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Diario di viaggio: Vilnius e Trakai

Diario di viaggio a Vilnius
La cattedrale di Vilnius e la torre campanaria

Gira e rigira, sembra che almeno in Europa hai visto “tutto”. Tutto?! Suona ridicolo solo pensarlo perché, per quanto siano state visitate, anche più volte, città come Londra, Parigi, Amsterdam, Porto, c’è ancora tanto, tantissimo da vedere. Dopo la pausa natalizia tra Bratislava e Vienna, continuiamo a spostarci verso nord-est. Stavolta è Pasqua, e abbiamo puntato una bella capitale baltica: Vilnius, in Lituania.

26/03 Roma-Vilnius

Levataccia alle 03:30 per partire alle 04:00 e raggiungere il parcheggio AltaQuotaUNO alle 05:45, scegliamo sempre questo quando partiamo da Roma Ciampino (4 giorni, 18 Euro).
Abbiamo fatto il check-in online e viaggiamo con la carta d’imbarco sullo smartphone: è in queste occasioni che viene fuori tutta l’utilità del QR Code. Andiamo dritti ai controlli di sicurezza, non particolarmente diversi dal solito, nonostante siano passati pochi giorni dagli attentati di Bruxelles. Il nostro volo Ryanair parte alle 06:55 e l’atterraggio è previsto alle 10:45. La durata effettiva è di circa 2 ore e mezza ma c’è da aggiungere un’ora in più per il fuso e sottrarre i soliti 20 minuti che Ryan dichiara come “anticipo” sull’orario stabilito (e vai con le statistiche alle stelle sulla puntualità). Il biglietto è costato 130 Euro, comprato online il 7 Febbraio.
Quale moneta si usa in Lituania? Facile, l’Euro! Sì, dall’1 Gennaio 2015 hanno messo in soffitta i vecchi Litas e anche qui sono passati alla valuta unica europea, quindi nessun pensiero per cambi e conversioni.
L’aeroporto è piccolo, appena fuori c’è la stazione dei bus e da qui parte il collegamento per il centro di Vilnius. Bisogna prendere il bus 3G che parte alle 11:00 e impiega 20 minuti per arrivare alla fermata Zaliasis Tiltas, sull’altra sponda del fiume Neris che separa la zona vecchia e nuova della città.
Attraversiamo il ponte e dopo una passeggiata di cinque minuti raggiungiamo il nostro Novotel Vilnius Centre. Perché l’abbiamo scelto? Il ragionamento che facciamo per i weekend lunghi è sempre lo stesso: alberghi in pieno centro o comunque vicini alle principali attrazioni, ottime recensioni, facilità per gli spostamenti (così non si perdono ore preziose per muoversi in città) e poi, se ci sono comfort particolari, non guasta mai. Per esempio questo hotel è dotato di sauna e hammam e, visto il freddo polare che ci aspetta, non ce le faremo scappare al termine delle escursioni!
Al check-in mostro la tessera fedeltà Le Club AccorHotels che ci fa guadagnare un upgrade gratuito di camera: ultimo piano con vista sulla torre di Gedimino.
Ci orientiamo un attimo e siamo subito in strada, la Gedimino Prospekt, che percorriamo per qualche centinaio di metri, fino a raggiungere la cattedrale di Vilnius, l’attrazione più celebre della capitale lituana.
Stile neoclassico, monumentale, con un grande colonnato e statue all’ingresso, dentro ospita numerose cappelle tra cui quella di San Casimiro, patrono nazionale, riprodotto negli affreschi con tre mani come vuole la leggenda. Antistante la cattedrale c’è la torre campanaria, alta 57 metri e con base circolare, sembra più un faro che un campanile. Da alcune prospettive la torre sembra inclinata e l’effetto ottico ricorda vagamente – molto vagamente, eh! – Pisa e la sua celebre Piazza dei Miracoli.
All’uscita passiamo davanti al Palazzo del Granduca di Lituania e iniziamo a inerpicarci per la salita acciottolata che porta al castello/torre di Gedimino. Sì, oggi la torre simbolo della città è ciò che resta di un imponente castello sulla sommità di una collinetta che domina Vilnius. Vale la pena salire fino in cima per capire meglio la topografia della città e scattare foto panoramiche.
Facciamo una pausa contemplativa di un paesaggio molto diverso dal nostro, a tratti ancora ricoperto di neve nelle zone meno battute dal sole, e torniamo indietro per passeggiare lungo Pilies gatvé, la strada che parte dalla piazza della cattedrale e che si dirama in tanti vicoletti caratteristici del centro storico, il più antico dell’Europa dell’Est e Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Cosa troviamo in Pilies? Negozietti, locali, bancarelle e tanti venditori di ambra, tantissimi perché qui i giacimenti di questo minerale fossile sono numerosi e la qualità è alta.
Lungo il percorso ci sono scorci interessanti da fotografare e palazzi storici e monumentali che si alternano a strutture fatiscenti. Lungo il percorso facciamo delle deviazioni per visitare la chiesa gotica di S. Anna, costruita con mattoni rossi e l’adiacente chiesa con monastero Bernardini. La prima celebre per la facciata e gli esterni, la seconda per il suo interno.
Una volta ripresa Pilies raggiungiamo la grande piazza del municipio e compriamo guanti (necessari a -2!) e le prime, immancabili calamite. Poco più avanti entriamo nella chiesa ortodossa di San Nicola, la più antica della Lituania in stile gotico. Molto bella fuori e dentro, abbiamo la fortuna di assistere a una cerimonia cantata e notiamo come gli ortodossi durante le preghiere facciano tantissime volte il segno della croce e il verso del tocco sulle spalle è contrario rispetto ai cattolici.
Rientriamo verso l’hotel lungo il Piccolo Ghetto e passiamo in rassegna anche il palazzo dell’Università e quello Presidenziale. Una volta in hotel inizia la scelta del ristorante, fatta sempre tramite ricerche su Internet, TripAdvisor e dritte di terzi. Consiglio: prenotare di sabato è fondamentale. Addirittura la nostra prima scelta non è disponile neanche per la domenica! Quindi passiamo al successivo, Lokys che ha ottime recensioni ed è nella top-ten dei ristoranti migliori di Vilnius. Usciamo senza mappe e con il telefono scarico ma riusciamo a orientarci subito, a conferma di quanto sia piccola la capitale lituana.
Il ristorante è situato in un edificio storico e propone piatti della tradizione gastronomica, indicati con un bollino rispetto a quelli contemporanei, anche sul menù in italiano. Noi scegliamo tutti i piatti tipici: antipasto con assortimento di formaggi lituani, con marmellata e nocciole. Come portata principale, invece, ordiniamo un memorabile filetto di cinghiale arrosto condito con una salsa di mirtilli rossi e servito con pere dolci e piccole crocchette di patate: il piatto preferito dal granduca Gedimino, e dopo averlo assaggiato si capisce perché. Per finire un bel würstel di selvaggina, che è a tutti gli effetti un’enorme salsiccia accompagnata con crauti e purè di patate agli spinaci. Da bere, birre locali: Svyturio Extra, chiara, e Kanapinis, una birra artigianale non fermentata. Tutto ottimo, tutto per la modica cifra di 37 Euro… e questo sarà il pasto più costoso (!) del viaggio.
Dopo quasi 24 ore in piedi e in movimento, siamo pronti a crollare. Prima però c’è da sistemare gli orologi due ore avanti: un’ora ce la frega il fuso fuso e l’altra l’inizio dell’ora legale.

Quanto abbiamo camminato? 11,6 km

27/03 Vilnius

Dopo una colazione spaventosamente ricca di cose buone, dolci e salate, programmiamo la giornata.
Già con la passeggiata di ieri abbiamo visto buona parte delle cose più importanti di Vilnius, quindi pensiamo di dedicare qualche ora alla visita di due musei. Il primo tentativo lo facciamo al Museo dell’Olocausto, che troviamo chiuso. Allora proseguiamo lungo Pamenkalnio per raggiungere il Museo del Genocidio nel vecchio palazzo del KGB, ma troviamo anch’esso chiuso: è Pasqua anche qui. Da notare: il primo museo è dedicato alle circa 100.000 vittime lituane della follia nazista, il secondo agli oppositori del regime comunista imposto dall’Unione Sovietica fino al crollo del muro di Berlino.
Sì, la Lituania ha guadagnato definitivamente la sua indipendenza definitiva solo nel 1992 e in pochi anni è riuscita a ritrovare un’identità nazionale, ha ottenuto l’ingresso nell’UE, nella NATO e anche nella moneta unica europea. E ha fatto tutto ciò senza spargimenti di sangue: una vera e propria rivoluzione pacifica, silenziosa e ben riuscita.
Dopo un pranzo al sacco nel parco Lukiskiu, saliamo in cima alla collina Tauras sormontata dall’imponente facciata del Flash Institute, una sorta di centro sociale che ospita eventi artistici e musicali. Ammiriamo il panorama della città dal belvedere e proseguiamo verso la chiesa ortodossa di San Michele e Costantino, molto bella e celebre per le sue cupole a cipolla. Da qui torniamo a scendere verso la città vecchia percorrendo Basanaviciaus st. e durante il tragitto incontriamo la statua di un bambino che attira la nostra attenzione. Ci fermiamo a leggere la targa e scopriamo che è dedicata a Romain Gary, un autore che abbiamo apprezzato per il bellissimo libro La vita davanti a sé, non sapevo fosse lituano, nato proprio a Vilnius!
Dopo questa scoperta proseguiamo verso la sinagoga ma troviamo anch’essa chiusa, quindi girovaghiamo all’interno del Grande Ghetto, costellato di targhe e incisioni scritte in ebraico, e camminiamo fino alla Porta dell’Alba, quella che 500 anni fa era la porta d’ingresso principale di Vilnius. Sotto l’arco, come tradizione vuole, ci sono ancora mendicanti e venditori di santini e icone. C’è un forte senso religioso, amplificato anche dalla Pasqua, e siccome Vilnius ospita tantissime chiese, continuiamo i nostri sepolcri visitando la barocca ed elegante S. Teresa – considerata la più bella chiesa della città, anche grazie agli stucchi rosa e le decorazioni rococò – e poi è la volta della Chiesa dello Spirito Santo, la più importante chiesa ortodossa della Lituania. Molto bella all’interno, con un grande fermento intorno alla teca che ospita i corpi dei tre Santi Martiri: Eustachio, Giovanni e Antonio.
Subito dopo passiamo dal religioso al profano dirigendoci verso il quartiere dell’auto-dichiarata Repubblica di Uzupis, un luogo insolito ed eccentrico dove si raccoglie una comunità di artisti e che sta conoscendo un grande sviluppo. Le statue della Sirena e dell’Angelo sono i due simboli del quartiere, molto amati dai residenti e dai turisti. Spesso Uzupis viene confrontata con Christiania a Copenaghen o Montmartre a Parigi ma sono esagerazioni. Uzupis è Uzupis, un quartiere alternativo molto più modesto rispetto ai paragoni ingenerosi, ma con un suo fascino.
Ci ricolleghiamo con il parco situato alla base della collina di Gedimino e rientriamo in hotel per un meritato relax a base di sauna e bagno turco prima di cena.
Sappiamo dove andare: torniamo nella stessa strada di ieri (Stikliu) per cenare da Leiciai Aline. Anche qui ambiente caldo, accogliente, riservato e con luci soffuse. Tutto molto delicato ma noi non saremo troppo delicati: menù alla mano ordiniamo un set degustazione con 6 diverse birre lituane da 0,2: al limone, di stagione, scura, con aroma di cioccolato, chiara e non fermentata. Per un grande assaggio ci vuole un grande piatto di stuzzichini, quindi ordiniamo un tagliere di specialità lituane: cinque diversi salumi affumicati, salsiccia e prosciutti, poi formaggi e orecchie di maiale anch’esse affumicate, cetriolini, nocciole, pane fritto, crostini con legumi e anelli di cipolla. Siamo praticamente pieni ma abbiamo ordinato tutto insieme e non possiamo mandare indietro il famoso cepelinai, noto anche come Zeppelin, un enorme gnocco di patate bollito e ripieno di carne speziata, servito con sour cream e salsa di ciccioli. Per finire c’era anche una bella salsiccia di maiale casareccia, marinata nella birra e servita con crauti, purè e mostarda fatta in casa. La spesa totale di questo bendiddio è stata di solo 28.50 Euro!
Sazi e soddisfatti abbiamo fatto una passeggiata digestiva fino all’hotel, rotolando davanti al palazzo presidenziale e all’ormai nota facciata della cattedrale.

Quanto abbiamo camminato? 12,4 km

28/03 Vilnius – Trakai

Si è capito: Vilnius è proprio piccola, due giorni sono più che sufficienti per girarla in lungo e in largo. Al terzo giorno inizi a riconoscere anche alcuni passanti 😀
Quindi per il terzo giorno ci siamo preparati per una bella gita fuori porta, come abbiamo fatto di recente durante il viaggio a Bratislava e Vienna.
Cosa vedere vicino Vilnius? Risposta facile: Trakai, una località incantevole a 30 chilometri dalla capitale, nel cuore della regione dei laghi.
Trakai è ovviamente circondata da acque azzurre e fitti boschi, ed è famosa per l’omonimo castello da fiaba costruito su un isolotto al centro del lago Galve e collegato alla terraferma con un lungo ponte in legno.
Gli hotel e le agenzie turistiche sul posto organizzano trasferimenti Vilnius-Trakai ogni giorno, al costo di 30/40 Euro a persona, ma noi come al solito abbiamo scelto la formula fai da te. L’escursione richiede quattro ore.
Così, dopo aver preparato un pranzo al sacco per la nostra Pasquetta lituana, usciamo per fare altri due vani tentativi ai musei di ieri, niente da fare: di nuovo chiusi, e così anche la sinagoga.
Pazienza, ci troviamo già sulla strada per raggiungere la stazione dei bus, da qui prenderemo il mezzo che ci porterà a Trakai. La stazione è adiacente a quella dei treni e per individuare il bus giusto bisogna guardare i cartelli affissi in alto, in corrispondenza di ogni stallo.
Il biglietto si fa a bordo e costa 1.80 Euro, partiamo alle 12:50 e dopo 35 minuti siamo a destinazione. Controlliamo anche qui gli orari di partenza per il ritorno e ci mettiamo in marcia per raggiungere l’isolotto che ospita il castello, giusto 2 chilometri più in là.
La prima cosa che notiamo è l’immobilità dell’acqua lacustre, sembra uno specchio opaco. Vogliamo vedere meglio, così usciamo dal sentiero, ci avviciniamo alla riva e i sospetti diventano sempre più fondati: c’è bisogno della prova del nove. Prendiamo quindi una grossa pietra, la lanciamo verso il centro del lago e… è tutto ghiacciato, così tanto che la pietra non sfonda nemmeno la superficie!
Non siamo abituati a certi scenari, per questo immortaliamo il momento con un paio di lanci ripresi in slow motion: un bell’effetto, perché quando ti aspetti lo “splash” vedi invece la pietra rotolare e restare a “galla” 🙂
Proseguiamo la passeggiata lungo la strada principale di Trakai e poi ci spostiamo sul sentiero che costeggia il lago. Dopo giorni di freddo intenso, oggi ci sono ben 11 gradi e, complice il sole nel giorno festivo, tante persone si rilassano nei boschi e altri fanno un pic-nic sui pontili circondati dal ghiaccio, così non mancheranno le bibite in fresco.
Arriviamo finalmente al castello, la cui visione d’insieme ha un suo fascino ma le travagliate vicende storiche relative a restauri e ricostruzioni recenti, non ci convincono ad approfondirla: percorriamo il ponte pedonale, ci affacciamo nella corte interna e l’impressione è quella di una scenografia. Non si respira aria di storia, sembra un po’ un outlet e quindi preferiamo tornare indietro e frugare tra le bancarelle a caccia di souvenir.
Alle 15:50 prendiamo l’autobus del ritorno e dalla stazione raggiungiamo Pilies per l’ultimo shopping, compriamo t-shirt e orecchini d’ambra e concludiamo le spese al centro commerciale GO9 di fronte al nostro hotel.
Dopo aver lasciato zaini e busta in camera, usciamo di nuovo per raggiungere Etno Dvaras uno dei ristoranti più noti di Vilnius, molto frequentato. Siamo senza prenotazione ma l’attesa è breve e quando vengono a chiamarci scendiamo nei sotterranei, esattamente come negli altri locali visitati nei giorni scorsi. Le sale sono molto belle, sembra un labirinto, e i tavoli sono predisposti in maniera da risultare molto riservati. Ci portano due menù (il pieghevole è quello da considerare turistico) e anche qui troviamo dei piatti contrassegnati da un bollino che autentica la tradizione storica della ricetta. Ordiniamo una zuppa di funghi servita in una pagnottina, un grande cepelinai fritto e ripieno di carne, servito con sour cream e dadini di pancetta croccante, poi ravioli ripieni di carne con lo stesso condimento di prima e per finire una bella bistecca di salmone cotta su brace e servita su un legno aromatico, accompagnata da insalata e fragole. Ci abbiamo bevuto su un mezzo litro di birra scura e chiara. Il conto finale è ottimo, solo 25.80 Euro ma dei tre ristoranti provati questo occuperà il terzo posto. Rispetto a quella che è stata la nostra esperienza, se qualcuno mi domandasse “Dove mangiare a Vilnius?”, non avrei dubbi: prova Leiciai Aline. Anche se il cinghiale di Lokys resterà per sempre nei nostri cuori 😀

Quanto abbiamo camminato? 16 km

29/03 Vilnius – Roma

Del giorno della partenza c’è sempre poco da dire, specie se si parte presto e non si possono sfruttare le ultime ore per qualche altro giro.
Lasciamo l’hotel alle 08:50 e riprendiamo il pullman 3G che passa ogni 15 minuti sulla corsia opposta a quella di arrivo, tutto fila liscio.
Ma c’è ancora spazio per l’ultimo consiglio: di solito non si sceglie mai l’aeroporto per comprare i souvenir, eppure stavolta sento di poter fare un’eccezione.
Premesso che non ho visto cose entusiasmanti, qui la paccottiglia per turisti si concentra molto su imbarazzanti riproduzioni in ceramica di animali buffi, oppure legni lavorati a mano e incisi a fuoco con il nome della città. Calamite, ambra e magliette si trovano anche in aeroporto e ho trovato qualità migliore migliore e, paradossalmente, un prezzo minore! Dopo aver preso due bottiglie di vodka e un’altra t-shirt, ci resta giusto il tempo per l’imbarco.
Che dire: bella Vilnius, è da vedere. Fa un freddo di morte per buona parte dell’anno ma noi ce la siamo goduta anche perché abbiamo trovato bel tempo: nel periodo natalizio deve essere ancora più caratteristica.
Un paio di giorni bastano per visitarla e in caso di weekend end lungo è bene inserire una gita fuoriporta. La città è piccola, ben organizzata e molto molto pulita.
Vilnius ha una lunga storia che merita di essere approfondita, molto travagliata – specie nel secolo scorso – ma con un bel lieto fine.

Ma alla fine, quanto abbiamo camminato? 40 km

Note
Hotel prenotato su Booking
Guida di riferimento: Vilnius di Morellini editore (II edizione, l’unica in italiano)
Libro letto su Kindle: Il posto di ognuno. L’estate del commissario Ricciardi di Maurizio De Giovanni

Diario di viaggio: Bratislava e Vienna

Il Danubio e il centro storico visti dal castello.
Il Danubio e il centro storico di Bratislava visti dal castello.

Dopo il viaggio in USA arriva la pausa invernale e non può mancare un bel weekend lungo a caccia di atmosfere natalizie. Ormai è una tradizione: mercatini, addobbi, sapori e nuove città da scoprire. Dopo la sorprendente Porto dell’anno scorso, questa volta abbiamo puntato dritti a nord…

12/12 Roma – Bratislava

Partenza da casa fissata alle ore 16:00. Lasciamo la macchina al parcheggio che consigliamo sempre e ci prepariamo per il volo fissato alle 19:45.
A Ottobre abbiamo acquistato i biglietti sul sito Ryanair e sette giorni prima del viaggio abbiamo fatto il check-in online con le carte d’imbarco scaricate sull’iPhone: pratico e senza scartoffie. Abbiamo speso per il tragitto a/r Roma-Bratislava l’incredibile cifra di 52.50 Euro a testa e da quando i posti sono tutti assegnati e si può portare un secondo piccolo bagaglio a bordo, non c’è più la triste corsa per occupare le poltrone migliori e Ryanair è tornata un’opzione da considerare per viaggi di questo tipo.
Arriviamo puntuali alle 21:00 e come deciso dall’Italia, vista l’ora, non perdiamo tempo con i collegamenti pubblici: prendiamo direttamente un taxi che in 15 minuti ci porterà in hotel.
Da notare: appena fuori l’aeroporto c’è un cartello che indica le tariffe massime dei taxi per arrivare in alcuni degli hotel più importanti della città. Il cartello dice che per la nostra destinazione bastano 25 Euro ma i due tassisti interpellati ne chiedono 30. Al terzo tassista rispondiamo che sul cartello c’è scritto diversamente e quando facciamo per andar via, magicamente ci ripensa: “Ok, 25 Euro!” – fastidioso come sempre dover far capire che non sei un pollo da spennare e che loro hanno una regola da rispettare. Peccato, non è mai il massimo essere accolti così ma come da nostra buona abitudine non vogliamo farci pregiudizi di alcun tipo, quindi cataloghiamo l’episodio e guardiamo fiduciosi alle prossime tappe. Anche perché è ora di cena e vogliamo pensare positivo 😉
In meno di 15 minuti percorriamo i 7 km che ci separano dal nostro Austria Trend Hotel Bratislava.
Impieghiamo giusto il tempo necessario per ammirare la bellissima hall e la stanza, pulita e confortevole, e siamo subito in strada per raggiungere un locale scelto su TripAdvisor e consigliato anche sulla guida. Perfetto anche perché si trova a soli 100 metri da noi: Bratislavsky Mestiansky Pivovar un antico birrificio con cucina tradizionale. Siamo giusto in tempo per ordinare perché dalle 22:00 chiudono la cucina ma si può continuare a bere. Il locale è bellissimo: foto d’epoca, tanti tavoli, enormi botti di rame per produrre la birra in bella vista, a rappresentare con orgoglio l’essenza di una storia iniziata addirittura nel 1752!
Assaggiamo la chiara e la scura e grazie al menù in inglese riusciamo a capire cosa ordinare: per antipasto una gigantesca salsiccia affumicata fatta in casa con mostarda e salsa di rafano, a seguire una bella wienner schnitzel, versione asburgica della cotoletta panata fatta con carne di maiale e condita con insalata di patate, e per finire degli gnocchi ripieni con formaggio di pecora, conditi con bacon, cipolle fritte e abbondante spennellata di sour cream: una bomba. Come se non bastasse la botta calorica, le porzioni sono così abbondanti che non riusciamo a finire tutto! Memorabile anche il conto: spendiamo solo 22.80 Euro!
Prima di rientrare in hotel facciamo una passeggiata digestiva e pregustiamo un po’ del centro storico, interamente pedonale e vicinissimo al nostro albergo che, come sempre, è stata una precisa scelta strategica. Accediamo al cuore della città attraverso la storica porta di Saint Michael: una torre barocca che è la chiave di acceso al meraviglioso quartiere medievale.
Percorriamo un pezzo della strada principale e poi deviamo verso Hlavné Namastie, la piazza che ospita i mercatini di Natale di Bratislava. Tutto è spento e buio e le pulizie sono in corso, l’atmosfera del Natale alle 22:00 lascia spazio ai locali, ai bar, ai disco pub che offrono programmi più spinti delle mele caramellate. È sabato sera, non c’è molta gente in strada perché fa un freddo boia ma per quello che vediamo dall’esterno, la temperatura in certi bar deve essere caldissima!
I locali sono davvero tanti, con poca tradizione e molti turisti, sembra un business florido come se far ballare delle ragazze seminude su un bancone da bar rappresentasse ancora una trasgressione ambiziosa, simbolo di libertà. Mah! A me è sembrata una cosa piuttosto “datata”, in linea con il vecchio Colpo Grosso di Umbertone Smaila: chi lo guarderebbe oggi?
Con queste divagazione filosofiche tra eros e attualità, rientriamo verso l’hotel: siamo sicuri che Bratislava ha molto di meglio da offrire! 😉

Quanto abbiamo camminato oggi? 2,5 km

13/12 Bratislava

Per oggi abbiamo programmato una serie di percorsi che ci faranno scoprire il meglio di Bratislava e concentrarci soprattutto sul suo tradizionale mercatino di Natale.
Facciamo il pieno energetico con una colazione dolce e salata a base di croissant, muesli, pane tostato con marmellata e il proteico abbinamento che osiamo solo quando viaggiamo: bacon, uova strapazzate e salsicce. Ok, ora siamo pronti 😉
L’aria è fredda, ci sono appena un paio di gradi quando iniziamo a seguire l’itinerario pedonale che ci porterà al maestoso castello-simbolo della città, arroccato in cima a un’altura che sovrasta Bratislava.
La salita è agevole, i percorsi sono ben indicati e sicuri anche perché adiacente al castello è situato il Parlamento slovacco. Appena arrivati in cima scattiamo foto panoramiche proprio dal belvedere della massima assemblea nazionale e vediamo il Danubio scorrere placido sotto di noi. La struttura non ha niente di particolarmente memorabile ma il parco che lo circonda e la vista di Bratislava dall’alto meritano sicuramente una visita.
Torniamo verso il centro storico passando per la porta di Sigismondo e il nostro cammino ci porta attraverso scorci bellissimi fino alla Cattedrale di San Martino. Da qui prendiamo la strada Panska Laurinska fino a incontrare Cumil, la statua più famosa della città: un operaio (o un soldato?) che spunta da un tombino e guarda sornione e disincantato i passanti. Dopo la caduta del comunismo sono state tante le sculture insolite che hanno rinnovato le principali strade di Bratislava (notevole anche quella di Lewis Carrol), ma quella di Cumil è stata eletta da abitanti e turisti come la migliore e bisogna fare la fila per strappare una foto a questo famosissimo Man at work 😉
È ancora presto e decidiamo di non cedere alla tentazione di tuffarci nel mercatino, ci affacciamo giusto un attimo per fare uno spuntino. Vediamo persone che passeggiano con un’enorme frittella calda tra le mani e non vogliamo essere da meno, così seguiamo l’istinto e il profumo e scopriamo che si tratta di una zemiakovè. Ordiniamo il frittellone (2.50 Eu) e proseguiamo felici verso la nostra prossima meta: la Chiesa Blu.
Per arrivarci bisogna uscire un po’ dal centro storico considerato che Bratislava è davvero molto piccola, e tutto si raggiunge facilmente a piedi con passeggiate brevi e piacevoli. Ora va detto però, in tutta onestà, che questo luogo di culto per quanto celestiale – almeno nei colori – non ci ha trasmesso grande entusiasmo. Abbiamo visto imponenti chiese coloratissime durante il viaggio in Russia e questa non ci impressiona, in più è chiusa. Certo non ci disperiamo, rientriamo verso il centro e puntiamo dritti Hlavné Namastie, la piazza principale.
Da questo momento perdiamo la cognizione del tempo, dello spazio e del senso di sazietà: guardiamo tutte le bottegucce degli artigiani e assaggiamo tutto ciò che ci attira di più.
Il tema è ovviamente natalizio e si possono fare buoni acquisti per regali e souvenir spendendo poco: ci sono saponi, decorazioni, candele di ogni tipo, oggettistica in legno, in pietra, vetro, tessuti, pelle, c’è di tutto. Ma per noi l’attrazione maggiore è il cibo, così finiamo per comprare un torrone miele e arachidi (1.70 Eu), accompagnato dall’idromele Medovina: un liquore caldo a bassa gradazione, distillato dal miele (1 Eu). Dopo ci aggiungiamo anche un loksa, una crepe arrotolata spolverata di zucchero e cannella (1.50 Eu).
Passeggiamo mentre fa buio, le strade si illuminano, c’è tanta gente in strada e noi passiamo da una bancarella all’altra e valutiamo prezzi e oggetti per l’attacco finale 😉
Dopo aver ammirato le imponenti facciate del Teatro Nazionale Slovacco e della Filarmonica, ordiniamo un paio di punch per riscaldarci, uno ai mirtilli e lavanda e uno all’arancia. Ora siamo pronti: dopo diversi confronti fatti tra i mercatini e i negozi visitati nell’arco della giornata, sappiamo esattamente dove andare a fare acquisti e cosa mettere nei nostri zaini. Entriamo da Danube Souvenirs e compriamo felpe, portacandele, gli immancabili magneti e uno splendido vaso decorato con il celebre “Bacio” di Klimt.
Dopo un’intera giornata in strada facciamo ritorno in hotel, ci buttiamo in sauna e ci rilassiamo – e scaldiamo! – prima di uscire di nuovo a cena. Anche oggi conosciamo la destinazione perché l’avevamo notata prima di partire: Fabrika, un locale adiacente all’hotel Loft che ci ha colpito per i suoi interni.
Lo raggiungiamo con una passeggiata di pochi minuti e l’impatto con la realtà conferma quanto visto in foto: la sala è grande, ben illuminata e calda. Anche qui producono con orgoglio birra e ne ordiniamo due boccali da 0.5, però, mentre guardiamo il menù, restiamo delusi dal fatto che è praticamente un pub a tema USA più che un locale di cucina tradizionale. E ci sono anche tanti, troppi riferimenti a prodotti italiani.
Non solo noi veniamo dalla capitale mondiale della gastronomia, neanche tre mesi fa avevamo eletto il miglior hamburger mangiato durante il viaggio in USA! Quindi non ci resta che circoscrivere la nostra scelta ad alcuni piatti locali che resistono stoicamente in un menù affollato di stranieri 😉
Ordiniamo: pivni gulas, uno spezzatino di manzo brasato con birra scura accompagnato da gnocchi di pane e patate; una sacrosanta klobasa, gigantesca salsiccia alla griglia con senape, rafano e ketchup servita con patatine fritte. Abbiamo speso 24.10 Euro, il cibo era buono ma ci aspettavamo qualcosa più in linea con la tradizione locale. Andiamo via soddisfatti ma con un po’ di amaro in bocca, come quando bevi una birra troppo forte.
Il pensiero di Vienna addolcirà i nostri sogni, domani si riparte!

Quanto abbiamo camminato oggi? 8,5 km

14/12 Bratislava – Vienna – Bratislava

Tutto calcolato dall’Italia: Bratislava dista da Vienna solo 55 chilometri. Ci sono treni in abbondanza ed è molto facile organizzare questa gita fuoriporta, noi l’abbiamo fatto!
Dopo la consueta ricca colazione, alle 11:00 andiamo a piedi verso la stazione principale (Hlavna stanica) passando davanti il monumentale Palazzo presidenziale.
I treni per Vienna partono ogni ora, noi abbiamo scelto quello delle 11:38 e abbiamo comprato i biglietti in stazione (a/r 14 Euro a persona). Il viaggio dura un’ora.
Dalla stazione centrale di Vienna prendiamo la metro (fermata Sudtiroler-hauptbanhof, biglietto 2.20 Euro) e scendiamo alla fermata Stephansplatz city dove c’è la cattedrale di Santo Stefano.
Entriamo a visitare la chiesa più importante della città, capolavoro del gotico che tra alti e bassi vede iniziare la sua storia addirittura nel 1147. Gli interni sono sfarzosi ma per il pubblico senza biglietto sono visibili solo quelli della navata sinistra. Una volta all’esterno ammiriamo le guglie elaboratissime e il tetto a spiovente, decorato con tegole multicolori che formano perfetti disegni geometrici, e da qui iniziamo a seguire un percorso pedonale consigliato sulla guida che ha come prima tappa la casa viennese di Mozart. Siccome non è niente di particolarmente memorabile, proseguiamo subito lungo l’itinerario che si rivela subito molto interessante: attraversa un quartiere storico, tenuto molto bene, silenzioso e ricco di piccole sorprese come la chiesa dei Gesuiti, che all’interno ha enormi baldacchini con colonne torte di marmo verde e rosa, e una magnifica cupola trompe l’oeil di ottima fattura: sembra vera!
Proseguiamo verso il cortile del caseggiato Heiligenkreuzerhof dove ci aspettiamo di trovare il primo mercatino di Natale, come riportato sull’itinerario, ma in realtà non c’è nulla e quindi proseguiamo ad attraversare il cosiddetto Quartiere dorato: un intricato dedalo di strade pedonali, slarghi e piazze dove si trovano tutte le boutique e gli shop delle grandi firme e dei marchi più prestigiosi del mondo. Solo shopping di lusso qui, in un contesto completamente immerso nella storia della città: opulenta e nobile come dimostrano tutti gli edifici che costituiscono questa passeggiata unica al mondo.
Il nostro percorso termina nell’Hofburg che raggiungiamo da Michaelplatz, in cui è possibile ammirare alcune rovine di epoca romana. Ebbene sì: anche Vienna è provincia di Roma 😉
L’Hofburg è un complesso di edifici monumentali, una città nella città, che vale la pena visitare.
Noi iniziamo dall’ingresso un tempo riservato ai sovrani e seguiamo un altro percorso passo-a-passo (sempre indicato sulla guida) per capire esattamente cosa stiamo vedendo e dove ci stiamo dirigendo. Passiamo in rassegna statue equestri, cortili, giardini curatissimi fino ad arrivare al Rathaus, il municipio di Vienna che ospita il mercatino di Natale che al termine del viaggio eleggeremo all’unanimità come il più bello.
Rispetto a Bratislava tutto è più organizzato, meno caotico e più… diciamo scintillante! Le strutture degli chalet sono più grandi e meglio illuminate, i prezzi restano moderati nonostante Vienna sia molto più costosa di Bratislava.
Anche qui non ci lasciamo sfuggire il meglio del cibo di strada come per esempio un kartoffelpuffer, un frittella di patate e aglio che sarebbe meglio definire una frittella di aglio con tracce di patate (2.50 Eu). Dopo questa frittella siamo pronti a uccidere eserciti di vampiri con uno starnuto, quindi dobbiamo rifarci la bocca con un bel panino imbottito con salsiccia al formaggio (5 Eu) e dopo l’immancabile sacher torte (3.50 Eu).
Inizia a far freddo e mentre camminiamo nei viali del parco, prendiamo a farci compagnia un bel cartoccio di castagne bollenti. Ci allontaniamo dal Rathaus e passando davanti all’edificio del Parlamento austriaco raggiungiamo Mariae Theresien Platz, nel cuore del Museum Quartier, un’altra grande piazza con magnifici giardini su cui affacciano i palazzi del museo di storia naturale e di storia dell’arte. Ma noi siamo in modalità “mercatini natalizi” in questo viaggio, quindi non ci fermeremo… non oggi. L’assaggio da Bratislava ci ha fatto bene, abbiamo capito di aver trascurato a lungo la capitale austriaca che ci ha fatto un’ottima impressione, quindi abbiamo deciso: in futuro organizzeremo un viaggio a Vienna. Magari abbinato alla vicina Salisburgo 😉
Torniamo ai mercatini: anche qui belle illuminazioni, chioschi carichi di ogni bendiddio, luci, colori e profumi. Compro le immancabili calamite della città, un timbro in legno da regalare e rientriamo verso la stazione. La nostra gita a Vienna si conclude alle 18:16 quando ripartiamo verso Bratislava (anche per il ritorno i treni ci sono ogni ora).
Per cena confermiamo la nostra storica tattica: scegliere sempre per l’ultima cena il locale che hai apprezzato di più durante il viaggio, così parti soddisfatto e non rischi esperimenti negativi. Torniamo quindi al Bratislavsky e ordiniamo pecene kolienko z mladeho prasiatka, 550 grammi di meraviglioso ginocchio di maialino al forno servito con cavoli, patate e slovak loks, in pratica una crepe di accompagnamento. Poi zemiakovè knedlicki, dei grandi gnocchi di patate ripieni con carne affumicata e accompagnati da crauti, pancetta e sour cream. Ci abbiamo aggiunto due birre e abbiamo speso 20.40 Euro, ancora una volta una scelta azzeccata!

Quanto abbiamo camminato oggi? 11,6 km

15/12 Bratislava – Devin – Roma

Ci svegliamo presto per raggiungere il villaggio di Devin, a 10 chilometri da Bratislava, dove c’è un pittoresco castello diroccato molto importante per la storia slovacca. Abbiamo visto delle foto su internet e ci siamo convinti che valesse la pena fare una levataccia anche perché proprio a Devin c’è la confluenza dei fiumi Moldava e Danubio. Ci siamo preparati la sera prima per raggiungere questa località, così sappiamo che dobbiamo prendere il bus 29 che passa sui 10 minuti di ogni ora.
Una volta raggiunto il capolinea di partenza, che si trova sotto il cavalcavia antistante la cattedrale e di fronte l’osservatorio ufologico, scopriamo che alle 10:00 è l’unico orario in cui non ci sono corse! Quindi dobbiamo aspettare le 11:10 per partire e abbiamo un’ora e mezzo di tempo da riempire!
Ne approfittiamo per una passeggiata lungo il fiume ma fa davvero troppo freddo per godersela, quindi invertiamo la rotta verso la cattedrale di San Martino che troviamo aperta e ne approfittiamo per vedere gli interni. Per quanto non siano eccezionali e tutto possa sembrare abbastanza anonimo, qui sono stati incoronati ben 11 sovrani austro-ungarici!
Finalmente arriva il momento della partenza, c’è molta nebbia quando attraversiamo paesaggi spettrali nel fitto della boscaglia. Dopo 20 minuti arriviamo a destinazione e ci scaricano: siamo letteralmente gli unici turisti, non sono neppure aperti i negozi di souvenir!
Qui la temperatura è sotto lo zero, il paesaggio ha qualcosa di epico: foreste, fiumi e una nebbia lattiginosa che si appiccica addosso. L’ingresso costa 1.50 Euro e dopo aver fatto il biglietto ci inerpichiamo per i viottoli che portano alla rocca distrutta da Napoleone e poi abbandonata. Man mano che saliamo godiamo di panorami sempre migliori, facciamo delle gran foto nonostante la visuale ridotta. Anche qui i primi resti risalgono all’epoca romana e purtroppo la sommità del castello non è raggiungibile dal 2010 perché i lavori di messa in sicurezza sono stati interrotti per insufficienza di fondi.
Sembra di essere in una landa scozzese, ci sono le rovine, c’è tanto verde, sembra una scenografia adatta al sequel di Highlander 😉
Torniamo giù per andare a vedere da vicino l’altra attrazione di questo paesino: la linea di confine su cui passava la Cortina di ferro negli anni bui in cui l’Occidente liberale si opponeva al comunismo dell’URSS e degli stati satelliti.
Qui c’è un toccante monumento a 400 vittime del terrore comunista, uccise nel tentativo di passare dall’altra parte, alla ricerca di libertà.
Alle 12:33 il nostro bus 29 riparte (per il ritorno c’è sempre una corsa ogni ora) e intorno alle 13:00 siamo di nuovo in hotel dove, grazie al late check out riservato ai clienti Genius di Booking, possiamo lasciare la stanza alle 14:00. Quindi andiamo al supermercato di fronte a fare le ultime spese di spezie e dolciumi.
Per tornare in aeroporto abbiamo tempo a disposizione e quindi ci serviamo dei mezzi pubblici, così spendiamo 2.40 Euro invece di 25! Per arrivare in aeroporto bisogna prendere il bus 61 che parte ogni 20 minuti dalla stazione principale dei treni Hlavna stanica e dopo circa 20 minuti, in condizioni di traffico normale, arriva a destinazione al Letisko airport.
Che dire, questo è un altro viaggio consigliato: Bratislava è bella e molto piccola. Fa freddo ma ha un valore aggiunto proprio se visitata nel periodo natalizio… e indovinate perché? 😉
Si mangia bene, è economica e divertente, ottima anche come base per escursioni a Vienna e in diverse località dei Carpazi, anche Budapest è raggiungibile in un giorno.
Insomma il bilancio è positivo, Bratislava è da provare! 😉

Ma alla fine, quanto abbiamo camminato? 31,8 chilometri! 🙂

Note
Hotel prenotato su Booking
Guida di riferimento: Lonely Planet Vienna (all’interno ci sono due pagine dedicate a Bratislava)
Libro letto su Kindle: Per ironia della morte di Claudio Vergnani