Categoria: Grecia

Diario di viaggio a Skiathos

Sky Sea Resort, Kechria Beach, Monastero di Panagia Evangelistria
Skiathos dalla piscina del resort, tramonto a Kechria Beach e Monastero di Panagia Evangelistria

Alla fine ci siamo riusciti!
Qualche anno fa il nostro amico Paolo ha aperto con la sua famiglia un resort bellissimo sull’isola greca di Skiathos e sin dal primo giorno ci ha invitato. Quest’anno gli abbiamo fatto una sorpresa e ci siamo presentati al gran completo, finalmente ospiti del meraviglioso Sky Sea Resort.
Le foto viste online e sui social erano già molto convincenti ma una volta sul posto abbiamo verificato che è addirittura più bello. E poi l’isola, in buona parte ancora selvaggia e con spiagge incantevoli da scoprire, è stata davvero una sorpresa.
Sì, Skiathos ci è entrata nel cuore e quando ci piacerebbe tornare in un luogo visitato, vuol dire che è andato tutto alla grande!

10/07 Gaeta – Skiathos

Partiamo da Gaeta alle 10:30 e arriviamo alle 12:00 al parcheggio scelto, Sorrentino Parking (8 giorni, 80 Eu, al coperto e con chiavi in valigia. Per me il miglior parcheggio possibile a Capodichino).
La navetta parte subito e arriviamo all’aeroporto di Napoli in 10 minuti, qui scopriamo che l’aereo previsto alle 14:00 partirà con 50 minuti di ritardo. Pazienza! Staremo un po’ più tempo in giro nel duty free e così passiamo dalla pasticceria Bellavia a comprare 8 sfogliatelle frolle e ricce (20 Eu).
Arriva il momento dell’imbarco, le bimbe sono elettrizzate e difatti non dormiranno per tutto il volo che passa via rapido, così rapido che recupera una parte del ritardo e dopo un’ora e dieci minuti atterriamo sulla pista del minuscolo aeroporto di Skiathos. Il corridoio aereo che precede l’atterraggio è il più spettacolare mai visto, o meglio: l’avevamo visto solo su Internet…
Ritiriamo i bagagli, mettiamo le lancette avanti di un’ora e ci dirigiamo verso l’uscita dove ci aspetta il nostro amico Paolo con il più classico dei cartelli di benvenuto: “Mr. De Luca”. Dopo un rapido scambio di battute e abbracci, carichiamo le valigie sul pick-up e percorriamo i 10 minuti che ci separano dallo Sky Sea Resort.
Durante il tragitto Paolo ci inizia a mostrare un po’ di riferimenti che ci aiuteranno a orientarci nei prossimi giorni e ci porta al Masoutis Super Market per fare un po’ di spesa. Compriamo beni di prima necessità per colazione e pranzo, e spendiamo 83.49 Eu.
Iniziamo a capire che sarà difficile chiedere e trovare alimenti senza glutine, specie per leggere le etichette che spesso sono scritte in greco. Quindi dobbiamo avvalerci della traduzione di persone del posto e dell’immancabile aiuto dello smartphone.
Con le borse piene di pita, succhi, yogurt, cereali, formaggi e birra Mythos, arriviamo al resort in tempo per goderci un rinfrescante tuffo in piscina proprio davanti al tramonto. A cena conosciamo il direttore Luca e mangiamo tutti insieme con il delivery di Las Ramblas (Double smashed burger per me e Tacos per Fede).
Siamo stanchi e anche le bimbe hanno scaricato finalmente le batterie, quindi dopo un tradizionale ouzo andiamo tutti in stanza. Sarà una settimana lunga e interessante, intanto non è stato affatto male il nostro arrivo a Skiathos e al resort.

Quanto abbiamo camminato oggi? 3 km

11/07 Skiathos Sky Sea Resort

La prima giornata a Skiathos abbiamo deciso di passarla in totale relax.
Resteremo qui una settimana, c’è tempo per le escursioni e quindi lasciamo che le bimbe si ambientino. Ci svegliamo con calma, facciamo colazione e poi andiamo in piscina.
Durante il mattino faccio un giro con Paolo per vedere altre ville e angoli del resort e poi ci spostiamo tutti nell’area kids, dove ci aspetta una piscina a misura di bambini. Ma non solo, perché sul pavimento antiurto ci sono anche le altalene panoramiche, il jumping e uno scivolo che ovviamente finisce in acqua!
Risaliamo a preparare un piatto di pasta con pomodoro e basilico freschissimi e rigorosamente coltivati nell’orto davanti al mare, a completa disposizione degli ospiti del resort.
Dopo il riposino di I. scendiamo verso il porticciolo e la spiaggetta adiacenti alla pista d’atterraggio dell’aeroporto. Troviamo già un gruppetto di turisti che aspetta il prossimo volo in arrivo e ci uniamo trepidanti all’attesa del jet. L’aereo si avvicina velocissimo e passa sopra le nostre teste così vicino che sembra di poterlo toccare. Abbiamo immortalato anche noi un’immagine iconica che avevamo già visto su Internet: il luogo è diventato una delle attrazioni di Skiathos, così tanto che ci sono diversi cartelli che invitano alla prudenza e a non avvicinarsi troppo per evitare gli effetti delle turbolenze prodotte dagli aerei in fase di atterraggio.
Subito dopo andiamo a scaricare l’adrenalina nel vicino Sklavenitis Super Market, più grande e meglio organizzato di quello visitato ieri. Facciamo ancora un po’ di spesa (20 Eu) e poi torniamo in hotel per la cena.
Sul volo che abbiamo visto atterrare c’erano anche Linda, Andrea e la piccola A. in arrivo dall’Italia. Così le nostre bimbe trovano un’altra compagna di giochi e suggelliamo le nuove amicizie con una cena tutti insieme. Andrea e io scendiamo in scooter da Alexandros per ordinare gyro pita con maiale o pollo per tutti (completi con pomodori, patatine, cipolle e salsa greca, 4 Eu) e poi dopo un po’ di TV per le bimbe e chiacchiere per i grandi, tutti a fare la nanna!

Quanto abbiamo camminato oggi? 2,7 km

12/07 Skiathos – Agistros

Oggi ritiriamo la nostra preziosa Panda 4×4 e usciamo per la prima volta in esplorazione.
Definisco preziosa la Panda perché Skiathos è l’isola più verde della Grecia e conserva questo primato proprio perché non è stata (ancora) del tutto urbanizzata, quindi per raggiungere la zona Nord si devono attraversare piste sterrate e tratti sabbiosi. Questa protezione fornita dall’ambiente ci permetterà di vedere spiagge semi-deserte che sono dei veri gioielli.
La nostra prima escursione prevede circa mezz’ora di macchina, una buona parte da percorrere all’interno della foresta di Mandraki.
Una volta parcheggiato in cima al promontorio vediamo dall’alto il sentiero che ci aspetta per raggiungere il mare più in basso; ci troviamo su un istmo che separa Elia Beach dalla spiaggia che abbiamo scelto e che dà il nome all’intera baia: Agistros.
Dopo una bella scarpinata ci avviciniamo alle due uniche file di ombrelloni che ci sono su tutta la spiaggia, scegliamo il nostro posto e dopo un po’ arriva il gestore che ci rilascia la ricevuta per il noleggio: 10 Eu compresi i due lettini. Incredibile!
Giochiamo un po’ con la sabbia, facciamo la doccia e ci spostiamo a mangiare nella taverna sul mare: insalata greca con feta, una salsiccia con patate, acqua e birra alla spina (26 Eu). Dopo pranzo torniamo sotto l’ombrellone per un riposino e poi facciamo un lungo bagno nelle acque calde e pulite.
La risalita è un po’ complicata ma riusciamo a farla senza problemi, con le bimbe che dimostrano resistenza e tenacia, poi torniamo al supermercato Sklavenitis per comprare gelati senza glutine che finalmente riusciamo a trovare in vaschette formato famiglia e in tanti gusti diversi: amarena, stracciatella, pistacchio e cioccolato (23.88 Eu). Dopo raggiungiamo tutto il gruppo per il barbecue della famiglia Coiro con papà Orazio al comando della griglia. Mangiamo agnello, maiale, pollo, insalata di pomodori e verdure arrosto: melanzane, peperoni e zucchine… ovviamente tutto prodotto dall’orto a chilometro zero.

Quanto abbiamo camminato oggi? 1,8 km

13/07 Skiathos – Monastero di Panagia Evangelistria

Oggi il programma dell’alternanza prevede una mattina di relax, da trascorrere di nuovo tra le piscine del resort, per grandi e piccoli.
Dopo il pranzo e il sonnellino carica-batteria, alle 18:00 andiamo a fare la tanto attesa escursione al sito religioso e storico più bello dell’isola: il Monastero di Panagia Evangelistria.
Skiathos è sicuramente nota per le sue spiagge e la natura incontaminata ma questo monastero del 1700 merita decisamente una visita. Per i greci è importante perché proprio qui, nel 1807, venne disegnata la prima bandiera greca e l’area adiacente alla chiesa bizantina conferma anche ai turisti di oggi la solennità del luogo. Tutto è organizzato con scrupolo e attenzione agli elementi naturali e architettonici che costituiscono il monastero: le stradine di collegamento, gli ingressi degli edifici, i monumenti, tutto è circondato da fiori e alberi curati con attenzione e gusto. Sembra di essere in una cittadella distante anni luce dal porto, dal centro e dalle spiagge, mentre invece siamo a pochi chilometri. Questa atmosfera, dove anche i pavoni, i gatti e tanti uccellini colorati sono parte dello scenario, è sicuramente merito dei monaci ortodossi che si aggirano laboriosi tra gli sparuti gruppetti di turisti stupiti che si sono spinti fin quassù, e che ammirano flemmatici le cupole di ardesia della chiesa e vagano nei sentieri ombrosi alla ricerca di refrigerio.
Dopo la visita riprendiamo l’auto e parcheggiamo vicino al porto per raggiungere a piedi il ristorante Kalo Pigadi per cena, nel tragitto passiamo davanti alla taverna Marmita e ci fermiamo un attimo per confermare la nostra prenotazione già fatta online per dopodomani. Questa sosta ci fa capire che si tratta di un bellissimo locale, dicono che sia il migliore dell’isola soprattutto per la cucina. Peraltro l’unico certificato per i pasti senza glutine.
Bene, lo proveremo presto! Intanto pensiamo a questa sera: dopo pochi metri troviamo il nostro Kalo Pigadi che ci apparecchia un bel tavolo esterno e ordiniamo frittelle di gamberi e seppioline fritte, feta fritta con birra Repi, una scura prodotta proprio a Skiathos, e l’ormai immancabile Mythos. Mangiamo bene, conduzione familiare, molto gentili. Paghiamo 60 Eu e ci rivedremo perché dimentichiamo a tavola un contenitore delle bimbe e ce lo terranno da parte fino al giorno in cui torneremo a ritirarlo, in occasione della cena da Marmita.
Kalo Pigadi si trova al termine di Papadiamantis Street, strada intitolata allo scrittore greco che ha vissuto qui. Questa è la via notturna per eccellenza, piena di locali, bar, gelaterie e tanti, tantissimi negozi di souvenir. Ovviamente è anche molto affollata, noi la percorriamo tutta fino al porto e facciamo un primo sopralluogo per vedere cosa acquistare al termine della vacanza.
Il sabato sera dell’isola sta per decollare su Papadiamantis Street, si sente adrenalina nell’aria, lo percepisci dai tanti giovani cotti dal sole che si preparano a fare festa proprio mentre noi ci prepariamo a tornare allo Sky Sea Resort.
Sono solo le 22:00 ma è tempo di lasciare agli altri le ore piccole, noi abbiamo le nostre piccole da mettere a letto.

Quanto abbiamo camminato oggi? 5 km

14/07 Skiathos – Megalos Aselinos e Kechria Beach

Stamattina Fede in versione sergente Gunny ci butta giù dal letto e dopo gli esercizi per la schiena, colazione, toilette, vestizioni e spalmate di crema, alle 9:30 siamo in strada per la spiaggia di Megalos Aselinos.
La troviamo ancora più bella della prima e sicuramente più facile da raggiungere. Arriviamo che è mezza vuota e quando andiamo via alle 12:30 si è riempita per le consuete due file e mezzo di ombrelloni; è pur sempre domenica, quindi pienone oggi!
Anche qui spendiamo gli incredibili 10 euro per ombrellone e due lettini, poi dopo bagni e giochi, andiamo a fare un po’ di spesa per pranzare al resort.
Nel pomeriggio ci dedichiamo alle piscine e poi ci prepariamo per un appuntamento che attendiamo dall’inizio del viaggio: vedere il tramonto sulla spiaggia a Kechria Beach, e poi cenare alla taverna Tarsanas.
Superata qualche piccola difficoltà sul tratto sterrato finale, arriviamo puntualissimi per vedere il sole tuffarsi nel mare. Sarà questa l’esperienza più bella che ricorderemo di questo viaggio: i colori incredibili, i tentacoli di polpo stesi a essiccare, il prato e gli ulivi vicino al mare, dove le bimbe giocano tutta la sera, e la tavola apparecchiata solo per noi sotto gli alberi.
Per quella che sarà la cena migliore del viaggio siamo sette adulti e ordiniamo un mix di antipasti tra cui l’immancabile polpo arrosto e i pomodori fritti con feta, un chilo di scampi arrosto e soprattutto un dentice da 2,2 chili fresco e pescato la mattina a Skiathos. Spendiamo 320 Eu e da bere ordiniamo l’ottimo Antithessi di Parissis, una casa vinicola che sorge proprio vicino il nostro resort.
Facciamo notte, le bimbe crollano e sulla strada disconnessa del ritorno si perdono un paio di lepri che si affacciano sulla strada per darci la buonanotte.

Quanto abbiamo camminato oggi? 2,7 km

15/07 Skiathos centro

Siamo verso la fine del viaggio e ancora non abbiamo visto un parchetto e il centro “alto” della città. Decidiamo di colmare questa lacuna e dopo aver lasciato la macchina nel parcheggio vicino al cimitero, prendiamo la stradina che costeggia una serie di affacci panoramici che offrono una vista spettacolare del mare e della costa. Proprio qui troviamo un parchetto che, a vedere le foto su Google Maps, un tempo doveva essere stato molto bello ma a causa dei soliti vandali è stato riconvertito a funzioni più ginniche che ludiche. Un vero peccato per i bambini.
Dopo qualche altalena, la nostra passeggiata procede e tra fontane fresche e gatti da inseguire ci perdiamo consapevolmente nel dedalo di vicoli. Le abitazioni sono tutte vicine, le porte aperte, molte ospitano turisti e sono curatissime: balconcini, persiane, piante e decorazioni. Tutto offre una vista d’insieme armoniosa e affascinante, ogni tanto su questi scorci già caratteristici, si aggiunge lontano il lampo azzurro del mare.
Arriviamo fino allo slargo della Chiesa della Natività di Maria e da qui ripartiamo per tornare alla macchina, attraverso altri viottoli ombrosi, altri panorami e profumi mediterranei.
A pranzo ci fermiamo al resort con gli altri, poi ci spostiamo nella piscina per i bimbi e quando il sole dà un po’ di tregua torniamo verso il centro, parcheggiamo sempre nelle vicinanze del porto e raggiungiamo l’attesissimo Marmita.
Che dire, forse avevamo troppe aspettative ma le cose non sono andate esattamente come speravamo. Almeno per quanto riguarda il servizio perché a mangiare abbiamo mangiato molto bene, per carità! Solo che la famosa certificazione senza glutine è stata una delusione perché non avevano pasta a causa del loro fornitore che da sette giorni non portava nulla. Ma noi l’abbiamo spiegato durante la prenotazione online e anche di persona, quando siamo passati due giorni prima: era per una bambina e hanno preso grandi appunti su tablet immacolati. A cosa è servito? La pasta senza glutine l’abbiamo trovata facilmente in tutti i supermercati, se volevano dare attenzione al cliente non dovevano aspettare il fornitore ma provvedere in qualche modo. Aggiungiamo poi l’errore nelle comande che ha prodotto una lunga attesa e un capello nella mussaka, così la serata si è trasformata in una sorte di congiura che non mi ha messo di buonumore.
Ma dico: perché mentre ordino fate gli strafichi, mandate a memoria le comande e poi portate le cose sbagliate? Scrivete alla vecchia maniera, è più facile per tutti.
Locale molto bello, curato nei dettagli, all’aperto e ventilato, con un menu interessante da cui scegliamo dei pomodori fritti (consigliati da Linda), cosce di pollo marinate con limone e origano, piatto senza glutine, una Soutzoukakia (polpette speziate e grigliate, servite con insalata e pita) e una mastodontica mussaka buona e pesantissima. Abbiamo bevuto acqua e birra e sul conto hanno cercato di rimediare alle défaillance della serata, infatti abbiamo pagato solo 77 Euro e ci hanno offerto anche tre dessert ottimi (ganache di cioccolato con sale e olio, creme caramel e crema catalana). Finale agrodolce, un po’ come l’intera esperienza.
Ci rifacciamo con lo shopping su Papadiamantis Street; per gli acquisti “battezziamo” lo store al civico 37 e compriamo i nostri grandi classici: bracciali, t-shirt, calamite, pallina di Natale e vestitino (39.50 Eu). Ma non è finita, perché domani ci aspetta l’ultimo giorno sull’isola e sicuramente ci sarà altro da comprare…

Quanto abbiamo camminato oggi? 5,6 km

16/07 Skiathos – Mandraki Beach

L’ultimo giorno completo a Skiathos lo passiamo alla scoperta di una nuova spiaggia che sarà anche la nostra preferita al termine del viaggio, precisamente quella di Mandraki.
Per arrivare percorriamo la stessa strada fatta per andare il primo giorno ad Agistros, solo che per la nuova destinazione ci addentriamo letteralmente nella foresta di pini seguendo degli sterrati poco battuti. Incontriamo qualche capra selvatica e a un certo punto una specie di parcheggio con macchine posizionate tra gli alberi. Il sentiero diventa sempre più stretto ma decidiamo di tentare il tutto per tutto e andiamo ancora avanti, oltre una curva a gomito ci aspetta una ripida discesa sabbiosa che porta… direttamente alla spiaggia!
La fortuna ha premiato la nostra audacia perché c’è un piccolo parcheggio con un ultimo posto libero che aspetta solo noi. Lasciamo la fedele Panda 4×4 proprio sotto il cartello con il nome della spiaggia e come al solito occupiamo un ombrellone con due lettini, e come al solito dopo un po’ arriva una signora a prendere i soliti 10 Euro del noleggio. Ha un metodo tutto particolare per ricordare chi va e viene, segna i nomi delle bimbe su un foglietto così se al prossimo giro di perlustrazione non dovesse trovare sotto l’ombrellone D. e I. sa che sono arrivati nuovi clienti.
Per pranzo abbiamo portato del pollo fritto e quando finiamo l’acqua vado a comprarla nella taverna vicina, all’incredibile costo di 50 cents (successivamente mi spiegheranno che, per un bene primario come l’acqua, i gestori hanno prezzi imposti e non può costare più di 60 cents).
Facciamo lunghi bagni nel mare limpido, pieno di pesci (occhiate) e con il fondo più sabbioso rispetto alle altre spiagge. Passiamo una bella giornata tra relax sotto l’ombrellone e a mollo, poi sulla strada del ritorno scopriamo per puro caso un posto da segnalare.
Attratti come falene da due enormi Pikachu gonfiabili a ridosso della strada principale, le bimbe impongono una sosta al Super Market Koukounaries. Prende il nome dall’antistante spiaggia più famosa dell’isola ma che noi, dietro consiglio, abbiamo evitato: è la più grande e attrezzata. Sicuramente anche questa molto bella ma decisamente più frequentata delle altre, con barche e intrattenimento per i turisti (qui ombrellone e due lettini costano 30 Euro).
Ma torniamo al supermarket, perché qui facciamo l’ultima grande spesa (111 Euro) in buona parte di souvenir per casa e per la tradizionale cena del ritorno. Quindi nel carrellino finiscono spezie, salse, dolcetti al miele, ouzo, olio, sportine, pochette, teli per il mare e alcuni accessori di ceramica. La cosa notevole, da segnalare, è che troviamo un assortimento molto più vasto di cibi senza glutine rispetto ai supermarket più grandi e centrali. Addirittura c’è la pasta Felicia e i tortellini sottovuoto di marche che normalmente compriamo in Italia! A saperlo avremmo fatto più spese qui. Prima del conto finale, passiamo in cassa anche l’ormai famigliare confezione di birra Mythos da portare al resort per l’ultima cena con i Coiros.
Per i saluti offriamo noi un “giro” di gyropita da Alexandros.

Quanto abbiamo camminato oggi? 1,6 km

17/07 Skiathos – Napoli – Gaeta

Il giorno della partenza è anche l’ultimo giorno che le bimbe trascorreranno con la nuova amichetta A.
Lasciamo che passino gli ultimi momenti insieme, tra pittura, giochi, jumping e la piscina dell’angolo kids. Noi intanto prepariamo le valigie, pronti a mettere in archivio questa prima vacanza di una settimana insieme al mare dopo il breve viaggio a Valencia di aprile scorso. Piano piano riprendiamo il ritmo…
Ci è piaciuta molto Skiathos, lo Sky Sea Resort e l’accoglienza di Paolo e di tutte le persone con cui abbiamo condiviso spazi e trascorso del tempo: Luca, Orazio, Andrea e Linda su tutti. Ci rivedremo sicuramente quando a fine stagione torneranno in Italia.
Prima di tornare a casa c’è ancora tempo per un piccolo regalo che D. vuole fare a Fede all’aeroporto di Skiathos e poi per un giro al Centro Campania appena atterriamo. E che non lo vuoi comprare un altro dinosauro?
Siamo proprio cotti ma non abbastanza da rinunciare alla pizza di Napoli, solo dopo siamo pronti per tornare a Gaeta. Alla nostra CasaBella.

Ma alla fine, quanto abbiamo camminato? 27 km

Note
Libri letti su Kindle: I dodici segreti di Robert Gold e The Pilgrim di Terry Hayes

Idee per le vacanze: diari di viaggio pronti!

Diari di viaggio da Granada, Bruges, Mont Saint Michel, Tokyo, Nara e il Kumano Kodo
Diari di viaggio: un po’ di Belgio, un po’ di Spagna, un po’ di Francia, un po’ di Giappone, un po’ di me e Federica 😉

Da qualche anno non aggiornavo la lista dei luoghi visitati con i rispettivi diari di viaggio, con questo post ho recuperato un po’ di tempo perduto.
I Paesi del mondo in cui ho viaggiato sono aumentati e le località attraversate in nave, aereo, treno, bus, macchina sono anche di più. Come i diari di viaggio che ho scritto!
La pubblicazione dei diari di viaggio su questo blog è ormai un rito, un appuntamento fisso con i miei ricordi e con altri viaggiatori che vogliono fare esperienze simili.
I miei viaggi divisi per anno sono direttamente collegati al rispettivo diario: pronti a partire? 😉

2018: Normandia in macchina: Rouen, Mont Sant-Michel, Omaha Beach, Bayeux, Arromanches, Honfleur, Etretat, Giverny (Francia); Amsterdam (8) e Volendam (3)
2017: Bruges e Bruxelles (Belgio); Tokyo, Watarase Onsen, Hongu (Kumano Kodo), Shirahama, Nachi, Koyasan, Kyoto e Nara (Giappone); Sofia (Bulgaria)
2016: Vilnius e Trakai (Lituania); Amsterdam (6), Volendam (2), Monnickendam (2), Marken (2) e Edam
(Paesi Bassi); Andalusia (2) in macchina: Granada (2), Cordoba, Ronda, Nerja e Malaga (Spagna); Amsterdam (7); Cracovia e Auschwitz (Polonia)
2015: Varanasi, Sarnath, Agra, Fatehpur Sikri, Jaipur, Delhi (India); Miami, Key West (2), Orlando (3), Savannah, New Orleans, New York (3); Bratislava e Devin (Slovacchia), Vienna (Austria);
2014: Atene (Grecia); Mosca e San Pietroburgo (Russia); San Francisco, Las Vegas e i grandi parchi americani (USA); Porto (Portogallo)
2013: Phnom Pen, Siem Reap, Koh Kong (Cambogia); Bristol (2), Salisbury (2), Stonehenge (2) e Bath (UK); Andalusia in macchina: Siviglia (2), Gibilterra (UK), Cadice (Spagna); Parigi (7)
2012: Parigi e Disneyland (6)
2010: Bristol , Salisbury, Stonehenge (UK), Amsterdam (5), Volendam, Monnickendam, Marken (Paesi Bassi), Madrid (Spagna)
2009: Amsterdam (3); Budapest (Ungheria); Edimburgo e Cramond (Scozia), Brema (Germania), Amsterdam (4), Lisbona (Portogallo)
2008: Berlino (Germania); Istanbul (Turchia)
2007: Siviglia e Granada (Spagna)
2006: Route 66 in macchina: Chicago, St. Louis, Springfield, Oklahoma City, Amarillo, Tucumcari, Santa Fe, Los Alamos, Albuquerque, Holbrook, Grand Canyon, Flagstaff, Las Vegas, Los Angeles (USA)
2005: Key West, Orlando (2), New York (2) (USA), Cozumel, Playa del Carmen e Tulum (Messico), Haltun Ha (Belize); Valencia (Spagna)
2004: Mumbai e Calcutta (India); Barcellona (Spagna); Parigi (5); Mauritius girata in macchina; Londra (2)
2001: Parigi (4)
1999: Il Cairo, Menfi, Saqquara e Giza (Egitto)
1998: Parigi (3); New York, Schenektady, Albany e Orlando (USA)
1997: Guadalupa e Martinica girate in auto
1996: Interrail: Parigi (2), Londra (UK) e Amsterdam (2)
1995: Montecarlo (Principato di Monaco); Praga (Repubblica Ceca); Interrail: Parigi (Francia), Bruxelles (Belgio), Amsterdam (Paesi Bassi), Dachau e Monaco di Baviera (Germania).

Le recensioni di ristoranti e hotel le pubblico sul mio profilo Tripadvisor 😉

Diario di viaggio: Atene

L'acropoli vista dall'Agorà Antica
L’acropoli vista dall’Agorà Antica

Gira e rigira, ad Atene ancora non ero andato!
Non era tra le mie mete prioritarie in Europa ma sapevo che andava visitata, che non dovevo fermarmi ad ascoltare quelli che tornavano commentando: “A parte l’Acropoli, non c’è niente”. Alla fine sono partito, ho visto, letto, assaggiato, attraversato Atene, e ve la racconto.

04/04 Roma – Atene

Ho deciso di andare ad Atene per vedere le sue attrazioni principali, i monumenti, i luoghi dell’arte e della filosofia classica.
Non sono andato a fare analisi sugli sviluppi della crisi economica; non sono un esperto di macroeconomia e ho sempre trovato discutibili i commenti, positivi o negativi, rilasciati su un intero Paese al ritorno da un viaggio, commenti che di solito si basano sulla qualità del proprio soggiorno.
Quattro giorni passati ad Atene, o in qualsiasi luogo del mondo, non ti fanno capire niente di quel luogo. Ti danno un’impressione, che può essere anche del tutto sbagliata. Ciò che vediamo in un viaggio è una porzione di realtà, una rappresentazione: è come il mito della caverna di Platone.
Appunto. Torniamo ad Atene.
La compagnia scelta per volare è easyJet, i biglietti a/r sono stati acquistati con due mesi di anticipo per la cifra di 81 Euro a persona, solo bagaglio a mano.
Con l’applicazione per smartphone il check-in si fa online e la carta d’imbarco arriva sul telefono: niente stampe da portare con sé… però, mi raccomando, ricordate di arrivare in aeroporto con la batteria carica!
Questa è la novità più bella, però mi è dispiaciuto ritrovare una “vecchia” abitudine di questa compagnia: in coda per salire sull’areo ci hanno preso i bagagli per metterli in stiva! Mi era già accaduto durante il viaggio a Berlino, lo fanno a campione e anche se rispetti le dimensioni per i bagagli in cabina, lo stivano e ti costringono a ritirarlo sul nastro a destinazione. Con relativa perdita di tempo…
L’aereo parte puntuale alle 12:35 e dopo un’ora e mezza atterra ad Atene. Lancette avanti di un’ora e poi via verso la metro, piccolissima, che ha solo tre linee ma nuove e funzionali.
La linea da prendere per arrivare in centro è la 3, direzione Agias Marina (ogni 30 minuti). Il biglietto costa 8 Euro (solo andata) e la fermata di riferimento è quella di Syntagma (circa 40 minuti) che per noi corrisponde anche alla fermata più vicina all’albergo. È qui che si fermano anche i bus navetta (linea X95, prezzo della corsa 5 Euro).
Piazza Syntagma è la piazza antistante il parlamento greco, divenuta famosa per gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine.
Ci diamo un’occhiata intorno per orientarci e 200 metri più in là troviamo il nostro Athens Diamond Plus.
Pausa veloce, un cambio camera perché la prima non c’è piaciuta troppo, e siamo subito in strada per andare verso i Giardini Nazionali e il Tempio di Zeus Olimpio.
Appena fuori l’albergo notiamo un ristorantino interessante, pochi tavoli solo all’esterno e nessun turista: lo candidiamo subito come probabile scelta per la cena.
Prima di arrivare a destinazione visitiamo la chiesa di Sotira Lycodimou e notiamo due caratteristiche che saranno poi una costante del viaggio: gli edifici ortodossi sono piccoli, direi minuscoli in confronto alle nostre chiese, e sono mescolati nel tessuto cittadino come delle oasi; soprattutto, sono molto frequentati. Non abbiamo assistito mai a una cerimonia eppure ogni volta che abbiamo visitato un luogo sacro abbiamo visto persone entrare, pregare, fare un’offerta, baciare le icone e uscire. Pura devozione.
Il sito archeologico del Tempio di Zeus si vede bene anche dall’esterno ma vale la pena entrare perché è incluso nel biglietto integrato che comprende sette importanti attrazioni.
Altre informazioni sul biglietto integrato per Atene: costa solo 12 Euro e permette l’ingresso all’Agorà antica e a quella romana, al Teatro di Dioniso, al museo Ceramico, alla biblioteca di Adriano e alla regina di Atene, sua maestà l’Acropoli.
Torniamo al Tempio di Zeus: la visita è suggestiva, i resti sono maestosi e lasciano intuire la magnificenza di un’opera che risale a quasi 2000 anni fa e che è stata realizzata in sei secoli. Il nucleo rimasto in piedi consiste di 15 colonne delle 104 originarie, alte 17 metri e con un diametro di 170 centimetri.
Scattiamo qualche foto e mentre individuiamo tra gli alberi i marmi bianchi del monumentale Stadio Panatenaico, il fischio di un custode ci riporta all’anno 2014. Sono le 20:00, stanno chiudendo e noi dobbiamo cenare.
Ci sediamo di fronte il parco dei Giardini Nazionali e incrociamo le nostre ricerche tra carta e digitale: selezioniamo dei locali dalla guida e poi controlliamo distanze e recensioni sullo smartphone. La scelta cade sulla taverna Paradosiako, la raggiungiamo percorrendo stradine buie del quartiere Plaka e svoltato un angolo… sorpresa! Il Paradosiako è proprio quel piccolo ristorante su cui avevamo puntato gli occhi appena usciti dall’hotel! 🙂
Aspettiamo qualche minuto, sorvoliamo sulla scortesia iniziale della cameriera, anzi rispondiamo con maggiori sorrisi, e la nostra pazienza viene ripagata perché per il resto della serata si dimostrerà attenta e disponibile. Ordiniamo una feta saganaki (formaggio greco pastellato, simile alla nostra mozzarella in carrozza) e merluzzo fritto con crema all’aglio, una bella porzione di moussaka e una retsina in bottiglia che sapeva un po’ di muffa.
Non doveva essere di sicuro un ristorante raffinato, anzi, cercavamo proprio sapori tradizionali, senza fronzoli. Il menù scarno e l’ambiente “spartano” promettevano benissimo però siamo stati delusi. Abbiamo speso 28 Euro in due, e siamo andati via convinti che per i prossimi pasti avremmo trovato sicuramente qualcosa di migliore.
Diciamo che il primo “assaggio” di Atene resterà memorabile per merito del magnifico Tempio di Zeus 😉

05/04 Atene

Sveglia puntata alle 08:30 per fare una ricca colazione (pane, uova strapazzate, rustici, croissant con miele e nutella, fagottini mele e cannella, the e spremuta d’arancia) e preparare un paio di panini con arrosto di tacchino e formaggio, poi siamo pronti per muoverci verso l’Acropoli.
Prima di raggiungere la mitica collina che sovrasta la città impreziosita dai suoi monumenti bianchi, passiamo per la Cattedrale di Atene. L’edificio è di epoca recente (1862), non troppo entusiasmante ma riserva una sorpresa: al suo fianco, praticamente nascosta dalla gigantesca sede dell’arcivescovo ortodosso, c’è la minuscola chiesa della Panagìa Gorgoepìcos, del XII secolo, e questa sì che è un gioiellino da non perdere.
Nel proseguire verso la destinazione programmata abbiamo fotografato i resti della Biblioteca di Adriano e dell’Agorà Romana con la bellissima Torre dei venti. Poi abbiamo iniziato a salire verso l’Acropoli.
Attenzione! Avevo detto che non avrei improvvisato analisi di macroeconomia, ma questo passaggio è importante anche per un solo week end: una prova della crisi economica e dei tagli ai finanziamenti sul pubblico impiego, si trova nella chiusura di numerosi cancelli secondari per accedere ai più importanti siti archeologici. Assicuratevi di entrare sempre dall’ingresso principale, perché quello sicuramente sarà aperto.
Noi abbiamo scelto un percorso secondario, con tanto di cancello chiuso che – per carità! – ci ha fatto sì vedere scorci stupendi della città che altrimenti avremmo perso, però una volta arrivati quasi in cima ci ha costretto a riscendere in basso verso l’unico ingresso aperto… per poi risalire di nuovo!
L’Acropoli, che dire, è una di quelle cose che da sola vale il viaggio. Tutto il percorso, fino in cima, rivela meraviglie: il Santuario di Asclepio, il Teatro di Dioniso e l’Odeon di Erode Attico si succedono in tutto il loro splendore. L’Odeon in particolare, affascina perché, seppure la platea sia stata ricostruita con interventi contemporanei, svolge la sua funzione originaria e ospita quindi concerti e rappresentazioni di teatro e danza. Un’atmosfera unica al mondo, dove lo spettacolo in scena deve sfidare la scenografia naturale, con la collina di Filopappo alle spalle e, più in là, addirittura l’azzurro del mare.
Particolare curioso: durante la salita (mi raccomando, andate “leggeri” e non dimenticate di portare acqua) abbiamo incontrato, tra le rocce e i resti antichi, un paio di tartarughe che si godevano il sole caldo.
A questo punto arrivano in sequenza i pezzi da novanta: Tempio di Atena Nike, i Propilei, il Portico delle Cariatidi, l’Eretteo e lui, il sovrano dell’Acropoli: il Partenone.
Purtroppo il simbolo assoluto della Grecia antica è in restauro dal 2010 e le gru deturpano un po’ l’insieme, però l’imponenza delle colonne, le metope, i fregi e il frontone fanno bene intendere quanto il tempio fosse importante sin dalle origini. Dedicato ad Atena, è stato realizzato con materiali di alta qualità e l’intervento dei migliori architetti e artisti del periodo, Fidia su tutti.
Il bianco dei marmi e le venature rossastre della roccia creano contrasti e giochi di colore che variano in funzione della luce ricevuta. Lo scorrere delle ore e le condizioni atmosferiche possono pennellare sul Partenone sfumature che vanno dal rosa tenue all’arancio.
Scattate le foto di rito e ammirato il panorama a 360 gradi su Atene, inizia la discesa fino al Museo dell’Acropoli che si trova su una bella passeggiata pedonale alle pendici della collina.
Design moderno, ha buona parte dei pavimenti in plexiglas per mostrare le opere da tutti i punti di vista, a cominciare dalle fondamenta che ospitano un antico quartiere ateniese ritrovato durante i lavori e subito inglobato armoniosamente nella progettazione.
L’ingresso costa 5 Euro, la visita è breve e i pezzi da non perdere sono due: le Cariatidi (quelle dell’Eretteo sono delle copie) e il fregio del Partenone, lungo ben 160 metri, esposto in una galleria inondata di luce grazie alle enormi vetrate da cui si può ammirare tutto lo splendore del tempio di provenienza.
Ma non è finita, perché la giornata di totale immersione classica continua.
Una volta fuori dal museo prendiamo la metro e scendiamo a Monastiraki dove c’è l’omonima piazza molto frequentata; qui sbucano i vicoli del quartiere che insieme formano un grande e molto apprezzato mercatino delle pulci.
Non ci fermiamo a frugare tra le merci esposte perché è tardi, molti negozi stanno chiudendo e abbiamo ancora un luogo importante da visitare: l’Antica Agorà.
Anche questo sito è incluso nel biglietto integrato (che è valido 4 giorni) e vale la pena visitarlo. Per quella che è stata la mia esperienza, ricorderò l’Agorà come la visita più bella fatta tra i tanti monumenti della città.
L’Agorà era il centro della vita culturale, politica e commerciale di Atene. Qui Socrate esponeva la sua filosofia e sempre da qui San Paolo iniziò la sua missione per il cristianesimo.
Oggi i monumenti sono immersi in una fitta vegetazione mediterranea, rigogliosa e ben curata, all’ombra dell’Acropoli, che sovrasta il sito e offre al panorama scorci unici da fotografare.
Da non perdere la Stoà di Attalo, un portico con 45 colonne ricostruito sull’originale, che ospita il museo dell’Agorà. All’interno troviamo reperti interessanti ma i più suggestivi sono i cocci rotti dell’òstraka (da qui “ostracismo”), la condanna all’esilio da Atene – vale a dire un marchio d’infamia pari alla morte – tra cui quello che riporta il nome di Socrate.
E per finire c’è il magnifico tempio di Efesto, il meglio conservato di tutta la Grecia, che sembra un piccolo Partenone (difatti è stato realizzato dallo stesso architetto, Ictino) e sorge su una collinetta immersa nel verde: 2500 anni di storia portati benissimo.
Giornata di escursioni finita, è tempo di rientrare e soprattutto di provare un nuovo ristorante.
La scelta ricade sul tranquillo Filema Mezedopoleio, locale molto vicino al centro di piazza Syntagma ma in una viuzza che lo protegge dal caos. Tavoli esterni tutto l’anno e un menù con specialità tipiche.
Abbiamo ordinato un ouzo accompagnato da pastourma e poi due portate principali: polpette di agnello e manzo alla griglia servite con pomodori, cipolle, yogurt greco con paprika, salsa ai peperoni e pita; e un piatto di riso speziato con spezzatino di manzo al sugo con melanzane e zucchine. Per finire una pannacotta servita su una base di creme caramel. Era tutto ottimo, molto meglio della sera precedente: servizio, qualità, vino e… conto! (30.40 Euro).
Una giornata molto intensa si conclude, domani sarà meno frenetica ma ugualmente piena di cose da fare.

06/04 Atene

Ieri abbiamo visto tantissimo di Atene, quindi oggi ce la possiamo prendere con più calma.
Solita ricca colazione e alle 11:30 siamo fuori l’hotel diretti verso il Ceramico, l’ultimo sito archeologico che abbiamo deciso di visitare.
Prendiamo la metro e scendiamo a Thisio dove troviamo un piccolo mercatino dell’antiquariato, facciamo un giro tra le bancarelle e ci fermiamo nel parco: la stanchezza inizia a farsi sentire, l’autonomia è ridotta 🙂
Percorriamo Ermou fino al museo e iniziamo la visita, a dire il vero non troppo entusiasmante.
Il Ceramico è un antico cimitero, un tempo quartiere di vasai, ricco di tombe monumentali e vegetazione. Anche qui abbiamo trovato alcune tartarughe al sole e, all’interno del piccolo museo, alcune statue interessanti tra cui quella dell’enorme toro posto sulla tomba di Dioniso di Kollitos.
Il meteo non promette niente di buono, nubi minacciose si addensano sulla collina di Licabetto e promettono rovesci. Mangiamo un sandwich e procediamo spediti per iniziare il classico giro di shopping per i souvenir. Raggiungiamo i vicoli di Monastiraki e Plaka e ci perdiamo nei negozi che vendono il tipico ciarpame turistico 🙂
Alla fine acquistiamo un po’ di tutto: dolcetti baklava e kataifi, calamite, spezie, saponi, t-shirt, pashmine, shopper, ouzo, bicchieri e anche un mini-peplo per la mia nipotina “fescion” 😉
Allora, un giro per queste strade va fatto, non c’è dubbio. Ma se volete comprare souvenir consiglio lo store che affaccia sulla piazza della cattedrale: un solo grande negozio che vende tutto ciò che potete trovare sparpagliato nelle singole botteghe dei quartieri. Spendete meglio e ve la sbrigate in un’unica soluzione.
Dopo un passaggio in hotel usciamo nuovamente per cenare ancora da Filema: ristorante vincente non si cambia, specie se il giorno dopo devi partire.
Stavolta ordiniamo frittelle di zucchine e tzatziki, le polpette Filema (in pratica la stessa carne di ieri, ma fritta) e salsiccia (aromatizzata con cipollotto e servita con senape e pomodori). Il dessert lo saltiamo per evidente sazietà, lasciamo sul tavolo 25.40 Euro e usciamo in tempo per andare a vedere un’altra grande attrazione di Atene: il cambio della guardia.
Il monumento al milite ignoto è proprio tra il Parlamento e piazza Syntagma, presidiato da guardie presidenziali con gonnellino, fez e le caratteristiche scarpette con i pon pon sulle punte. Allo scoccare di ogni ora arriva un drappello di quattro uomini da cui si distaccano le due nuove guardie. Tutto avviene con precisione: un ufficiale dà i comandi e i protagonisti del cambio eseguono i movimenti previsti dal cerimoniale.
Si alternano movenze rapide sul fucile e lente sulla marcia, addirittura negli spostamenti mimano una corsa al rallentatore: restano in equilibrio precario tenendo un braccio in alto e la gamba ben sollevata, poi muovono passi lunghissimi e lentissimi.
Non vorrei sembrare dissacrante ma questo cambio della guardia l’ho trovato più buffo che marziale, con quelle scarpe poi… 😉
E anche questa è fatta: un’altra lunga giornata ateniese si chiude così, con il sorriso.

07/04 Atene – Roma

Ultima giornata ad Atene, ultima colazione e ultima destinazione: uscire dal circuito turistico per visitare il quartiere Psyrrì dove ha sede il mercato centrale.
Io consiglio sempre un salto al mercato, si incontra la gente del posto in uno spaccato di vita quotidiana: puoi vedere come i locali si salutano, trattano, litigano, comprano… e poi ci sono le merci, i colori, gli odori, i sapori. Vale la pena, sì, e il mercato di Atene non delude.
Qualche giorno prima della partenza l’ennesimo servizio televisivo lo mostrava come un luogo desolato, privo di anima e persone. All’inizio di questo reportage ho promesso che non avrei fatto analisi economiche del tipo “ma quale crisi, i ristoranti sono pieni!” (cit.), però ho trovato un mercato molto diverso da come l’avevo visto in TV: affollato, divertente e pieno di ogni bendidio 🙂
Le strade esterne ospitano negozi e banchi che vendono di tutto: animali, merce che sembra uscita dagli anni ’80, tipo macchine fotografiche usa e getta e le terribili sveglie della nonna, quelle con la gallina che becca in terra muovendo il collo al ritmo dei secondi; poi ci sono gli alimentari con formaggi e salumi, gli ambulanti con patate e cipolle e i più belli: quelli delle spezie, vivaci e profumati.
In base al percorso si può entrare nella zona del pesce o della carne. Non è un posto per stomaci forti: se siete animalisti, vegani o vegeteriani, non è il caso di andare perché potreste trovare l’ambiente un tantino crudele, e stomachevole. Budella, cuori, fegati, lingue e teste tagliate sono in bella mostra e con tutto quel sangue sembra un set horror. Però se non siete particolarmente sensibili vi piacerà ascoltare le urla dei venditori, vederli indaffarati mentre affettano, tagliano, preparano cartocci.
E poi la sorpresa. Nel caos del commercio abbiamo trovato un’oasi di pace: l’ennesima chiesetta silenziosa ma piena di vita, con i fedeli di passaggio per un’offerta e gli interni decorati anneriti dal fumo delle candele. La piccola chiesa bizantina di St. Kyriaki si trova su Athina street e se la trovate vi lascerà un ultimo, rasserenante ricordo di Atene.
Ci siamo, è proprio tempo di tornare alla metro Omonia, rientrare in hotel a prendere i bagagli e andare in aeroporto. Si torna in Italia con quel pizzico di nostalgia che accompagna un viaggio che finisce, ma per fortuna c’è anche l’euforia per un altro viaggio che si avvicina: poco prima di partire per Atene ci hanno avvisato che i visti per la Russia sono arrivati.
E ovviamente arriverà anche il diario di viaggio a Mosca e San Pietroburgo 😉

Note
L’hotel è stato prenotato su Booking.
Il libro portato in viaggio su Kindle è stato L’eredità dei corpi di Marco Porru
Per soggiorni brevi consiglio la guida Lonely Planet, Atene – collana Pocket
Come applicazioni da usare offline possono bastare queste:
MetrO, per tutte le fermate e i percorsi della metropolitana
– TripAdvisor Offline City Guides