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Diario di viaggio: Budapest

Panoramica di Budapest dalla collina
Budapest, il Ponte delle Catene

08/05 Roma – Budapest

La partenza è fissata alle 10 del mattino, verso le 8.30 lasciamo la macchina presso il ParkinGo (30 Euro per 4 giorni) di Fiumicino e la navetta ci porta spediti al terminal.
È la terza volta che uso questo sistema e confermo le buone impressioni sulla praticità e l’economia. Il volo è operato dalla compagnia di bandiera ungherese Malev e acquistandolo esattamente 24 giorni prima della partenza è costato circa 180 Euro p.p.
L’Ungheria è praticamente dietro l’angolo, solo un’ora e mezza la durata del volo e così alle 11.30 siamo già fuori l’aeroporto (rigorosamente con bagaglio a mano!).
Purtroppo, come avevamo già letto sul Web e sulle guide, i servizi pubblici di collegamento dai terminal al centro città sono piuttosto scadenti.
In pratica c’è da prendere un pullman che collega alla metro, però le macchine per stampare i biglietti erano rotte e a bordo accettavano soltanto la cifra esatta del biglietto! Noi avevamo cartamoneta ancora intatta e all’interno dell’aeroporto non sono stati disponibili a cambiarla (l’aeroporto è proprio piccolo e in zona “arrivi” c’è praticamente un bar e qualche sportello informazioni). Insomma, sembra una congiura architettata perfettamente per costringere i turisti a servirsi delle compagnie di taxi e shuttle privati che gestiscono il primo collegamento con la città.
È inutile stare a perdere tempo, perciò scegliamo Zòna Taxi che con 4800 fiorini (22 Euro) ci lascia davanti l’hotel.
Una nota sul cambio: i soldi li abbiamo convertiti in Italia, è sembrato un po’ di tornare ai tempi della lira… non siamo più abituati a vedere nel portafoglio certe cifre! In pratica abbiamo cambiato 400 Euro e ci siamo ritrovati con circa 90.000 fiorini ungheresi! (HUF). Il cambio era 1 a 234 e abbiamo usato la garanzia BuyBack di Travelex (in pratica con 5 Euro in più di commissione congeli il tasso di cambio in modo che al ritorno, se restituisci la moneta del paese da cui provieni, te la convertono allo stesso tasso a cui l’hai acquistata, di fatto molto conveniente). Fatta questa precisazione è bene aggiungere che in moltissimi negozi accettano l’euro e pagare con la nostra moneta è sicuramente più conveniente.
Ok, torniamo a Budapest, il Museum Hotel è ottimamente posizionato (zona Pest, quartiere Belvaros) ma soprattutto dotato di ogni comfort: la camera è spaziosa, silenziosa, divisa in due ambienti e con una doccia molto grande. Ma non solo, la struttura riserva agli ospiti un rilassante centro benessere con hamam, sauna e maxi jacuzzi, l’ideale dopo le lunghe giornate trascorse in giro.
Usciamo subito a fare una passeggiata per orientarci e comprendiamo come l’hotel sia ottimamente posizionato: ci basta attraversare una strada per arrivare alla Sinagoga e al quartiere ebraico. È venerdì pomeriggio, al tramonto inizia il tradizionale shabbat quindi non possiamo accedere, allora mangiamo un boccone in un forno lì vicino e procediamo con la passeggiata lungo Karoly Korut fino alla basilica di Santo Stefano, la chiesa più grande della città. La facciata è grandiosa e all’interno c’è una magnifica cupola, in una sala è conservata la mano mummificata di Santo Stefano, fondatore dello stato cristiano.
Al termine della visita passeggiamo lungo Andrassy Ut, un viale molto elegante che per volontà dell’omonimo conte a cui è intitolata riproduce la magnificenza degli Champs Elysees di Parigi. Si alternano molti negozi, librerie e caffè incorniciati in palazzi sontuosi ed eleganti. La strada è dichiarata Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO e termina in piazza degli Eroi.
Dopo aver visto l’architettura dell’Opera di Budapest facciamo una pausa nei pressi dell’Oktagon, precisamente in piazza Ferenc Liszt, fresca e alberata e con una notevole statua in bronzo del celebre compositore.
Dopo questa prima esplorazione rientriamo in hotel per un bagno turco e l’idromassaggio e poi usciamo a cenare nel quartiere ebraico.
Scegliamo il Walhalla Club, un ristorante scandinavo proprio sotto le torri della sinagoga illuminata in modo suggestivo. Mangiamo spiedino di maiale con funghi e salsa yogurt e menta, e una maxi insalata con cetrioli, peperoni, lattuga, polpette fritte di carne e filetti di salmone affumicato, ottima! (ca. 32 Euro).
Rientriamo in hotel per caricare le batterie, il giorno successivo ci aspetta un lungo giro di Buda, presso la sponda opposta del Danubio.

09/05 Budapest

Dopo una rapida colazione in hotel raggiungiamo il ponte Elisabetta e per la prima volta vediamo le acque del Danubio (che proprio “blu” non sono…). Il panorama dal ponte offre la collina Gellert di fronte, sulla sponda sinistra il Palazzo Reale e sulla sponda destra il Parlamento: i più noti monumenti della città. La vista d’insieme è spettacolare ma di notte è ancora migliore perché sono illuminati perfettamente.
E poi il verde, le famose colline di Budapest circondano di colore la città creando uno scenario suggestivo. Sulla collina spiccano enormi le statue della Libertà e del vescovo Gellert ma la statua che più attrae i turisti è quella al termine del ponte: un’imponente scultura di bronzo raffigura la celebre Principessa Sissi.
Proseguiamo seguendo il corso del fiume fino a Clark Adam Ter da dove parte la funicolare (800 HUF) che porta al palazzo. La salita è breve ma spettacolare, come il panorama mozzafiato che si può ammirare dalla sommità.
Da qui inizia una passeggiata circolare che permette di visitare tutto il quartiere del castello, tra giardini curati e stradine pittoresche. È la zona dove ci sono sicuramente più turisti ma è talmente vasta da non avvertire alcun senso di sovraffollamento.
Il palazzo ha subito diverse distruzioni, ricostruzioni, ampliamenti e oggi ospita due musei, quello della storia di Budapest e la Galleria Nazionale Ungherese. Percorrendo il viale che gira attorno al palazzo si ammira una fontana del Matyas e il monumento al Guardiano del cavallo. Lungo le mura abbiamo trovato un mercatino all’aperto di souvenir artigianali e prodotti alimentari ungheresi, così ne approfittiamo per acquistare un Kürtöskalács, un enorme pan brioche morbido e dolce, aromatizzato alla cannella (c’erano anche altri gusti).
Il quartiere del castello si gira facilmente, ha quasi un percorso obbligato, e così procediamo lungo via Tàrnok dove al numero 18 sostiamo a visitare il Museo della Farmacia dell’Aquila d’Oro (500 HUF). Il vecchio Dottor Szabo, con bastone e camice bianco, ci fa da guida particolare e ci spiega i vari oggetti esposti (moltissimi di provenienza… italiana) fino a presentarci il pezzo forte del piccolo museo: il laboratorio alchemico, conservato con animali impagliati o sotto formalina, e tante ampolle di varie misure per pozioni ed esperimenti.
Una volta usciti è la volta del Bastione dei Pescatori, un vecchio mercato del pesce dall’aspetto insolito: riproduce con magnificenza un castello medievale ma si tratta di un’opera… di fantasia! Risale “soltanto” ai primi del ‘900, è come se fosse una sorta di castello della Bella Addormentata a Disneyworld. C’è da dire che il suo porticato a strapiombo sul fianco della collina, offre una delle migliori viste della città dall’alto.
La passeggiata prosegue fino alla chiesa di Màtyàs dai colori sgargianti, specie per le tegole che ricoprono le guglie, e il campanile della chiesa di Maria Maddalena, unico residuo del complesso a resistere ai bombardamenti del 1944.
Dopo aver attraversato il cosiddetto Cancello di Vienna, che rappresenta il giro di boa della passeggiata, iniziamo il rientro lungo il perimetro esterno delle mura della fortezza, fino ad arrivare a percorrere Uri Utca dove al civico 30 abbiamo fatto una sosta allo spettacolare Cafe Mirò. Qui abbiamo assaggiato il re dei dolci ungheresi, la torta Dobos, famosa in tutto il mondo. In pratica sono cinque strati di pan di Spagna aromatizzati alla vaniglia, farciti di cioccolato al burro e ricoperti da una cialda caramellata: una bomba calorica!
Abbiamo ricaricato le batterie con massicce dosi di zuccheri, quindi proseguiamo per la stessa strada dove al numero 9 si trova il Labirinto del Castello di Buda (CHIUSO, agg. 01/20). Molto divertente, è assolutamente da non perdere (a meno che non soffriate di claustrofobia!).
L’ingresso costa 2000 fiorini (circa 8.50 Euro) e comprende la dotazione di una lampada a olio di quelle usate in miniera. Dopodiché si affronta il buio più totale in un’atmosfera surreale: senza piantine né luci è facile perdere l’orientamento, lo scopo è ovviamente quello di guadagnare l’uscita cercando la strada e i punti di ritrovo armati solo della debole fiammella.
Nel percorso lungo 1.2 chilometri si faranno incontri molto strani, che non svelo per non rovinare la sorpresa. Il labirinto è considerato una delle 7 meraviglie sotterranee del mondo.
La giornata è stata lunga e la fatica si inizia a sentire, così rientriamo in hotel usando per la prima volta la metropolitana da Batthyany Ter (290 HUF).
Ormai è sera e dopo la consueta pausa nella spa andiamo a cena in Deak Ferenc Utca, una bella strada con diversi locali. Scegliamo Papa e ovviamente mangiamo i piatti tipici: gulash accompagnato da piccoli gnocchi acqua e farina e la bistecca ungherese, fettine di manzo fritte e condite da peperoni, cipolle e patate saltate in padella. Su tutto regna sovrano il condimento più famoso dell’Ungheria: la paprika (spesa totale 4700 HUF, 20 Euro ca.)
Torniamo in hotel passeggiando lungo via Vaci, è la strada più commerciale della città e anche se è tutto chiuso è chiaro che sarà questo il luogo dove acquisteremo i souvenir da portare in Italia.

10/05 Budapest

L’intera giornata di oggi è dedicata al relax, specie dopo la sfacchinata di ieri!
Arriviamo in metro fino al palazzo del Parlamento, costruito usando lo stesso stile neogotico del parlamento di Londra, è uno dei più grandi del mondo e conserva il simbolo nazionale dell’Ungheria: la sacra corona. Dopo le fotografie di rito proseguiamo verso l’isola Margherita: un’oasi di pace al centro del Danubio. L’isola è un enorme parco con giardini, specchi d’acqua, piscine, campi da gioco e gli abitanti del posto si ritrovano qui per fare pic-nic e rilassarsi.
Ci sono tanti punti di ristoro, così dopo una breve pausa andiamo verso la prossima tappa: il parco pubblico e i bagni Széchenyi.
Budapest è considerata la capitale termale d’Europa: non c’è nessun’altra grande capitale che può vantare il suo numero di bagni termali, sono oltre 50.
Abbiamo scelto quelli di Széchenyi perché sono più decentrati e meno frequentati da turisti (e scolaresche!), difatti sul posto avremo conferma di quanto letto sulla guida e su Internet: i cartelli che spiegano l’uso delle terme, i prezzi e ogni altra indicazione utile sono scritti solo in ungherese!
L’ingresso costa 6000 HUF (ca. 25 Eu) e comprende anche una cabina per due persone. Dopo il cambio chiudono con una mandata la cabina e ti lasciano la chiave da custodire, a quel punto puoi accedere ai bagni.
Le piscine interne sono tantissime, degli elenchi affissi informano sulla composizione chimica delle acque e ogni vasca ha una targa in marmo che indica la temperatura. Si passa dai 38 ai 20 gradi e in ogni zona ci sono bagni turchi e saune.
Poi c’è la parte esterna, con tre grandi piscine e anche qui getti d’acqua e idromassaggio. È una bellissima giornata di sole e fa uno strano effetto immergersi all’esterno in un’acqua caldissima, però i benefici si sentono: usciamo freschi e riposati dopo 5 ore di relax e facciamo un giro nel parco che oltre alle terme ospita uno zoo e un castello costruito nel 1896 mescolando venti stili architettonici diversi. Si può attraversare il suo interno dopo aver superato, ovviamente, il ponte levatoio calato sul più classico dei fossati!
Dopo il rientro in albergo usciamo per l’ultima cena ungherese, così ci dirigiamo verso la centralissima Vorosmarty Ter dove, di fianco all’ambasciata inglese, c’è Arany Barany (CHIUSO, agg. 12/2019) specializzato in ricette tradizionali e carni d’agnello.
Ordiniamo un antipasto (bocconcini di paprica con carne d’agnello, salsa di pomodoro e aglio in una barchetta di melanzana) e due piatti principali. Uno estratto da una ricetta originale di 1300 anni fa (arrosto di agnello al sale e pepe, speziato con aglio, salsa al vino bianco, melanzane e cetrioli con zenzero), l’altro più “moderno” (filetto d’agnello alla griglia con strudel di verdure e patate in torretta con rosmarino e cipolla). Accompagniamo il pasto con due bicchieri di Tokaji, il tipico vino bianco ungherese, dal sapore deciso (che onestamente non mi è piaciuto molto). Per carità, la cena è stata molto buona e le porzioni abbondanti, però considerate le cene precedenti (dalle stesse caratteristiche di qualità), troviamo che il conto qui sia troppo elevato: lasciamo sul tavolo 40 Euro a testa (!).
Solita passeggiata digestiva al rientro, in Ungheria si mangia molto bene però… accidenti se sono pesanti i piatti, specie di sera! J

11/05 Budapest – Roma

L’ultimo giorno lo riserviamo allo shopping, percorriamo la parte ancora inesplorata di Via Vaci che termina con il grandissimo Mercato Centrale.
Risale al XIX secolo in stile liberty e ospita tre piani di gastronomia e souvenir, conviene moltissimo andare qui a fare compere prima di partire. Compro paprika (tanta), maglie, calamite da frigo (collezione), souvenir vari per amici e nipoti e da un artigiano scelgo un piccolo scrigno di legno intagliato che si apre come un rompicapo, a prova di curiosi!
Visto che c’è ancora del tempo prima del volo, ci fermiamo in Sinagoga e visitiamo il tempio e il museo dedicato all’ebraismo (1950 HUF). Per entrare mi danno una kippah con cui coprire il capo e finalmente mettiamo piede nella più grande sinagoga d’Europa, la seconda del mondo (dietro New York).
L’interno è sfarzoso ma, come sempre mi accade nei luoghi di culto all’estero, non resto particolarmente impressionato: proveniamo da un paese dove la cultura cattolico-cristiana ha eretto i templi più grandi, belli, ricchi e decorati del mondo.
All’esterno, invece, è possibile visitare il cimitero adiacente e il monumento che ricorda le atroci persecuzioni naziste a Budapest: un gigantesco salice piangente in argento riporta il nome di una vittima inciso su ogni fogliolina.
All’uscita ci fermiamo al Cafè Mood dove mangiamo un begel con Philadelphia e salmone affumicato (6 Eu) e poi prendiamo il taxi per dirigerci verso il volo che ci riporterà in Italia, è tempo di bilanci quindi.

Budapest mi è piaciuta moltissimo, elegante, pulita, sicura, con un’ottima gastronomia. Due cose ho notato in modo particolare: 1) nelle strade, sugli edifici, non c’è niente che ricordi il lungo periodo del comunismo e l’influenza sovietica; 2) non ho mai visto una sola persona in divisa, né una caserma, né una pattuglia in automobile, eppure mi sono sentito sempre sicuro… stranissimo per noi che siamo abituati a vedere forze dell’ordine ovunque!
Insomma, Budapest è da visitare e per me, a questo punto, da rivedere sicuramente!

Omaggi magiari, G.