco da organizzare ci fanno rinviare tutto. L’intenzione di un lungo week end a Ottobre, c’è. Vediamo se riusciremo a farlo, magari ci scappa un mini-diario di viaggio.

Il senso di questo blog restano i diari di viaggio e se non parto ho poco da scrivere. Da quando sono costretto a casa, ho pubblicato qualche post per tenermi in esercizio e ovviamente i protagonisti sono sempre i viaggi. Ho scritto di Libri ambientati a…, di stanze e di hotel visti, di idee per un week end. Insomma, ho provato a dare qualche spunto in base alle mie esperienze.

Questa volta ho pensato a una classifica legata alle mie foto di viaggio più apprezzate su Instagram, quelle più “ripostate” e diffuse. Ho un profilo su questo social e ogni domenica pubblico una foto accompagnata da un aforisma. Ogni tanto capita che alcune foto attirino l’attenzione in modo particolare e lo noto per i numeri decisamente diversi dagli altri.

In preda alla nostalgia ho selezionato le cinque foto più viste su Instagram e le ho messe in fila. Risultato? Ho pubblicato foto dal Giappone al Perù, eppure questa classifica conferma ancora una volta quale sia il Paese più bello del mondo.

Viaggiare è sempre bello. Se vivi in Italia è bello anche ritornare a casa! 😉

5) Lisbona
Lo scheletro a cielo aperto della Igreja Do Carmo ha totalizzato 191 like. Sarà questa l’unica foto dall’estero.

4) MONOPOLI (BA)
In quarta posizione, a sorpresa, il luogo delle mie vacanze da bambino. Sono tornato in occasione di un matrimonio e l’ho trovata ancora più bella. Forse per questo ha ricevuto 249 like?

3) CRACO (MT)
A vedere il gradimento dei turisti, la città fantasma più nota della Basilicata sembra piuttosto viva: 547 like.

2) PADULA (SA)
La grande certosa di Padula è celebre per le sue scale. Questa è piaciuta a 558 persone.

  1. CORTONA (AR)
    And the winner is… la piazza centrale di Cortona!
    Non ha vinto per semplice distacco, ha proprio sbaragliato tutti: 1325 like per la torre civica di questo gioiello in provincia di Arezzo.

Ricordi di viaggio: le stanze e gli hotel migliori

Stanze belle e hotel migliori in giro per il mondo.
Stanze e hotel migliori. Nelle quattro foto principali: Mirage a Las Vegas, Watarase Onsen in Giappone, balconi a New Orleans e la corte interna dell’Union Hotel a Cusco.

La mia lista dei luoghi da vedere è sempre lunga, eppure sono stato un intero anno fermo.
Il Covid-19 ha prodotto effetti negativi nel mondo, primi fra tutti la mortalità e i danni all’economia, mentre a livello individuale e nella vita quotidiana abbiamo cambiato i nostri comportamenti: le distanze, le mascherine, gli incontri, gli spostamenti e molto altro. Abbiamo vissuto diversamente, questo è certo. E anche le partenze ne hanno risentito.
Il mio ultimo giro all’estero risale al fiabesco viaggio per i mercatini di Natale a Vienna, esattamente un anno fa. Mi sembra impossibile: dal 2004 ho viaggiato per mezzo mondo, anche con quattro partenze all’anno, e mi piaceva molto questo ritmo. Il 2020 segnerà un buco nero nella mia mappa dei viaggi e speriamo che il 2021 porti un nuovo “decollo”.

Ho riempito parzialmente questo black out con un paio di articoli dedicati al mio primo diario di viaggio in Italia e 5 idee per un week end nel Lazio.
Così, per chiudere l’anno sul blog, in preda a un attacco di nostalgia ho ripensato ai viaggi con Fede, alle città e ai tantissimi hotel in cui abbiamo soggiornato.
Quali sono stati i migliori hotel che abbiamo vissuto? E le stanze più belle dove erano?
Ho separato stanze belle e migliori hotel perché non sempre gli ambienti comuni e i servizi di una struttura hanno coinciso anche con camere memorabili.

Le stanze più belle

The PlantationPhnom Phen
Siamo stati qui due volte, la prima in una camera con giardino tropicale privato e la seconda su un piano alto con balcone vista piscina. In entrambe le occasioni la stanza aveva stesse dimensioni e composizione. Ed era incredibilmente bella.

Quando? Durante il nostro viaggio in Cambogia

Martin HotelSan Pietroburgo
Stanza enorme, silenziosa, calda e con bei colori rilassanti. Bagno gigante, tutto in marmo, con doppi lavelli e musica. Grande colazione inclusa e servita esclusivamente in camera.

Quando? Durante il nostro viaggio a Mosca e San Pietroburgo

Hotel St. MarieNew Orleans
Tanto spazio e arredi classici e massicci, come è giusto aspettarsi nella capitale mondiale del jazz. Indimenticabile il tipico balcone decorato in ferro battuto che affaccia a pochi metri dal caos di Bourbon St.

Quando? Durante il nostro viaggio in Florida e Lousiana

The Artist Hotel & BistrotPorto
Camera grande, pulita e luminosa. Ma è il concetto di ospitalità che ci ha colpito e sarebbe da imitare: la gestione è affidata a una scuola alberghiera e il personale è composto da alunni e docenti che fanno turni per coprire tutti i servizi necessari alla struttura: dalla reception al ristorante. E lo fanno bene!

Quando? Durante il nostro viaggio a Porto

Art Hotel SpaanderVolendam
L’hotel sembra la galleria di un museo: dipinti ovunque. Anche in stanza, ovviamente, erano presenti quadri lasciati dagli ospiti di epoche passate.
Ma il ricordo più bello sono le albe e i tramonti vissuti sul balcone, davanti al grande specchio acqueo della baia.

Quando? Durante il nostro viaggio ad Amsterdam e Volendam

Devraj NiwasJaipur
Tornare qui la sera, dopo le giornate trascorse nel caos della “città rosa”, è come entrare in un’oasi di pace: silenzio, frescura, relax. Camera grande, baldacchino e doccia in pietra.
Ogni stanza è un bungalow a sé, con veranda attrezzata con poltrone di vimini e circoscritta da un alto boschetto di bambù per difendere la privacy degli ospiti.

Quando? Durante il nostro viaggio in India

Gli hotel migliori


The Plantation – Phnom Phen
Ok. Per i miei gusti questo è l’hotel ideale, sicuramente al primo posto nella ricerca del perfetto equilibrio tra migliori hotel e stanze belle.
Qui oltre alle camere abbiamo apprezzato anche le piscine, i gazebo privati con asciugamani e materassini, il bar, il ristorante, la colazione nel giardino tropicale, lo specchio d’acqua all’ingresso e anche il piccolo shop etnico. Hotel fantastico.

Comfort InnSavannah
Adesso fa parte di una catena ma quando andammo noi era bello anche il nome: Oglethorpe Inn and Suites. Sembra la casa patrizia di una piantagione del XIX secolo, all’ingresso ha un’enorme quercia con i rami impreziositi dal muschio spagnolo e all’interno una corte su cui affacciano i vari piani con le stanze. Nella grande hall c’è un giardino rigoglioso, una fontana e una statua come quella che si vede nella locandina del film di Clint Eastwood, “Mezzanotte nel giardino del bene e del male”, girato proprio a Savannah. Di sera era un po’ inquietante ma a colazione, essere avvolti dal gorgoglio dell’acqua e dal verde brillante esaltato dalla luce naturale che irrompeva dai lucernari, è stata un’esperienza indimenticabile.

Quando? Durante il nostro viaggio a Savannah e New York

MirageLas Vegas
Tanto. Forse anche troppo, però siamo a Las Vegas dove tutto è esagerato e quindi ci può stare. Il Mirage non è semplicemente un hotel, è un’attrazione molto nota della città delle luci: le persone entrano ed escono dalla sua gigantesca hall per giocare al casinò, fare shopping, vedere gli show dal vivo, lo zoo, lo spettacolo di acqua, luci, suoni e fuoco del vulcano. Oltre a tutto ciò, da clienti ci siamo goduti una piscina grande come il lago di Bracciano, l’acquario tropicale della reception e una stanza adeguata alle aspettative, con quotidiani e un frigo bar carico in modo imbarazzante. Tanto, forse anche troppo ma è Las Vegas…

Quando? Durante il nostro viaggio nei grandi parchi USA

Union HotelCusco

Forse l’hotel con la corte interna più bella mai vista. Era anche ben tenuta: stile coloniale, vialetti, erba curata, tanto legno, pietre e una fontana centrale. In un angolo di roccia una grande vasca idromassaggio.
Qui purtroppo ci resta il ricordo di una gestione che poteva essere migliore (difatti è cambiata rispetto al nostro soggiorno) ma ciò non toglie niente all’estetica e alla cura della struttura.

Quando? Durante il nostro viaggio in Perù

Hotel HimeyuriWatarase Onsen

Uno dei ricordi di viaggio migliori di sempre. Un hotel isolato dal mondo, sperduto in una foresta di cedri, a ridosso di un grande fiume e collegato all’altra sponda da un ponte sospeso. Un ristorante self service e uno servito dove abbiamo mangiato benissimo.
Fin qui niente di straordinario, ok. Ma una volta indossati gli yukata che erano in camera abbiamo apprezzato tutta la filosofia di vita che ruota attorno agli onsen, le terme giapponesi. Qui le vasche erano addirittura private: pozza d’acqua fumante, pietre levigate sul fondo, alberi “e per tetto un cielo di stelle”.
Siamo andati, separati, anche negli onsen pubblici dell’hotel: grandi piscine e nudo integrale. Non sono ammessi indumenti negli onsen seri! 🙂

Quando? Durante il nostro viaggio in Giappone

AC Hotels Marriott Bratislava Old TownBratislava
A me piacciono le grandi hall e qui ne ho trovata una degna di nota.
Quando andammo noi si chiamava Austria Trend Hotel, qualcosa mi diceva che avrebbe fatto carriera e difatti adesso fa parte della catena Marriott.
Ci trovammo nella capitale slovacca per i mercatini di Natale e quindi la grande sala comune era addobbata a festa, sfavillante ma soprattutto calda e accogliente al termine dei giri fatti con temperature sotto lo zero!

Quando? Durante il nostro viaggio a Bratislava e Vienna


Kimpton Lighthouse HotelKey West

Ho chiesto a Fede di andare a vivere insieme davanti a uno dei tramonti infuocati di Key West, l’isola più a Sud degli USA nel mezzo del Golfo del Messico. Forse è per questo che i miei ricordi sono legati a questo hotel. Però, al di là del piacere personale, è stato un soggiorno molto gradevole: bungalow in legno vicini al grande faro, alle nostre spalle la casa di Hemingway, colazione a bordo piscina nel giardino ricco di palme, fiori e uccellini colorati.
Forse per questo Fede mi ha detto “sì” e dopo neanche due mesi abbiamo messo i nostri nomi sullo stesso citofono.
Con un finale simile non poteva mancare tra gli hotel migliori mai visti! 😉

Quando? Durante il nostro viaggio in Florida e parchi di Orlando