Mese: Novembre 2003

Il titolo dinamico

quotidianiLa svolta: superiamo i misteri delle redazioni
INVENTATO IL TITOLO DINAMICO!
Retroscena nella composizione di un articolo

L’esempio qui sopra è il titolo in classico stile giornalistico (manca il sommario) composto da:
Occhiello (introduce la notizia)
Titolo (la fornisce)
Catenaccio (sorta di sottotitolo)

I titoli sono fondamentali. Non parlo di società e nobiltà – che schifo – ovviamente parlo di stampa, di comunicazione (dovrei dire “che schifo” anche qui?).

Di un giornale sono la cosa più letta: tutti leggiamo un articolo se il titolo ci incuriosisce, e negli ultimi tempi si fanno dei veri e propri studi sulla titolazione. Tanto che è nata la mitica figura del titolista che in una redazione esiste ma è come un’eminenza grigia: nessuno sa chi è! Provate a chiedere…

Non sempre i titolisti lavorano bene, anzi, spesso generano equivoci, false aspettative, peccano di presunzione, abusano del proprio ruolo, gigioneggiano coi giochi di parole, inflazionano le testate di inefficaci calembour. Addirittura alcune volte non centrano neanche il tema dell’articolo (gli esempi in basso vi aiuteranno a capire meglio).

Sul blog credo che userò il “Titolo Dinamico”, cioè lo cambierò ogni volta che ne avrò voglia, fin quando non sarà perfettamente calzante… in fondo il blog è bello perché fai un po’ ciò che vuoi, no? Perché puoi accettare suggerimenti, far modellare agli altri una tua idea. Sì sì, è così che voglio fare!

Vi lascio ai titoli strambi, ridete pure:
“Si è spento l’uomo che si è dato fuoco” (Giornale di Sicilia, 1998)
“Pompini a raffica, Carrarese K.O.” (Gazzetta dello Sport, 1992. Pompini era un giocatore del Fiorenzuola che in quella partita segnò 4 gol…)
“Falegname impazzito tira sega a un passante” (Corriere della Sera, 1991)
“Tromba marina per un quarto d’ora” (Corriere del Mezzogiorno, 1997

P.S.: anche l’oggetto di una email è un titolo! Se volete farvi leggere, un buon titolo è meglio di qualsiasi simbolo di priorità…

Tecnologia o tecnocrazia?

Ho quasi finito di lavorare, stavolta mi sparo in cuffia “Greats Balls of Fire” di J. Lee Lewis per sovrastare il rumore di una lavatrice che se la vedesse il tecnico autorizzato Calfort (avete presente la pubblicità?!) la denuncerebbe alla polizia come “potenziale arma di distruzione di massa”!
Ho finito, dicevo, ma prima di andare via ho fatto un giro dagli amici di idearium.it su suggerimento di Ale, una carissima web friend, e come al solito sono rimasto sbalordito: ipertecnologia dappertutto, siamo davvero invasi! Ci ha migliorato la vita e continuerà a farlo, ma siamo sicuri che sono sempre tutti pregi? Non entriamo nel merito di scenari orwelliani e palesi violazioni della privacy, rimaniamo in ambito più umano: ma non è che questa ipervolontà di ipercomunicare ipertecnologicamente ci iperporterà a iperdimenticare come si saluta una persona per strada?
“Tutti a comunicare che stiamo comunicando” diceva Altan… e non sbagliava!
Sono un “gadgettista”, nel senso che tutto ciò che la tecnologia tira fuori prima o poi lo devo avere, quindi capirete la frustrazione che provo quando non riesco a stare al passo coi tempi: comprare un videotelefonino oggi e vedere domani che esce il videoregistratoredvdcombihomecinematelefonino non fa bene alle mie coronarie! Sapete l’unico rimedio qual è? Rileggere le vecchie riviste per PC e tecnologi, quella robaccia Jackson Libri degli anni ’80 per intenderci. Tra quelle pagine ingiallite mi rilasso rileggendo le caratteristiche di un triste floppy da treemezzo e i codici basic per giocare a memory, così, magicamente, il mio Nokia 7250 sembra degno di Star Trek!
Notte a tutti…

Il mio primo post

De Luca
Questo sono io, ho 27 anni e trovate delle notizie su di me cliccando qui.
Lavoro. Anzi se scrivo qui vuol dire che sono in pausa-lavoro.
Non pensavo che sarei mai riuscito a scrivere mentre ascolto musica, con le cuffie poi…
Invece non è complicatissimo, è più difficile capire perché sto scrivendo, ma in fondo è una domanda che mi sono sempre fatto.
Anzi, mi chiedo spesso: “Perché tutti scrivono e pochi leggono?”
Ora, con i PC, internet, i blog, le email, il fenomeno diventerà sempre più di massa e sempre più difficilmente emergerà chi davvero merita, ma in fondo non bisogna lamentarsi: tutti hanno più spazio ed è giusto che sia così, poi, chi ha talento, riuscirà…