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Diario di viaggio: Parigi e Disneyland

Torre Eiffel di notte
Torre Eiffel – “La felicità è conoscere e meravigliarsi” – [J. Cousteau]

Sono sincero: non so se questo diario può tornare utile a chi intende visitare Parigi per la prima volta.
Il motivo è semplice: io ci sono stato sette volte e ho visto sempre cose diverse e fatto qualche bis obbligato, quindi questo diario contiene informazioni su alcune attrazioni e musei, ma non su tutto! In particolare, non ci saranno riferimenti al Louvre, a Notre Dame, al Sacré Coeur e Place du Tertre, Pont Neuf, Pigalle e Il Moulin Rouge, oppure l’Opera Garnier, Les Invalides, il cimitero di Père Lachaise, l’Ile St. Louis, Le Marais e altri monumenti, musei, palazzi e quartieri per i quali non basterebbe un week end per vederli tutti, ce ne vorrebbero almeno sette! 😉
Ma allora cosa c’è di utile? Qualcosa c’è sempre. Leggete… 😉

07/12 Roma – Parigi

Ancora Ryanair per una puntata fuori dall’Italia: biglietto a/r comprato su un sito finalmente migliorato, e pagato soltanto 29.40 Euro. Prezzo incredibile, specie perché è stato acquistato solo 40 giorni prima di partire.
Un’altra novità positiva in casa Ryan: quest’anno la concorrenza di easyJet si è fatta sentire, i fatturati sono calati almeno quanto sono cresciute le lamentele sulle ristrettezze imposte sul bagaglio a mano, così hanno pensato a qualche correzione: ora permettono di portare in cabina un secondo piccolo bagaglio (borsetta, beauty, zainetto, sportina, monospalla, una cosa decente… non andateci con la tenda da campeggio!).
L’aereo decolla da Ciampino puntuale alle 15:10 e atterra a Beauvais con 15 minuti di anticipo: meglio così, perché i biglietti per la navetta che ci porterà a Parigi sono già pronti e quindi guadagniamo del tempo. Da notare che il trasferimento a/r in pullman costa 32 Euro, più dell’aereo! Per fare l’acquisto online basta andare sul sito ufficiale della navetta. Dopo circa un’ora e mezza arriviamo al capolinea Port Maillot da cui è possibile prendere la metropolitana per raggiungere la propria destinazione.
Stavolta ho scelto l’hotel in funzione della zona, volevo stare in un luogo diverso dai precedenti e ho trovato utile il sito Accor per questa ricerca localizzata, anche per caricare i punti della mia tessera A-Club 😉
Alla fine la scelta è ricaduta sul Mercure Paris Place d’Italie, vicino l’omonima piazza, scelta che si rivelerà ottima per tre motivi: l’hotel dista 15 minuti dal centro nevralgico della città e neanche 100 metri dalla fermata della metro; si trova in un quartiere vivibile, senza ritmi frenetici; la stanza è ben arredata, accogliente e piuttosto spaziosa per gli standard parigini. Giusto il tempo di lasciare i bagagli e siamo di nuovo in strada diretti verso il primo obiettivo di questo viaggio: Parigi in versione natalizia.
Siamo già proiettati verso i mercatini, le luminarie e le decorazioni degli Champs Elisées, quando arriva un brusco stop: la fermata della metro verso cui ci stavamo dirigendo era chiusa per motivi di sicurezza, per una manifestazione in superficie. Ah! Ma allora ‘ste cose succedono in tutto il mondo, non solo da noi! 😉
Anzi, questa è stata una sciocchezza rispetto allo sciopero dei mezzi pubblici che beccai addirittura nella stakanovista Berlino.
Poco male, scendiamo alla successiva, Roosevelt, e appena emergiamo veniamo subito catturati – in quest’ordine – da un freddo di morte e da un’atmosfera magica: Le Village de Noël des Champs-Elysées supera ogni aspettativa!
Una breve parentesi: di mercatini natalizi ce ne sono tanti, ma sul sito turistico di Parigi avevamo messo gli occhi su due in particolare: quello della Defense, dedicato ad artigianato, design, accessori, arredo, ecc… e quello che abbiamo scelto di visitare, dedicato prevalentemente alla gastronomia. Ora la domanda: secondo voi quanti secondi abbiamo impiegato a capire dove avremmo mangiato? 😉
Passeggiamo sui viali stracolmi di persone che si fermano davanti a centinaia di piccoli chalet bianchi che espongono ogni bendiddio; prendiamo un maxi pretzel (3 Euro) e proseguiamo verso Place de la Concorde dove hanno installato una favolosa ruota panoramica. Strada facendo ricordiamo l’ultima volta che abbiamo percorso questa strada: era Agosto 2012 e faceva così caldo che arrivati ai giardini Des Tuileries volevo buttarmi nella fontana.
Scattiamo qualche foto, attraversiamo e torniamo indietro risalendo verso l’Arco di Trionfo: le luminarie iniziano a cambiare colori, il vino caldo scorre a fiumi, c’è musica, piste per pattinare sul ghiaccio, imbonitori che presentano i loro prodotti come in una fiera, e profumi che non si possono descrivere. Come non si possono descrivere i sapori delle nostre scelte: un bel panino con un filetto di salmone arrostito su corteccia (6 Euro) e poi un salsiccione tedesco con cipolle, mostarda e ketchup (6 Euro).
A un certo punto i mercatini finiscono e inizia la parte di viale più celebre, quella delle grandi firme e degli show room: diamo un’occhiata allo stand Samsung dove provo il Galaxy Gear (quel genere di cosa che è bella da vedere ma non si capisce perché uno la dovrebbe comprare) e apprezziamo il fatto che siano tutti aperti fino a mezzanotte: è sabato sera, è tempo di shopping, siamo a Parigi ed è pieno di gente. Perché restare chiusi? 😉
Con queste domande marzulliane scattiamo nuove foto all’Arco di Trionfo e prendiamo la metro che ci riporterà in hotel: è stata una lunga giornata, è sempre un piacere ritrovare Parigi.

08/12 Parigi

Al risveglio scendiamo al bar vicino l’hotel per fare colazione, è tardi e per accompagnare i succhi d’arancia ci rifilano un paio di cornetti abbastanza anonimi. Ma da dove sono seduto intravedo il profilo di una pasticceria, così paghiamo (9.60 Euro) e andiamo a fare colazione sul serio: pain suisse al cioccolato e una gran girella con crema e pistacchi (3 Euro).
Portiamo la nostra colazione-bis a spasso per il mercato antistante il nostro albergo, un mercato rionale molto curato e pieno di cose buone per la spesa di ogni giorno: salumi, formaggi, pesce e anche piatti cotti da portare via. Lo attraversiamo tutto fino a sbucare in Place d’Italie dove c’è il centro commerciale Italie2, entriamo per raggiungere Carrefour e fare scorta di acqua, succhi, baguette, affettati e formaggio.
Rientriamo in hotel a preparare i panini e mi collego al sito per comprare online i biglietti del museo d’Orsay  ma c’è bisogno di una registrazione che non ho intenzione di fare, quindi decidiamo di uscire e procedere direttamente verso il museo. Per fortuna non c’è una grande fila all’ingresso (in passato ne ho beccata una che quasi faceva il giro dell’isolato!), i controlli sono rapidi e dopo il passaggio alla cassa (9 Euro) lasciamo zaini e giacche al guardaroba, una mossa da non trascurare mai per fare una visita confortevole senza pesi né ingombri.
Il museo è un’antica stazione di Parigi che è stata abbandonata e poi ristrutturata – con la partecipazione fondamentale della nostra Gae Aulenti – per ospitare alcuni capolavori dell’impressionismo. Il padiglione in stile art nouveau è magnifico, l’orologio che lo sovrasta è il simbolo del museo stesso e i colori sono tenui e riposanti.
Le sale sono piccole e tutte le opere illuminate così bene che alcune sembrano proprio degli schermi accesi, tanto i colori sono vivi. Non sono un esperto d’arte ma una buona illuminazione dà valore a un’opera. Il d’Orsay è progettato anche in questo senso: i piani alti che espongono i pittori maggiori sono ambienti più grandi che accolgono una cascata di luce naturale, uno spettacolo nello spettacolo.
Ora, a tutte le persone che visitano Parigi per pochi giorni, consiglio sempre di andare al Louvre ma se dovessi scegliere il mio preferito tra questi due grandi musei, non avrei dubbi: al primo posto ci sarebbe il d’Orsay.
Passeggiamo per ore tra Cezanne, Renoir, Degas e Van Gogh, ammiriamo Le dejeuner sur l’herbe di Manet e di Monet, le donne di Tahiti di Gauguin, L’origine del mondo di Courbet, L’uomo che marcia – scultura di Rodin – e tante altre opere magnifiche.
Usciamo appagati dalla visita, una scorpacciata d’arte ti restituisce speranze, ti fa ammirare la grandezza del talento e dell’ispirazione umana. E poi visitare una mostra fa bene all’arte più di qualsiasi giochino su Facebook 😉
Sono le 17:30, facciamo uno spuntino e poi ci dirigiamo verso Galeries Lafayette per ammirare, anche qui, la versione natalizia della grande cupola interna.
Visitiamo rapidamente il complesso con articoli di lusso, ci fermiamo di fronte a orologi da 200.000 Euro che restituiscono un senso al Samsung di ieri: misurano entrambi l’ora ma quello con più funzioni costa un millesimo dell’altro 😉
Ah! Il lusso in tempi di crisi ha un non so che di ridicolo, come alcuni turisti italiani al piano Gourmet che davanti ai banchi con prodotti freschi provenienti da ogni parte del mondo – cosa facevano? – mettevano nel cestino il prosciutto cotto imbustato Citterio! Mi viene difficile trovare una spiegazione logica, davvero 🙂
Una volta all’esterno prendiamo ancora la metro per andare verso il Trocadero, dove arriviamo minuti prima delle 20:00, giusto in tempo per lo spettacolo di luci previsto ogni ora fino alle 23:00.
Il belvedere è buio e silenzioso, la Torre Eiffel è davanti a noi con la sua aria famigliare anche per chi non l’ha mai vista. Poi d’un tratto “scoppia”, tempestata di luci e anche il pubblico rivela la sua presenza, il mormorio diventa stupore collettivo ed eccitazione. Lo spettacolo è magnifico: il simbolo di Parigi brilla in ogni punto della struttura, da cima a fondo, come un diamante sotto la luce. Immagino che i turisti in quel momento in cima alla torre abbiano goduto uno spettacolo simile al nostro, perché le luci dei flash che partivano dal Trocadero erano migliaia.
Dopo le foto di rito torniamo verso l’hotel per cercare un posto dove cenare e puntiamo dritti la vicinissima Rue de la butte aux cailles, un piccolo quartiere con tanti locali interessanti e non affollato di turisti.
Ci sono ristoranti e brasserie, tutte invitanti, e mentre l’istinto ci guida passiamo davanti a Le Temps Des Cerises, chiuso. Ora, certamente ci saranno molti ristoranti con questo nome, ma si dà il caso che abbiamo in valigia Gli ingredienti segreti dell’amore, un libro di Nicolas Barreau la cui storia ruota proprio attorno a un locale con questo nome!
Coincidenza? Non so, però peccato non poter provare il menù.
La scelta alla fine cade sul bistrot Café du Commerce e si rivelerà un’ottima scelta. L’ambiente è composto da una sola piccola sala, calda e accogliente, con una grande vetrata sulla strada; l’illuminazione è tenue e i tavoli sono rivestiti con bei lavori di decoupage, e poi si mangia benissimo… mica poco! 😉
Abbiamo ordinato insalata d’anatra, pavé de rumsteak e assiette nordique. Il primo era un bel bisteccone di groppa, al sangue, alto e morbido, con contorno di patate. E il secondo un piatto di pesci affumicati: salmone, flétan e tonno. Per dolce un crumble fatto in casa con mela, cannella, panna e caramello: una bomba. Se passate da quelle parti, fateci un salto (38 Euro).
Giornata finita, domani c’è in programma un’escursione fuori città 😉

09/12 Disneyland Paris

Sveglia presto, alle 08:30. Esco un attimo per andare nella pasticceria vicina a comprare pan suisse e bombe (4.45 Euro). Mi fermo in reception per una connessione rapida, è lunedì e devo condividere sui social il post del blog di Ehiweb.
Facciamo colazione, ci prepariamo e alle 11:00 siamo pronti verso la prossima destinazione: Disneyland Paris.
Ora, un paio di dritte sui biglietti. Per muoverci in città abbiamo comprato un carnet da 10 biglietti (13.30 Euro, il singolo costa 1.70) e ci siamo trovati bene. Parigi ha un ottimo servizio pubblico, la metro si usa moltissimo ma bisogna valutare se conviene fare i mini abbonamenti per 1/2/3/5 giorni, molto dipende dal programma che si intende affrontare. Stesso discorso per la carta musei.
Da tenere in conto anche la divisione per Zone. Per esempio i biglietti standard, quelli del carnet per intenderci, coprono fino alla Zona 3 (in linea di massima tutto il centro, il circuito turistico principale) mentre per raggiungere la Zona 5 (per esempio destinazioni come aeroporti o, appunto, Disneyland) bisogna fare un supplemento.
Per andare a casa di Topolino il biglietto a/r costa 14.60 Euro e non consiglio di fare i furbi, perché ci sono i controlli e se partite da una zona 1-3 e arrivate in una zona 5, troverete dei varchi prima dell’uscita e se il biglietto non è quello giusto, non riuscirete a passare 😉
Per arrivare a Disneyland bisogna prendere la RER A, in direzione Marne la Vallée e una volta sulla piattaforma state ben attenti a prendere il treno giusto perché ne passano diversi con la stessa direzione ma che poi prenderanno diverse diramazioni. Consiglio: guardate sugli schermi la destinazione finale, l’orario di arrivo e il nome del treno: non prendete il primo che capita solo perché “tanto va da quella parte”! 🙂
Ora il biglietto Disney: compratelo online e cercate la formula 1Giorno/1Parco, con 39 Euro è quella più conveniente di tutte.
C’è da dire che le tariffe variano per periodi promozionali, per calendario, prenotazione e combinazioni, ma per il giro che avevamo in mente noi un parco era più che sufficiente quindi non aveva senso prendere il pacchetto di base che provano a vendere, cioè quello dei due parchi in un giorno (l’altro è Disney Studios).
Entriamo nel parco giusto in tempo per assistere a una parata natalizia con carri, musica e personaggi Disney che percorrono Main Street. L’ideale per lasciar assiepare le persone sul marciapiede e puntare solitari verso le prime attrazioni 😉
La giornata è fredda ma bella, abbiamo la mappa del parco e cominciamo a spuntare tutte le cose che vogliamo fare/vedere. Sono stato in questo parco la prima volta nel 1995, e tranne qualche novità è rimasto lo stesso di allora: sempre divertente, sempre ben organizzato e sempre con la stessa bella sensazione che avverti quando guardi i bambini che si trovano davvero in un mondo da sogno. La realtà – per un giorno – possiamo metterla da parte anche noi, il punto di vista dei bambini è meglio 😉
Così ci godiamo Space Mountain, Indiana Jones e il Tempio Maledetto e Big Thunder Mountain, per citare le tre attrazioni più adrenaliniche. Però non ci siamo fatti mancare neppure quelle più “tranquille”, da Star Tour al Volo di Peter Pan, fino alle scenografiche Pirates of Caribbean, Phantom Manor e It’s a Small World. Pochissime file, dai 5 ai 25 minuti massimo, e anche un paio di bis sulle nostre preferite.
Abbiamo fatto uno spuntino nel parco, da Cowboy Cookout, dove abbiamo preso ali di pollo fritte e un Angus burger, tutto accompagnato da porzioni di patate che potevano bastare per almeno 5 persone. Esagerati!
Come esagerato, ma in senso positivo, è stato il nuovo show di chiusura, in programma ogni giorno nel periodo natalizio: proiezioni olografiche sul Castello della Bella Addormentata, musiche, cartoni, spettacoli d’acqua e luce, fuochi d’artificio (solo il bello dei colori, niente scoppi ché ai bambini fanno paura), tutto perfettamente sincronizzato con versioni di Jingle Bells cantate in lingue diverse. Uao!
Disneyland è da vedere. Non so se la prima volta che si va a Parigi, o la successiva, o in un soggiorno di tre giorni o un mese, non so, dipende dalle persone. Però un giro prima o poi è da fare 😉
Il nostro giro, però, è sicuramente finito. Intorno alle 20:00 (il parco chiude alle 19:00) compro il regalo per il compleanno della mia nipotina fescion e torniamo sugli Champs Elisée. Abbiamo puntato qualcosa nei mercatini, e prima di partire ci torniamo per mettere a segno gli ultimi acquisti e poi cenare.
Tra i dolciumi vanno forte churro, goffre e crepe ma c’è una cosa che mi ha attirato sin dal primo giorno: un pasticcino del tutto simile al vecchio Negrettino Bulgari che compravo con gli amici quando avevo 12/13 anni. A quanto pare è ancora in commercio, sopravvissuto agli eccessi del salutismo e del politically correct 😉
Preso da una botta di nostalgia anni ’80 ne compro un paio (2 Euro): cupola di sottile cioccolato, ripieno di panna (?) e wafer alla base, sono proprio loro! Come facevo a mangiare ‘sta roba?! 🙂
Sulla strada del ritorno in hotel ragioniamo un po’ sulla partenza dell’indomani, l’aereo decolla alle 15:50 ma la navetta da Port Maillot va presa 3 ore prima del volo, quindi decidiamo di non mettere nulla in programma e fare tutto con calma, colazione e valigie.
Tanto questo non è un addio, semmai un nuovo arrivederci. Sì, perché a Parigi tornerò ancora, au revoir! 😉

Note
Per soggiorni brevi a Parigi consiglio la guida Lonely Planet formato pocket con cartina estraibile.
Come applicazioni da usare offline possono bastare queste tre:
– MetrO, per tutte le fermate e i percorsi della metropolitana
– TripAdvisor Offline City Guides
– Parigi una guida utile

I miei viaggi (agg. 01/2010)

Era da un po’ di tempo che avevo in mente di fare un elenco dei posti che ho visitato. Mi piace molto viaggiare e la maggior parte dei soldi che ho speso nella mia vita li ho investiti in questo genere di esperienza, senza mai pentirmene. Parlo di investimento perché spendere per viaggiare arricchisce di più, semplicemente 🙂


E siccome ho viaggiato molto, sono mooooolto più ricco 😉


In questo elenco ho omesso le località italiane perché ne ho perso il conto, sono tantissime! Non pensate che sia un esterofilo, anzi, credo fermamente che non ci sia Paese più bello del nostro però ogni tanto bisogna affacciarsi dal balcone di casa propria. Io ho iniziato nel gennaio del 1995… e non mi sono più fermato, o quasi! 😉

1995: Montecarlo (Principato di Monaco), Praga (Repubblica Ceca), Parigi (Francia), Bruxelles (Belgio), Amsterdam (Olanda), Dachau e Monaco di Baviera (Germania)
1996: Parigi (2), Londra (Inghilterra) e Amsterdam (2)
1997: Guadalupa e Martinica girate in auto
1998: Parigi (3), New York, Schenektady, Albany e Orlando (USA)
1999: Il Cairo, Menfi, Saqquara e Giza (Egitto)
2001: Parigi (4)
2004: Bombay e Calcutta (India), Barcellona (Spagna),  Parigi (5), Mauritius girata in macchina, Londra (2)
2005: Key West, Islamorada e Orlando (2) (USA), Cozumel, Playa del Carmen e Tulum (Messico), Haltun Ha (Belize), Valencia (Spagna)
2006: Chicago, St. Louis, Springfield, Oklahoma City, Amarillo, Tucumcari, Santa Fe, Los Alamos, Albuquerque, Holbrook, Grand Canyon, Flagstaff, Las Vegas, Los Angeles (USA). Tutto in auto lungo la mitica Route 66.
2007: Siviglia e Granada (Spagna)
2008: Berlino (Germania), Istanbul (Turchia)
2009: Amsterdam (3), Budapest (Ungheria), Edimburgo e Cramond (Scozia), Brema (Germania), Amsterdam (4), Lisbona (Portogallo)

Se ho lasciato qualcosa lo aggiungerò!
Buon viaggio, G.

I miei viaggi

Era da un po’ di tempo che avevo in mente di fare un elenco dei posti che ho visitato. Mi piace molto viaggiare e la maggior parte dei soldi che ho speso nella mia vita li ho investiti in questo genere di esperienza, senza mai pentirmene. Parlo di investimento perché spendere per viaggiare arricchisce di più, semplicemente 🙂

E siccome ho viaggiato molto, sono mooooolto più ricco 😉

In questo elenco ho omesso quasi tutte le località italiane perché ne ho perso il conto, sono tantissime! Non pensate che sia un esterofilo, anzi, credo fermamente che non ci sia Paese più bello del nostro però ogni tanto bisogna affacciarsi dal balcone di casa propria. Io ho iniziato nel gennaio del 1995… e non mi sono più fermato, o quasi! 😉

1995: Montecarlo (Principato di Monaco), Praga (Repubblica Ceca), Parigi (Francia), Bruxelles (Belgio), Amsterdam (Olanda), Dachau e Monaco di Baviera (Germania)
1996: Parigi (2), Londra (Inghilterra) e Amsterdam (2)
1997: Guadalupa e Martinica girate in auto
1998: Parigi (3), New York, Schenektady, Albany e Orlando (USA)
1999: Il Cairo, Menfi, Saqquara e Giza (Egitto)
2001: Parigi (4)
2004: Bombay e Calcutta (India), Barcellona (Spagna),  Parigi (5), Mauritius girata in macchina, Londra (2)
2005: Key West e Orlando (2) (USA), Cozumel, Playa del Carmen e Tulum (Messico), Haltun Ha (Belize), Valencia (Spagna)
2006: Route 66 da Chicago a Los Angeles (USA)
2007: Siviglia e Granada (Spagna)
2008: Berlino (Germania)

Se ho lasciato qualcosa lo aggiungerò!
Buon viaggio, G.

PS: si nota che mi piace Parigi? 🙂