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Diario di viaggio a Barcellona

Collage di Barcellona vista da Parc Guell, la mostra Mundo Pixar e la città vista dalla teleferica.
Sui lati: Barcellona vista da Parc Guell e dalla teleferica; al centro le bimbe incontrano Coco

Il 2024 sarà per noi l’anno del ritorno negli aeroporti. Con la nascita di due bimbe in due anni abbiamo dovuto contenere la nostra voglia di viaggiare e la pandemia ci ha dato una mano a smorzare gli entusiasmi.
Ma il peggio è alle spalle e quindi dopo Valencia e Skiathos, ci siamo concessi anche un week end lungo a Barcellona. Continuiamo con la nostra teoria di viaggi nei paraggi, in luoghi che già conosciamo da rivedere con occhi nuovi. Aspetteremo che crescano ancora un po’ per ricominciare a esplorare di nuovo.

08/10 Gaeta – Barcellona

Partiamo da Gaeta alle 10:30 e arriviamo alle 12:30 a Roma, per la prima volta all’Easy Parking Lunga Sosta di Fiumicino.
Abbiamo prenotato online e una volta arrivati abbiamo capito che se hai comprato il posto scoperto e il tuo settore è completamente occupato, puoi parcheggiare nei posti coperti alla stessa tariffa. Ed è esattamente quello che capita a noi, da notare che qui abbiamo pagato la cifra più bassa di sempre (26.90 Eu). La navetta passa ogni 5 minuti e ti lascia davanti al terminal di partenza, il tragitto dura solo 5 minuti.
Arriviamo nei tempi giusti ma purtroppo per il resto non siamo molto fortunati perché il meteo è pessimo e il nostro volo subisce due ore di ritardo. Per fortuna in aeroporto ci sono le distrazioni per trascorrere del tempo, prima bivacchiamo nel parco giochi per il nostro pranzo al sacco e poi ci spostiamo verso un bar per riscuotere le consumazioni offerte da Ryan per il ritardo.
I voli li abbiamo acquistati online sul sito di Ryanair il 3 settembre, abbiamo speso 178.90 Eu per quattro biglietti a/r e un bagaglio in stiva da 20 chili. Purtroppo il ritardo si prolunga e ci brucia la prima giornata di viaggio perché arriviamo all’aeroporto El Prat addirittura alle 19:30 (invece delle 16:25!). Recuperiamo il bagaglio al nastro e insolitamente il passeggino lo piazzano su un nastro diverso dedicato a questi articoli speciali (il 29), poi seguiamo le indicazioni della metro L9 sud e con 5.50 Eu prendiamo il biglietto che prima ci porta verso il centro e poi, dopo un solo cambio, arriviamo in prossimità dell’hotel dove ci registriamo addirittura alle 21:00!
Facciamo un check-in molto rapido e chiediamo in reception di prenotare un ristorante vicino che avevamo adocchiato dall’Italia: The Fish & Chips Shop che serve solo pasti senza glutine. Si trova su una bella piazzetta frequentata da ragazzi, ci mettiamo ai tavoli esterni e ordiniamo porzioni di classico fish & chips, calamari e polpo, ovviamente fritti, acqua e quattro birre (50.70 Eu).
Quando siamo pronti a rientrare sono le 23:30, le bimbe sono ancora cariche, guardano tutto e in particolare il retro di un bus di linea su cui riconoscono la stampa dei personaggi di Toy Story. Ma che ci fanno lì Woody e Buzz?
Mamma e papà sono stanchi, ci pensiamo domani… 😉

Quanto abbiamo camminato oggi? 6,5 km

09/10 Barcellona

Per questo soggiorno abbiamo scelto il Best Western Premier Hotel Dante per le sue caratteristiche: zona strategica, vicinanza della metro e colazione senza glutine.
Ci svegliamo con calma dopo aver dormito molto bene in una grande stanza con una seconda camera che le bimbe useranno solo per giocare, e un enorme lettone king size dove dormiremo comodamente tutti e quattro nonostante la culla e un altro letto matrimoniale. La stanza gli piace così tanto che vorrebbero restare in hotel tutto il giorno, ma non funziona così… 😀
Scendiamo a fare colazione al primo piano e si innesca la routine da ripetere ogni giorno: usare la macchina pulisciscarpe all’ingresso della sala. Prima di entrare si devono dare una ripassatina alle scarpe e dobbiamo farlo anche noi!
A colazione mangiamo benissimo, la sala è bella e luminosa grazie alle finestre ampie che affacciano sui palazzi imponenti ed eleganti del quartiere Eixample di Barcellona.
Mangiamo dolce e salato e poi usciamo per andare proprio alle spalle del nostro hotel, dove a poche centinaia di metri di distanza possiamo vedere le architetture più note disegnate da Antoni Gaudì per le abitazioni private: la Pedrera e Casa Batllò. Dopo le foto di rito, soprattutto alla casa con “il tetto di drago”, e dopo aver letto insieme le informazioni sulla guida, proseguiamo lungo l’elegante Paseig de Gracia fino a Plaza Catalunya. Da qui, dopo una pausa a giocare con i piccioni, prendiamo la Rambla che troviamo meno movimentata del solito. Eppure Barcellona è in piena polemica da “overtourism”, forse viaggiare in bassa stagione e in giorni infrasettimanali un pochino ripaga.
Durante il tragitto facciamo una deviazione per visitare la grande cattedrale di Barcellona nel cuore del quartiere gotico, poi raggiungiamo la vicina Plaza de Sant Jaume per una pausa da Conesa Entrepans, un locale piccolino che fa panini e snack, attrezzato bene perché nonostante le dimensioni ridotte ha un’area riservata alle preparazioni senza glutine. Ordiniamo panini con wurstel, con prosciutto iberico e formaggio, crocchette di carne, birra e Fanta (26.80 Eu).
Dopo lo spuntino usciamo dalla Ciutat Vella per riprendere la Rambla lungo il suo tratto finale, il più caratteristico, che ci porterà fino all’imponente colonna del monumento a Cristoforo Colombo.
Siamo a ridosso del porto, dove c’è gran fermento per via dell’imminente America’s Cup, ma invece di andare verso il mare giriamo sulla nostra sinistra lungo Carrer Ample per raggiungere la chiesa di Santa Maria del Mar, che abbiamo imparato a conoscere e apprezzare come la Cattedrale del Mare descritta nell’omonimo romanzo di Ildefonso Falcones. Nel tragitto incontriamo anche la suggestiva Placa de la Mercé con la chiesa della Vergine dei Miracoli de Caacupé: una vera sorpresa, un angolo nascosto di Barcellona che non avevamo mai visto.
Dopo aver visto la chiesa più grande, proseguiamo sempre dritti lungo l’alberato Paseig del Born che termina nella grande piazza che ospita il Centro di cultura e memoria, un edificio imponente in stile liberty che, all’interno di una elegante struttura in ferro battuto, ospita un sito archeologico della città antica. Tagliamo in due il centro culturale e una volta all’esterno raggiungiamo la prossima destinazione in programma per oggi: il Parco della Ciutadella.
Le bimbe resistono alle marce forzate, anche grazie al provvidenziale carrellino che abbiamo comprato prima di partire: un’appendice a rotelle del passeggino che ci permette di farle riposare e soprattutto di procedere spediti durante gli spostamenti più lunghi e impegnativi.
Ora è il momento del divertimento: seguiamo la mappa del parco per trovare le aree-gioco e trascorriamo del tempo piacevole tra scivoli, percorsi a ostacoli, sentieri, tanto verde e specchi d’acqua.
Dopo un’escursione nella ludoteca raggiungiamo la fontana dei Tre Dragoni, fotografiamo le papere e i pappagallini e poi ci avviamo lentamente verso la Rambla per fare un giro nel mitico mercato della Boqueria.
Ci piacerebbe tanto fermarci a prendere un aperitivo, anzi più di uno, ma non ci siamo con i tempi e quindi ci muoviamo tra i banchi gustando una crocchetta al prosciutto crudo e un frullato di banana, cocco e fragole (7 Eu). Compriamo diversi preparati per la paella e poi raggiungiamo la fermata della metro Liceu, proprio davanti all’uscita del mercato. Da qui andiamo direttamente alla fermata del nostro hotel (biglietto 2.55 Eu) e prima di entrare facciamo una spesuccia di snack e acqua nel supermercato adiacente (8 Eu).
A cena abbiamo prenotato un tavolo da Pötstot, un ristorante solamente gluten free e… vegano!
Facciamo questa nuova esperienza gastronomica e per quanto distante dai nostri gusti, troviamo che sia tutto ottimo. Ordiniamo patatas bravas; riso Venere con alga wakame e aglio; crocchette di spinaci alla catalana; omelette senza uova e uno smoked tofu vurger: un panino con pane al teff, crescione, cipolla rossa, maionese vegana spezia e affumicata, cipolle croccanti e patatine fritte. Da bere Daura Damm scura e chiara, anche queste ovviamente senza glutine (58.80 Eu).
Serata piacevole, divertente, in un locale accogliente, gusti nuovi per tutti e un cameriere molto molto in gamba con le bimbe. Si presentavano come ristorante inclusivo ed effettivamente…
La prima vera giornata impegnativa è finita, torniamo in camera molto stanchi, giusto il tempo di una doccia e poi tutti a dormire.

Quanto abbiamo camminato oggi? 12,7 km

10/10 Barcellona

Anche questa sarà una grande giornata e quindi c’è bisogno di una grande colazione.
Mentre le bimbe giocano nella loro stanza andiamo a cercare su Internet perché su quel bus del primo giorno c’erano i personaggi di Toy Story. Così scopriamo che a Barcellona c’è la mostra Mundo Pixar Experience e decidiamo di fare una sorpresa alle piccole.
Usciamo per raggiungere il forno-pasticceria Jansana dove facciamo uno spesone senza glutine per tutti: empanada di carne, di pesce, cannoli fritti ripieni di crema e cornetti salati con prosciutto e formaggio (31.60).
Ok, per il pranzo è fatta! Adesso possiamo raggiungere la grande arteria Diagonal per prendere la metro che ci porterà sul Montjuic, la collina più famosa di Barcellona, alta 200 metri e con il castello omonimo che sovrasta la città e dai suoi belvedere offre panorami unici.
Visto che oggi useremo molto i mezzi, compriamo un biglietto cumulativo per otto viaggi (10.70 Eu per due persone, i bambini viaggiano gratis) e prendiamo la metro e la funicolare per arrivare in cima.
Fuori dalla stazione seguiamo le indicazioni per il castello e prendiamo dei sentieri ben curati nel Jardins de Joan Brossa alla ricerca di un intermezzo divertente che avevo visto su internet, su Google Maps: tobogans, lunghi scivoli gratuiti che tagliano i tornanti del sentiero Paseig del Migdia, subito dopo il Cafè bar El Cims.
Dopo una lunga pausa di scivolate per grandi e piccoli, riprendiamo il cammino verso la stazione della teleferica. Le compagnie sono due: una porta dal castello alla fermata della metro, l’altra invece arriva fino giù al porto ed effettivamente è quella che vale la pena provare.
Noi lo scopriamo dopo e quindi le prendiamo entrambe, prima partiamo dal castello e scendiamo alla fermata della metro (21 Eu). Da qui proseguiamo a piedi fino al Jardins Miramar dove si trova la stazione della teleferica più suggestiva, quella che si dirige fino al porto e passa sopra la città, con una vista spettacolare (25 Eu, bambini sempre gratis).
Dopo un tragitto di circa 10 minuti “atterriamo” al porto vecchio e da lì percorriamo tutta Paseig de Joan de Borbò, nel cuore della Barceloneta. Siamo circondati da maxy yacht, la giornata è stupenda e stanno allestendo il villaggio per la Louis Vuitton Cup ma non possiamo distrarci. Dobbiamo raggiungere la fermata Barceloneta per raggiungere l’area commerciale La Maquinista, fuori Barcellona, dove c’è la mostra che abbiamo prenotato.
Quando arriviamo nei pressi degli enormi padiglioni decorati con gigantografie dei personaggi Disney-Pixar le bambine restano meravigliate qualche istante, poi parte l’eccitazione che trova ampio sfogo una volta all’interno. Siamo letteralmente immersi nelle ricostruzioni fedeli delle scenografie dei film d’animazione più celebri della storia del cinema.
Il primo ambiente è proprio quello di Toy Story, uno dei loro preferiti, esattamente siamo nella stanza di Andy e tutto è gigantesco. La prova definitiva che siamo diventati della dimensione dei giocattoli, arriva quando una hostess grida: “Stanno arrivando i grandi!” e si butta a terra insieme a tutti gli spettatori della sala, noi compresi. Tra le risate generali ci rialziamo, salutiamo Buzz, Woody e gli altri e proseguiamo per vedere i “set” di Up, Cars, Elemental, Wish, Ratatouille e molti altri. Un altro ambiente che merita una segnalazione a parte e che coinvolge le bimbe è quello dedicato a Coco, dove troviamo un pavimento led che riproduce il ponte che collega il mondo dei vivi con quello dei morti, con gli inconfondibili cempasùchil, i fiori arancioni che caratterizzano lo Dia de los Muertos. E infine molto bello è il mondo sommerso di Nemo, con la gigantesca maschera persa dal sub-dentista che ha catturato il pesce pagliaccio più famoso del mondo, che diventa lo scenario perfetto per un’ultima foto prima di uscire. Ovviamente non possiamo andare via senza un souvenir e tutte e due scelgono un personaggio di Toy Story, il mitico Rex (19.90 Eu).
Alle 18:00 facciamo un giro nel vicino centro commerciale dove compro un cavo per il caricabatterie dell’iPhone (4 Eu) e poi ci fermiamo nel vicino parchetto a giocare un po’ prima di raggiungere a piedi la fermata della metro in Placa d’Orfilia per ritornare sul Paseig de Gracia. Vediamo quindi questa bellissima strada anche di sera, con Casa Batllò illuminata in modo suggestivo.
Siamo stanchi e per cena non abbiamo intenzione di muoverci troppo e cercare locali, quindi giriamo l’angolo ed entriamo da Burger King: alle bimbe piace, sono rapidi e sicuri. Quindi ordiniamo i nostri soliti panini e le bibite (31 Eu) e dopo mangiato facciamo l’ultimo tratto di strada che ci separa dal nostro bel lettone.

Quanto abbiamo camminato oggi? 11,3 km

11/10 Barcellona

Oggi è il giorno della visita al Parc Guell, distante giusto 25 minuti da noi. Abbiamo comprato i biglietti online sul sito ufficiale e pagato 20 Euro (sempre solo gli adulti, bimbi gratis).
Arriviamo con il bus su un ingresso laterale e da qui ci orientiamo con la mappa che fotografiamo sul sentiero e seguiamo un nostro percorso per vedere le diverse zone di questo capolavoro onirico di Gaudì. Tra porticati mistici e grandi terrazze facciamo una pausa nell’area attrezzata, diamo da mangiare ad alcuni pappagallini e scendiamo fino alle cosiddette case di Hansel e Gretel. Prima di uscire ci facciamo immortalare con la famosa lucertolona dell’ingresso principale e poi proseguiamo a piedi fino alla fermata del bus che ci porterà alla prossima destinazione: è il momento della Sagrada Familia.
Arriviamo a piedi davanti alla facciata della Natività, leggiamo la sua incredibile storia iniziata nel 1882 e restiamo colpiti dalle dimensioni, dai cambi di progettazione, dall’ossessione che Gaudì aveva per quest’opera che, nonostante sia notoriamente incompleta, è il sito più visitato di Barcellona.
Ci spostiamo verso la facciata della Passione che proprio di fronte ospita – toh! – un bel parchetto. Dopo una pausa iniziamo a percorrere, lungo Carrer de la Marina, i 500 metri che ci separano da un’altra area giochi nel Jardins de la Industria.
Per intrattenere e motivare le bimbe è stato importante imparare e cercare su Google Maps “parc infantil” e alternare, alle visite e agli spostamenti, momenti di gioco e divertimento.
Nel parco c’è un compleanno a cui sta partecipando probabilmente l’intero quartiere: i bambini sono tanti, eccitatissimi, corrono, saltano, urlano. L’inferno è un posto simile a questo.
Anche le nostre bimbe sono spaesate, non sono abituate a tanta confusione nella nostra città, quindi dopo aver provato un giro su tutto, non chiedono bis e sono molto collaborative quando diciamo che è ora di tornare. Ci resta da fare l’ultimo e forsennato shopping prima del ritorno, quello più inutile e compulsivo.
Come al solito la tattica è la stessa: nei giorni precedenti abbiamo adocchiato zone e prezzi migliori, oggi andiamo a raccogliere il frutto di questa indagine.
Riprendiamo la metro alla fermata Sagrada Familia e scendiamo a Parall.el, una fermata vicina alla Rambla. Una volta individuato lo shop giusto, dove troviamo tutta la paccottiglia già vista in giro, mettiamo nel cestino tre t-shirt, una felpa, due calamite, una pallina di Natale, una sportina e due peluche scelti dalle bimbe (unicorno e un immancabile drago), tutto ovviamente brandizzato Barcellona (70 Eu). All’uscita andiamo nella vicina gastronomia Germans Gracia per comprare i nostri souvenir preferiti: prosciutto e formaggio sottovuoto (20.29 Eu) per portarci i sapori della Spagna a casa, almeno per qualche giorno.
Da qui ci spostiamo verso il ristorante che abbiamo selezionato per questa sera: En Ville con il menù completamente senza glutine premiato ogni anno dal 2014. Una garanzia!
Il locale è molto bello, atmosfera rilassata e camerieri gentili e ospitali. Qui facciamo la cena migliore del viaggio e ordiniamo finalmente una gigantesca paella di mare per i grandi; pollo e patate fritte per le piccole; crocchette di prosciutto crudo, crème brûlée e calici di vino rosso e di prosecco (97.50 Eu).
Al termine della cena facciamo una bella passeggiata digestiva per tornare in hotel e arriviamo stanchi morti per trascorrere l’ultima notte a Barcellona: chi glielo dice che domani si lascia questa stanza e si torna a casa?!

Quanto abbiamo camminato oggi? 10 km

12/10 Barcellona – Roma

Per questa ultima giornata avevamo un altro programma, cioè una passeggiata rilassata lungo la Diagonal ma dopo giorni di sole e caldo… è arrivata improvvisamente la pioggia e un brusco calo delle temperature!
Quindi ci prepariamo con calma (con grande gioia delle bimbe che possono godersi fino in fondo la loro stanza dei giochi) e studiamo il percorso più breve, e magari riparato, per raggiungere la fermata della metro. Quindi puntiamo il Mercat del Ninot, un grande mercato al coperto che sarebbe proprio l’ideale per trascorrere un po’ di tempo e acquistare qualcosa di buono. Peccato solo che sia chiuso di sabato!
Non c’è molto altro da inventare, Barcellona ci ha dato tutto in questi giorni e noi ci siamo spesi molto per godercela. Infiliamo nel passeggino le bimbe, chiudiamo la cappottina, alziamo i cappucci e andiamo dritti verso l’aeroporto sotto la pioggia ma felici.
Anche Barcellona è andata alla grande, avevamo pianificato dall’Italia un intero viaggio senza glutine per non avere stress per cercare ristoranti adatti, per non portare pasti da casa, per condividere tutti i nostri piatti senza escludere nessuno e senza stare attenti alle contaminazioni. Tutto questo è stato possibile con estrema facilità perché, come avevamo già capito a Valencia, in Spagna l’offerta gluten free è ampia. Anche per questo siamo stati benissimo, sicuri e senza brutte sorprese.

Quanto abbiamo camminato oggi? 6 km
E in totale? 46,5 km!

Note
Libro letto su Kindle: Quando abbiamo smesso di capire il mondo di Benjamín Labatut
Guida di riferimento: Lonely Planet Pocket Barcellona disponibile su Amazon

Diario di viaggio: Bratislava e Vienna

Il Danubio e il centro storico visti dal castello.
Il Danubio e il centro storico di Bratislava visti dal castello.

Dopo il viaggio in USA arriva la pausa invernale e non può mancare un bel weekend lungo a caccia di atmosfere natalizie. Ormai è una tradizione: mercatini, addobbi, sapori e nuove città da scoprire. Dopo la sorprendente Porto dell’anno scorso, questa volta abbiamo puntato dritti a nord…

12/12 Roma – Bratislava

Partenza da casa fissata alle ore 16:00. Lasciamo la macchina al parcheggio che consigliamo sempre e ci prepariamo per il volo fissato alle 19:45.
A Ottobre abbiamo acquistato i biglietti sul sito Ryanair e sette giorni prima del viaggio abbiamo fatto il check-in online con le carte d’imbarco scaricate sull’iPhone: pratico e senza scartoffie. Abbiamo speso per il tragitto a/r Roma-Bratislava l’incredibile cifra di 52.50 Euro a testa e da quando i posti sono tutti assegnati e si può portare un secondo piccolo bagaglio a bordo, non c’è più la triste corsa per occupare le poltrone migliori e Ryanair è tornata un’opzione da considerare per viaggi di questo tipo.
Arriviamo puntuali alle 21:00 e come deciso dall’Italia, vista l’ora, non perdiamo tempo con i collegamenti pubblici: prendiamo direttamente un taxi che in 15 minuti ci porterà in hotel.
Da notare: appena fuori l’aeroporto c’è un cartello che indica le tariffe massime dei taxi per arrivare in alcuni degli hotel più importanti della città. Il cartello dice che per la nostra destinazione bastano 25 Euro ma i due tassisti interpellati ne chiedono 30. Al terzo tassista rispondiamo che sul cartello c’è scritto diversamente e quando facciamo per andar via, magicamente ci ripensa: “Ok, 25 Euro!” – fastidioso come sempre dover far capire che non sei un pollo da spennare e che loro hanno una regola da rispettare. Peccato, non è mai il massimo essere accolti così ma come da nostra buona abitudine non vogliamo farci pregiudizi di alcun tipo, quindi cataloghiamo l’episodio e guardiamo fiduciosi alle prossime tappe. Anche perché è ora di cena e vogliamo pensare positivo 😉
In meno di 15 minuti percorriamo i 7 km che ci separano dal nostro Austria Trend Hotel Bratislava.
Impieghiamo giusto il tempo necessario per ammirare la bellissima hall e la stanza, pulita e confortevole, e siamo subito in strada per raggiungere un locale scelto su TripAdvisor e consigliato anche sulla guida. Perfetto anche perché si trova a soli 100 metri da noi: Bratislavsky Mestiansky Pivovar un antico birrificio con cucina tradizionale. Siamo giusto in tempo per ordinare perché dalle 22:00 chiudono la cucina ma si può continuare a bere. Il locale è bellissimo: foto d’epoca, tanti tavoli, enormi botti di rame per produrre la birra in bella vista, a rappresentare con orgoglio l’essenza di una storia iniziata addirittura nel 1752!
Assaggiamo la chiara e la scura e grazie al menù in inglese riusciamo a capire cosa ordinare: per antipasto una gigantesca salsiccia affumicata fatta in casa con mostarda e salsa di rafano, a seguire una bella wienner schnitzel, versione asburgica della cotoletta panata fatta con carne di maiale e condita con insalata di patate, e per finire degli gnocchi ripieni con formaggio di pecora, conditi con bacon, cipolle fritte e abbondante spennellata di sour cream: una bomba. Come se non bastasse la botta calorica, le porzioni sono così abbondanti che non riusciamo a finire tutto! Memorabile anche il conto: spendiamo solo 22.80 Euro!
Prima di rientrare in hotel facciamo una passeggiata digestiva e pregustiamo un po’ del centro storico, interamente pedonale e vicinissimo al nostro albergo che, come sempre, è stata una precisa scelta strategica. Accediamo al cuore della città attraverso la storica porta di Saint Michael: una torre barocca che è la chiave di acceso al meraviglioso quartiere medievale.
Percorriamo un pezzo della strada principale e poi deviamo verso Hlavné Namastie, la piazza che ospita i mercatini di Natale di Bratislava. Tutto è spento e buio e le pulizie sono in corso, l’atmosfera del Natale alle 22:00 lascia spazio ai locali, ai bar, ai disco pub che offrono programmi più spinti delle mele caramellate. È sabato sera, non c’è molta gente in strada perché fa un freddo boia ma per quello che vediamo dall’esterno, la temperatura in certi bar deve essere caldissima!
I locali sono davvero tanti, con poca tradizione e molti turisti, sembra un business florido come se far ballare delle ragazze seminude su un bancone da bar rappresentasse ancora una trasgressione ambiziosa, simbolo di libertà. Mah! A me è sembrata una cosa piuttosto “datata”, in linea con il vecchio Colpo Grosso di Umbertone Smaila: chi lo guarderebbe oggi?
Con queste divagazione filosofiche tra eros e attualità, rientriamo verso l’hotel: siamo sicuri che Bratislava ha molto di meglio da offrire! 😉

Quanto abbiamo camminato oggi? 2,5 km

13/12 Bratislava

Per oggi abbiamo programmato una serie di percorsi che ci faranno scoprire il meglio di Bratislava e concentrarci soprattutto sul suo tradizionale mercatino di Natale.
Facciamo il pieno energetico con una colazione dolce e salata a base di croissant, muesli, pane tostato con marmellata e il proteico abbinamento che osiamo solo quando viaggiamo: bacon, uova strapazzate e salsicce. Ok, ora siamo pronti 😉
L’aria è fredda, ci sono appena un paio di gradi quando iniziamo a seguire l’itinerario pedonale che ci porterà al maestoso castello-simbolo della città, arroccato in cima a un’altura che sovrasta Bratislava.
La salita è agevole, i percorsi sono ben indicati e sicuri anche perché adiacente al castello è situato il Parlamento slovacco. Appena arrivati in cima scattiamo foto panoramiche proprio dal belvedere della massima assemblea nazionale e vediamo il Danubio scorrere placido sotto di noi. La struttura non ha niente di particolarmente memorabile ma il parco che lo circonda e la vista di Bratislava dall’alto meritano sicuramente una visita.
Torniamo verso il centro storico passando per la porta di Sigismondo e il nostro cammino ci porta attraverso scorci bellissimi fino alla Cattedrale di San Martino. Da qui prendiamo la strada Panska Laurinska fino a incontrare Cumil, la statua più famosa della città: un operaio (o un soldato?) che spunta da un tombino e guarda sornione e disincantato i passanti. Dopo la caduta del comunismo sono state tante le sculture insolite che hanno rinnovato le principali strade di Bratislava (notevole anche quella di Lewis Carrol), ma quella di Cumil è stata eletta da abitanti e turisti come la migliore e bisogna fare la fila per strappare una foto a questo famosissimo Man at work 😉
È ancora presto e decidiamo di non cedere alla tentazione di tuffarci nel mercatino, ci affacciamo giusto un attimo per fare uno spuntino. Vediamo persone che passeggiano con un’enorme frittella calda tra le mani e non vogliamo essere da meno, così seguiamo l’istinto e il profumo e scopriamo che si tratta di una zemiakovè. Ordiniamo il frittellone (2.50 Eu) e proseguiamo felici verso la nostra prossima meta: la Chiesa Blu.
Per arrivarci bisogna uscire un po’ dal centro storico considerato che Bratislava è davvero molto piccola, e tutto si raggiunge facilmente a piedi con passeggiate brevi e piacevoli. Ora va detto però, in tutta onestà, che questo luogo di culto per quanto celestiale – almeno nei colori – non ci ha trasmesso grande entusiasmo. Abbiamo visto imponenti chiese coloratissime durante il viaggio in Russia e questa non ci impressiona, in più è chiusa. Certo non ci disperiamo, rientriamo verso il centro e puntiamo dritti Hlavné Namastie, la piazza principale.
Da questo momento perdiamo la cognizione del tempo, dello spazio e del senso di sazietà: guardiamo tutte le bottegucce degli artigiani e assaggiamo tutto ciò che ci attira di più.
Il tema è ovviamente natalizio e si possono fare buoni acquisti per regali e souvenir spendendo poco: ci sono saponi, decorazioni, candele di ogni tipo, oggettistica in legno, in pietra, vetro, tessuti, pelle, c’è di tutto. Ma per noi l’attrazione maggiore è il cibo, così finiamo per comprare un torrone miele e arachidi (1.70 Eu), accompagnato dall’idromele Medovina: un liquore caldo a bassa gradazione, distillato dal miele (1 Eu). Dopo ci aggiungiamo anche un loksa, una crepe arrotolata spolverata di zucchero e cannella (1.50 Eu).
Passeggiamo mentre fa buio, le strade si illuminano, c’è tanta gente in strada e noi passiamo da una bancarella all’altra e valutiamo prezzi e oggetti per l’attacco finale 😉
Dopo aver ammirato le imponenti facciate del Teatro Nazionale Slovacco e della Filarmonica, ordiniamo un paio di punch per riscaldarci, uno ai mirtilli e lavanda e uno all’arancia. Ora siamo pronti: dopo diversi confronti fatti tra i mercatini e i negozi visitati nell’arco della giornata, sappiamo esattamente dove andare a fare acquisti e cosa mettere nei nostri zaini. Entriamo da Danube Souvenirs e compriamo felpe, portacandele, gli immancabili magneti e uno splendido vaso decorato con il celebre “Bacio” di Klimt.
Dopo un’intera giornata in strada facciamo ritorno in hotel, ci buttiamo in sauna e ci rilassiamo – e scaldiamo! – prima di uscire di nuovo a cena. Anche oggi conosciamo la destinazione perché l’avevamo notata prima di partire: Fabrika, un locale adiacente all’hotel Loft che ci ha colpito per i suoi interni.
Lo raggiungiamo con una passeggiata di pochi minuti e l’impatto con la realtà conferma quanto visto in foto: la sala è grande, ben illuminata e calda. Anche qui producono con orgoglio birra e ne ordiniamo due boccali da 0.5, però, mentre guardiamo il menù, restiamo delusi dal fatto che è praticamente un pub a tema USA più che un locale di cucina tradizionale. E ci sono anche tanti, troppi riferimenti a prodotti italiani.
Non solo noi veniamo dalla capitale mondiale della gastronomia, neanche tre mesi fa avevamo eletto il miglior hamburger mangiato durante il viaggio in USA! Quindi non ci resta che circoscrivere la nostra scelta ad alcuni piatti locali che resistono stoicamente in un menù affollato di stranieri 😉
Ordiniamo: pivni gulas, uno spezzatino di manzo brasato con birra scura accompagnato da gnocchi di pane e patate; una sacrosanta klobasa, gigantesca salsiccia alla griglia con senape, rafano e ketchup servita con patatine fritte. Abbiamo speso 24.10 Euro, il cibo era buono ma ci aspettavamo qualcosa più in linea con la tradizione locale. Andiamo via soddisfatti ma con un po’ di amaro in bocca, come quando bevi una birra troppo forte.
Il pensiero di Vienna addolcirà i nostri sogni, domani si riparte!

Quanto abbiamo camminato oggi? 8,5 km

14/12 Bratislava – Vienna – Bratislava

Tutto calcolato dall’Italia: Bratislava dista da Vienna solo 55 chilometri. Ci sono treni in abbondanza ed è molto facile organizzare questa gita fuoriporta, noi l’abbiamo fatto!
Dopo la consueta ricca colazione, alle 11:00 andiamo a piedi verso la stazione principale (Hlavna stanica) passando davanti il monumentale Palazzo presidenziale.
I treni per Vienna partono ogni ora, noi abbiamo scelto quello delle 11:38 e abbiamo comprato i biglietti in stazione (a/r 14 Euro a persona). Il viaggio dura un’ora.
Dalla stazione centrale di Vienna prendiamo la metro (fermata Sudtiroler-hauptbanhof, biglietto 2.20 Euro) e scendiamo alla fermata Stephansplatz city dove c’è la cattedrale di Santo Stefano.
Entriamo a visitare la chiesa più importante della città, capolavoro del gotico che tra alti e bassi vede iniziare la sua storia addirittura nel 1147. Gli interni sono sfarzosi ma per il pubblico senza biglietto sono visibili solo quelli della navata sinistra. Una volta all’esterno ammiriamo le guglie elaboratissime e il tetto a spiovente, decorato con tegole multicolori che formano perfetti disegni geometrici, e da qui iniziamo a seguire un percorso pedonale consigliato sulla guida che ha come prima tappa la casa viennese di Mozart. Siccome non è niente di particolarmente memorabile, proseguiamo subito lungo l’itinerario che si rivela subito molto interessante: attraversa un quartiere storico, tenuto molto bene, silenzioso e ricco di piccole sorprese come la chiesa dei Gesuiti, che all’interno ha enormi baldacchini con colonne torte di marmo verde e rosa, e una magnifica cupola trompe l’oeil di ottima fattura: sembra vera!
Proseguiamo verso il cortile del caseggiato Heiligenkreuzerhof dove ci aspettiamo di trovare il primo mercatino di Natale, come riportato sull’itinerario, ma in realtà non c’è nulla e quindi proseguiamo ad attraversare il cosiddetto Quartiere dorato: un intricato dedalo di strade pedonali, slarghi e piazze dove si trovano tutte le boutique e gli shop delle grandi firme e dei marchi più prestigiosi del mondo. Solo shopping di lusso qui, in un contesto completamente immerso nella storia della città: opulenta e nobile come dimostrano tutti gli edifici che costituiscono questa passeggiata unica al mondo.
Il nostro percorso termina nell’Hofburg che raggiungiamo da Michaelplatz, in cui è possibile ammirare alcune rovine di epoca romana. Ebbene sì: anche Vienna è provincia di Roma 😉
L’Hofburg è un complesso di edifici monumentali, una città nella città, che vale la pena visitare.
Noi iniziamo dall’ingresso un tempo riservato ai sovrani e seguiamo un altro percorso passo-a-passo (sempre indicato sulla guida) per capire esattamente cosa stiamo vedendo e dove ci stiamo dirigendo. Passiamo in rassegna statue equestri, cortili, giardini curatissimi fino ad arrivare al Rathaus, il municipio di Vienna che ospita il mercatino di Natale che al termine del viaggio eleggeremo all’unanimità come il più bello.
Rispetto a Bratislava tutto è più organizzato, meno caotico e più… diciamo scintillante! Le strutture degli chalet sono più grandi e meglio illuminate, i prezzi restano moderati nonostante Vienna sia molto più costosa di Bratislava.
Anche qui non ci lasciamo sfuggire il meglio del cibo di strada come per esempio un kartoffelpuffer, un frittella di patate e aglio che sarebbe meglio definire una frittella di aglio con tracce di patate (2.50 Eu). Dopo questa frittella siamo pronti a uccidere eserciti di vampiri con uno starnuto, quindi dobbiamo rifarci la bocca con un bel panino imbottito con salsiccia al formaggio (5 Eu) e dopo l’immancabile sacher torte (3.50 Eu).
Inizia a far freddo e mentre camminiamo nei viali del parco, prendiamo a farci compagnia un bel cartoccio di castagne bollenti. Ci allontaniamo dal Rathaus e passando davanti all’edificio del Parlamento austriaco raggiungiamo Mariae Theresien Platz, nel cuore del Museum Quartier, un’altra grande piazza con magnifici giardini su cui affacciano i palazzi del museo di storia naturale e di storia dell’arte. Ma noi siamo in modalità “mercatini natalizi” in questo viaggio, quindi non ci fermeremo… non oggi. L’assaggio da Bratislava ci ha fatto bene, abbiamo capito di aver trascurato a lungo la capitale austriaca che ci ha fatto un’ottima impressione, quindi abbiamo deciso: in futuro organizzeremo un viaggio a Vienna. Magari abbinato alla vicina Salisburgo 😉
Torniamo ai mercatini: anche qui belle illuminazioni, chioschi carichi di ogni bendiddio, luci, colori e profumi. Compro le immancabili calamite della città, un timbro in legno da regalare e rientriamo verso la stazione. La nostra gita a Vienna si conclude alle 18:16 quando ripartiamo verso Bratislava (anche per il ritorno i treni ci sono ogni ora).
Per cena confermiamo la nostra storica tattica: scegliere sempre per l’ultima cena il locale che hai apprezzato di più durante il viaggio, così parti soddisfatto e non rischi esperimenti negativi. Torniamo quindi al Bratislavsky e ordiniamo pecene kolienko z mladeho prasiatka, 550 grammi di meraviglioso ginocchio di maialino al forno servito con cavoli, patate e slovak loks, in pratica una crepe di accompagnamento. Poi zemiakovè knedlicki, dei grandi gnocchi di patate ripieni con carne affumicata e accompagnati da crauti, pancetta e sour cream. Ci abbiamo aggiunto due birre e abbiamo speso 20.40 Euro, ancora una volta una scelta azzeccata!

Quanto abbiamo camminato oggi? 11,6 km

15/12 Bratislava – Devin – Roma

Ci svegliamo presto per raggiungere il villaggio di Devin, a 10 chilometri da Bratislava, dove c’è un pittoresco castello diroccato molto importante per la storia slovacca. Abbiamo visto delle foto su internet e ci siamo convinti che valesse la pena fare una levataccia anche perché proprio a Devin c’è la confluenza dei fiumi Moldava e Danubio. Ci siamo preparati la sera prima per raggiungere questa località, così sappiamo che dobbiamo prendere il bus 29 che passa sui 10 minuti di ogni ora.
Una volta raggiunto il capolinea di partenza, che si trova sotto il cavalcavia antistante la cattedrale e di fronte l’osservatorio ufologico, scopriamo che alle 10:00 è l’unico orario in cui non ci sono corse! Quindi dobbiamo aspettare le 11:10 per partire e abbiamo un’ora e mezzo di tempo da riempire!
Ne approfittiamo per una passeggiata lungo il fiume ma fa davvero troppo freddo per godersela, quindi invertiamo la rotta verso la cattedrale di San Martino che troviamo aperta e ne approfittiamo per vedere gli interni. Per quanto non siano eccezionali e tutto possa sembrare abbastanza anonimo, qui sono stati incoronati ben 11 sovrani austro-ungarici!
Finalmente arriva il momento della partenza, c’è molta nebbia quando attraversiamo paesaggi spettrali nel fitto della boscaglia. Dopo 20 minuti arriviamo a destinazione e ci scaricano: siamo letteralmente gli unici turisti, non sono neppure aperti i negozi di souvenir!
Qui la temperatura è sotto lo zero, il paesaggio ha qualcosa di epico: foreste, fiumi e una nebbia lattiginosa che si appiccica addosso. L’ingresso costa 1.50 Euro e dopo aver fatto il biglietto ci inerpichiamo per i viottoli che portano alla rocca distrutta da Napoleone e poi abbandonata. Man mano che saliamo godiamo di panorami sempre migliori, facciamo delle gran foto nonostante la visuale ridotta. Anche qui i primi resti risalgono all’epoca romana e purtroppo la sommità del castello non è raggiungibile dal 2010 perché i lavori di messa in sicurezza sono stati interrotti per insufficienza di fondi.
Sembra di essere in una landa scozzese, ci sono le rovine, c’è tanto verde, sembra una scenografia adatta al sequel di Highlander 😉
Torniamo giù per andare a vedere da vicino l’altra attrazione di questo paesino: la linea di confine su cui passava la Cortina di ferro negli anni bui in cui l’Occidente liberale si opponeva al comunismo dell’URSS e degli stati satelliti.
Qui c’è un toccante monumento a 400 vittime del terrore comunista, uccise nel tentativo di passare dall’altra parte, alla ricerca di libertà.
Alle 12:33 il nostro bus 29 riparte (per il ritorno c’è sempre una corsa ogni ora) e intorno alle 13:00 siamo di nuovo in hotel dove, grazie al late check out riservato ai clienti Genius di Booking, possiamo lasciare la stanza alle 14:00. Quindi andiamo al supermercato di fronte a fare le ultime spese di spezie e dolciumi.
Per tornare in aeroporto abbiamo tempo a disposizione e quindi ci serviamo dei mezzi pubblici, così spendiamo 2.40 Euro invece di 25! Per arrivare in aeroporto bisogna prendere il bus 61 che parte ogni 20 minuti dalla stazione principale dei treni Hlavna stanica e dopo circa 20 minuti, in condizioni di traffico normale, arriva a destinazione al Letisko airport.
Che dire, questo è un altro viaggio consigliato: Bratislava è bella e molto piccola. Fa freddo ma ha un valore aggiunto proprio se visitata nel periodo natalizio… e indovinate perché? 😉
Si mangia bene, è economica e divertente, ottima anche come base per escursioni a Vienna e in diverse località dei Carpazi, anche Budapest è raggiungibile in un giorno.
Insomma il bilancio è positivo, Bratislava è da provare! 😉

Ma alla fine, quanto abbiamo camminato? 31,8 chilometri! 🙂

Note
Hotel prenotato su Booking
Guida di riferimento: Lonely Planet Vienna (all’interno ci sono due pagine dedicate a Bratislava)
Libro letto su Kindle: Per ironia della morte di Claudio Vergnani