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Diario di viaggio: Atene

L'acropoli vista dall'Agorà Antica
L’acropoli vista dall’Agorà Antica

Gira e rigira, ad Atene ancora non ero andato!
Non era tra le mie mete prioritarie in Europa ma sapevo che andava visitata, che non dovevo fermarmi ad ascoltare quelli che tornavano commentando: “A parte l’Acropoli, non c’è niente”. Alla fine sono partito, ho visto, letto, assaggiato, attraversato Atene, e ve la racconto.

04/04 Roma – Atene

Ho deciso di andare ad Atene per vedere le sue attrazioni principali, i monumenti, i luoghi dell’arte e della filosofia classica.
Non sono andato a fare analisi sugli sviluppi della crisi economica; non sono un esperto di macroeconomia e ho sempre trovato discutibili i commenti, positivi o negativi, rilasciati su un intero Paese al ritorno da un viaggio, commenti che di solito si basano sulla qualità del proprio soggiorno.
Quattro giorni passati ad Atene, o in qualsiasi luogo del mondo, non ti fanno capire niente di quel luogo. Ti danno un’impressione, che può essere anche del tutto sbagliata. Ciò che vediamo in un viaggio è una porzione di realtà, una rappresentazione: è come il mito della caverna di Platone.
Appunto. Torniamo ad Atene.
La compagnia scelta per volare è easyJet, i biglietti a/r sono stati acquistati con due mesi di anticipo per la cifra di 81 Euro a persona, solo bagaglio a mano.
Con l’applicazione per smartphone il check-in si fa online e la carta d’imbarco arriva sul telefono: niente stampe da portare con sé… però, mi raccomando, ricordate di arrivare in aeroporto con la batteria carica!
Questa è la novità più bella, però mi è dispiaciuto ritrovare una “vecchia” abitudine di questa compagnia: in coda per salire sull’areo ci hanno preso i bagagli per metterli in stiva! Mi era già accaduto durante il viaggio a Berlino, lo fanno a campione e anche se rispetti le dimensioni per i bagagli in cabina, lo stivano e ti costringono a ritirarlo sul nastro a destinazione. Con relativa perdita di tempo…
L’aereo parte puntuale alle 12:35 e dopo un’ora e mezza atterra ad Atene. Lancette avanti di un’ora e poi via verso la metro, piccolissima, che ha solo tre linee ma nuove e funzionali.
La linea da prendere per arrivare in centro è la 3, direzione Agias Marina (ogni 30 minuti). Il biglietto costa 8 Euro (solo andata) e la fermata di riferimento è quella di Syntagma (circa 40 minuti) che per noi corrisponde anche alla fermata più vicina all’albergo. È qui che si fermano anche i bus navetta (linea X95, prezzo della corsa 5 Euro).
Piazza Syntagma è la piazza antistante il parlamento greco, divenuta famosa per gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine.
Ci diamo un’occhiata intorno per orientarci e 200 metri più in là troviamo il nostro Athens Diamond Plus.
Pausa veloce, un cambio camera perché la prima non c’è piaciuta troppo, e siamo subito in strada per andare verso i Giardini Nazionali e il Tempio di Zeus Olimpio.
Appena fuori l’albergo notiamo un ristorantino interessante, pochi tavoli solo all’esterno e nessun turista: lo candidiamo subito come probabile scelta per la cena.
Prima di arrivare a destinazione visitiamo la chiesa di Sotira Lycodimou e notiamo due caratteristiche che saranno poi una costante del viaggio: gli edifici ortodossi sono piccoli, direi minuscoli in confronto alle nostre chiese, e sono mescolati nel tessuto cittadino come delle oasi; soprattutto, sono molto frequentati. Non abbiamo assistito mai a una cerimonia eppure ogni volta che abbiamo visitato un luogo sacro abbiamo visto persone entrare, pregare, fare un’offerta, baciare le icone e uscire. Pura devozione.
Il sito archeologico del Tempio di Zeus si vede bene anche dall’esterno ma vale la pena entrare perché è incluso nel biglietto integrato che comprende sette importanti attrazioni.
Altre informazioni sul biglietto integrato per Atene: costa solo 12 Euro e permette l’ingresso all’Agorà antica e a quella romana, al Teatro di Dioniso, al museo Ceramico, alla biblioteca di Adriano e alla regina di Atene, sua maestà l’Acropoli.
Torniamo al Tempio di Zeus: la visita è suggestiva, i resti sono maestosi e lasciano intuire la magnificenza di un’opera che risale a quasi 2000 anni fa e che è stata realizzata in sei secoli. Il nucleo rimasto in piedi consiste di 15 colonne delle 104 originarie, alte 17 metri e con un diametro di 170 centimetri.
Scattiamo qualche foto e mentre individuiamo tra gli alberi i marmi bianchi del monumentale Stadio Panatenaico, il fischio di un custode ci riporta all’anno 2014. Sono le 20:00, stanno chiudendo e noi dobbiamo cenare.
Ci sediamo di fronte il parco dei Giardini Nazionali e incrociamo le nostre ricerche tra carta e digitale: selezioniamo dei locali dalla guida e poi controlliamo distanze e recensioni sullo smartphone. La scelta cade sulla taverna Paradosiako, la raggiungiamo percorrendo stradine buie del quartiere Plaka e svoltato un angolo… sorpresa! Il Paradosiako è proprio quel piccolo ristorante su cui avevamo puntato gli occhi appena usciti dall’hotel! 🙂
Aspettiamo qualche minuto, sorvoliamo sulla scortesia iniziale della cameriera, anzi rispondiamo con maggiori sorrisi, e la nostra pazienza viene ripagata perché per il resto della serata si dimostrerà attenta e disponibile. Ordiniamo una feta saganaki (formaggio greco pastellato, simile alla nostra mozzarella in carrozza) e merluzzo fritto con crema all’aglio, una bella porzione di moussaka e una retsina in bottiglia che sapeva un po’ di muffa.
Non doveva essere di sicuro un ristorante raffinato, anzi, cercavamo proprio sapori tradizionali, senza fronzoli. Il menù scarno e l’ambiente “spartano” promettevano benissimo però siamo stati delusi. Abbiamo speso 28 Euro in due, e siamo andati via convinti che per i prossimi pasti avremmo trovato sicuramente qualcosa di migliore.
Diciamo che il primo “assaggio” di Atene resterà memorabile per merito del magnifico Tempio di Zeus 😉

05/04 Atene

Sveglia puntata alle 08:30 per fare una ricca colazione (pane, uova strapazzate, rustici, croissant con miele e nutella, fagottini mele e cannella, the e spremuta d’arancia) e preparare un paio di panini con arrosto di tacchino e formaggio, poi siamo pronti per muoverci verso l’Acropoli.
Prima di raggiungere la mitica collina che sovrasta la città impreziosita dai suoi monumenti bianchi, passiamo per la Cattedrale di Atene. L’edificio è di epoca recente (1862), non troppo entusiasmante ma riserva una sorpresa: al suo fianco, praticamente nascosta dalla gigantesca sede dell’arcivescovo ortodosso, c’è la minuscola chiesa della Panagìa Gorgoepìcos, del XII secolo, e questa sì che è un gioiellino da non perdere.
Nel proseguire verso la destinazione programmata abbiamo fotografato i resti della Biblioteca di Adriano e dell’Agorà Romana con la bellissima Torre dei venti. Poi abbiamo iniziato a salire verso l’Acropoli.
Attenzione! Avevo detto che non avrei improvvisato analisi di macroeconomia, ma questo passaggio è importante anche per un solo week end: una prova della crisi economica e dei tagli ai finanziamenti sul pubblico impiego, si trova nella chiusura di numerosi cancelli secondari per accedere ai più importanti siti archeologici. Assicuratevi di entrare sempre dall’ingresso principale, perché quello sicuramente sarà aperto.
Noi abbiamo scelto un percorso secondario, con tanto di cancello chiuso che – per carità! – ci ha fatto sì vedere scorci stupendi della città che altrimenti avremmo perso, però una volta arrivati quasi in cima ci ha costretto a riscendere in basso verso l’unico ingresso aperto… per poi risalire di nuovo!
L’Acropoli, che dire, è una di quelle cose che da sola vale il viaggio. Tutto il percorso, fino in cima, rivela meraviglie: il Santuario di Asclepio, il Teatro di Dioniso e l’Odeon di Erode Attico si succedono in tutto il loro splendore. L’Odeon in particolare, affascina perché, seppure la platea sia stata ricostruita con interventi contemporanei, svolge la sua funzione originaria e ospita quindi concerti e rappresentazioni di teatro e danza. Un’atmosfera unica al mondo, dove lo spettacolo in scena deve sfidare la scenografia naturale, con la collina di Filopappo alle spalle e, più in là, addirittura l’azzurro del mare.
Particolare curioso: durante la salita (mi raccomando, andate “leggeri” e non dimenticate di portare acqua) abbiamo incontrato, tra le rocce e i resti antichi, un paio di tartarughe che si godevano il sole caldo.
A questo punto arrivano in sequenza i pezzi da novanta: Tempio di Atena Nike, i Propilei, il Portico delle Cariatidi, l’Eretteo e lui, il sovrano dell’Acropoli: il Partenone.
Purtroppo il simbolo assoluto della Grecia antica è in restauro dal 2010 e le gru deturpano un po’ l’insieme, però l’imponenza delle colonne, le metope, i fregi e il frontone fanno bene intendere quanto il tempio fosse importante sin dalle origini. Dedicato ad Atena, è stato realizzato con materiali di alta qualità e l’intervento dei migliori architetti e artisti del periodo, Fidia su tutti.
Il bianco dei marmi e le venature rossastre della roccia creano contrasti e giochi di colore che variano in funzione della luce ricevuta. Lo scorrere delle ore e le condizioni atmosferiche possono pennellare sul Partenone sfumature che vanno dal rosa tenue all’arancio.
Scattate le foto di rito e ammirato il panorama a 360 gradi su Atene, inizia la discesa fino al Museo dell’Acropoli che si trova su una bella passeggiata pedonale alle pendici della collina.
Design moderno, ha buona parte dei pavimenti in plexiglas per mostrare le opere da tutti i punti di vista, a cominciare dalle fondamenta che ospitano un antico quartiere ateniese ritrovato durante i lavori e subito inglobato armoniosamente nella progettazione.
L’ingresso costa 5 Euro, la visita è breve e i pezzi da non perdere sono due: le Cariatidi (quelle dell’Eretteo sono delle copie) e il fregio del Partenone, lungo ben 160 metri, esposto in una galleria inondata di luce grazie alle enormi vetrate da cui si può ammirare tutto lo splendore del tempio di provenienza.
Ma non è finita, perché la giornata di totale immersione classica continua.
Una volta fuori dal museo prendiamo la metro e scendiamo a Monastiraki dove c’è l’omonima piazza molto frequentata; qui sbucano i vicoli del quartiere che insieme formano un grande e molto apprezzato mercatino delle pulci.
Non ci fermiamo a frugare tra le merci esposte perché è tardi, molti negozi stanno chiudendo e abbiamo ancora un luogo importante da visitare: l’Antica Agorà.
Anche questo sito è incluso nel biglietto integrato (che è valido 4 giorni) e vale la pena visitarlo. Per quella che è stata la mia esperienza, ricorderò l’Agorà come la visita più bella fatta tra i tanti monumenti della città.
L’Agorà era il centro della vita culturale, politica e commerciale di Atene. Qui Socrate esponeva la sua filosofia e sempre da qui San Paolo iniziò la sua missione per il cristianesimo.
Oggi i monumenti sono immersi in una fitta vegetazione mediterranea, rigogliosa e ben curata, all’ombra dell’Acropoli, che sovrasta il sito e offre al panorama scorci unici da fotografare.
Da non perdere la Stoà di Attalo, un portico con 45 colonne ricostruito sull’originale, che ospita il museo dell’Agorà. All’interno troviamo reperti interessanti ma i più suggestivi sono i cocci rotti dell’òstraka (da qui “ostracismo”), la condanna all’esilio da Atene – vale a dire un marchio d’infamia pari alla morte – tra cui quello che riporta il nome di Socrate.
E per finire c’è il magnifico tempio di Efesto, il meglio conservato di tutta la Grecia, che sembra un piccolo Partenone (difatti è stato realizzato dallo stesso architetto, Ictino) e sorge su una collinetta immersa nel verde: 2500 anni di storia portati benissimo.
Giornata di escursioni finita, è tempo di rientrare e soprattutto di provare un nuovo ristorante.
La scelta ricade sul tranquillo Filema Mezedopoleio, locale molto vicino al centro di piazza Syntagma ma in una viuzza che lo protegge dal caos. Tavoli esterni tutto l’anno e un menù con specialità tipiche.
Abbiamo ordinato un ouzo accompagnato da pastourma e poi due portate principali: polpette di agnello e manzo alla griglia servite con pomodori, cipolle, yogurt greco con paprika, salsa ai peperoni e pita; e un piatto di riso speziato con spezzatino di manzo al sugo con melanzane e zucchine. Per finire una pannacotta servita su una base di creme caramel. Era tutto ottimo, molto meglio della sera precedente: servizio, qualità, vino e… conto! (30.40 Euro).
Una giornata molto intensa si conclude, domani sarà meno frenetica ma ugualmente piena di cose da fare.

06/04 Atene

Ieri abbiamo visto tantissimo di Atene, quindi oggi ce la possiamo prendere con più calma.
Solita ricca colazione e alle 11:30 siamo fuori l’hotel diretti verso il Ceramico, l’ultimo sito archeologico che abbiamo deciso di visitare.
Prendiamo la metro e scendiamo a Thisio dove troviamo un piccolo mercatino dell’antiquariato, facciamo un giro tra le bancarelle e ci fermiamo nel parco: la stanchezza inizia a farsi sentire, l’autonomia è ridotta 🙂
Percorriamo Ermou fino al museo e iniziamo la visita, a dire il vero non troppo entusiasmante.
Il Ceramico è un antico cimitero, un tempo quartiere di vasai, ricco di tombe monumentali e vegetazione. Anche qui abbiamo trovato alcune tartarughe al sole e, all’interno del piccolo museo, alcune statue interessanti tra cui quella dell’enorme toro posto sulla tomba di Dioniso di Kollitos.
Il meteo non promette niente di buono, nubi minacciose si addensano sulla collina di Licabetto e promettono rovesci. Mangiamo un sandwich e procediamo spediti per iniziare il classico giro di shopping per i souvenir. Raggiungiamo i vicoli di Monastiraki e Plaka e ci perdiamo nei negozi che vendono il tipico ciarpame turistico 🙂
Alla fine acquistiamo un po’ di tutto: dolcetti baklava e kataifi, calamite, spezie, saponi, t-shirt, pashmine, shopper, ouzo, bicchieri e anche un mini-peplo per la mia nipotina “fescion” 😉
Allora, un giro per queste strade va fatto, non c’è dubbio. Ma se volete comprare souvenir consiglio lo store che affaccia sulla piazza della cattedrale: un solo grande negozio che vende tutto ciò che potete trovare sparpagliato nelle singole botteghe dei quartieri. Spendete meglio e ve la sbrigate in un’unica soluzione.
Dopo un passaggio in hotel usciamo nuovamente per cenare ancora da Filema: ristorante vincente non si cambia, specie se il giorno dopo devi partire.
Stavolta ordiniamo frittelle di zucchine e tzatziki, le polpette Filema (in pratica la stessa carne di ieri, ma fritta) e salsiccia (aromatizzata con cipollotto e servita con senape e pomodori). Il dessert lo saltiamo per evidente sazietà, lasciamo sul tavolo 25.40 Euro e usciamo in tempo per andare a vedere un’altra grande attrazione di Atene: il cambio della guardia.
Il monumento al milite ignoto è proprio tra il Parlamento e piazza Syntagma, presidiato da guardie presidenziali con gonnellino, fez e le caratteristiche scarpette con i pon pon sulle punte. Allo scoccare di ogni ora arriva un drappello di quattro uomini da cui si distaccano le due nuove guardie. Tutto avviene con precisione: un ufficiale dà i comandi e i protagonisti del cambio eseguono i movimenti previsti dal cerimoniale.
Si alternano movenze rapide sul fucile e lente sulla marcia, addirittura negli spostamenti mimano una corsa al rallentatore: restano in equilibrio precario tenendo un braccio in alto e la gamba ben sollevata, poi muovono passi lunghissimi e lentissimi.
Non vorrei sembrare dissacrante ma questo cambio della guardia l’ho trovato più buffo che marziale, con quelle scarpe poi… 😉
E anche questa è fatta: un’altra lunga giornata ateniese si chiude così, con il sorriso.

07/04 Atene – Roma

Ultima giornata ad Atene, ultima colazione e ultima destinazione: uscire dal circuito turistico per visitare il quartiere Psyrrì dove ha sede il mercato centrale.
Io consiglio sempre un salto al mercato, si incontra la gente del posto in uno spaccato di vita quotidiana: puoi vedere come i locali si salutano, trattano, litigano, comprano… e poi ci sono le merci, i colori, gli odori, i sapori. Vale la pena, sì, e il mercato di Atene non delude.
Qualche giorno prima della partenza l’ennesimo servizio televisivo lo mostrava come un luogo desolato, privo di anima e persone. All’inizio di questo reportage ho promesso che non avrei fatto analisi economiche del tipo “ma quale crisi, i ristoranti sono pieni!” (cit.), però ho trovato un mercato molto diverso da come l’avevo visto in TV: affollato, divertente e pieno di ogni bendidio 🙂
Le strade esterne ospitano negozi e banchi che vendono di tutto: animali, merce che sembra uscita dagli anni ’80, tipo macchine fotografiche usa e getta e le terribili sveglie della nonna, quelle con la gallina che becca in terra muovendo il collo al ritmo dei secondi; poi ci sono gli alimentari con formaggi e salumi, gli ambulanti con patate e cipolle e i più belli: quelli delle spezie, vivaci e profumati.
In base al percorso si può entrare nella zona del pesce o della carne. Non è un posto per stomaci forti: se siete animalisti, vegani o vegeteriani, non è il caso di andare perché potreste trovare l’ambiente un tantino crudele, e stomachevole. Budella, cuori, fegati, lingue e teste tagliate sono in bella mostra e con tutto quel sangue sembra un set horror. Però se non siete particolarmente sensibili vi piacerà ascoltare le urla dei venditori, vederli indaffarati mentre affettano, tagliano, preparano cartocci.
E poi la sorpresa. Nel caos del commercio abbiamo trovato un’oasi di pace: l’ennesima chiesetta silenziosa ma piena di vita, con i fedeli di passaggio per un’offerta e gli interni decorati anneriti dal fumo delle candele. La piccola chiesa bizantina di St. Kyriaki si trova su Athina street e se la trovate vi lascerà un ultimo, rasserenante ricordo di Atene.
Ci siamo, è proprio tempo di tornare alla metro Omonia, rientrare in hotel a prendere i bagagli e andare in aeroporto. Si torna in Italia con quel pizzico di nostalgia che accompagna un viaggio che finisce, ma per fortuna c’è anche l’euforia per un altro viaggio che si avvicina: poco prima di partire per Atene ci hanno avvisato che i visti per la Russia sono arrivati.
E ovviamente arriverà anche il diario di viaggio a Mosca e San Pietroburgo 😉

Note
L’hotel è stato prenotato su Booking.
Il libro portato in viaggio su Kindle è stato L’eredità dei corpi di Marco Porru
Per soggiorni brevi consiglio la guida Lonely Planet, Atene – collana Pocket
Come applicazioni da usare offline possono bastare queste:
MetrO, per tutte le fermate e i percorsi della metropolitana
– TripAdvisor Offline City Guides