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Diario di viaggio a Barcellona

Collage di Barcellona vista da Parc Guell, la mostra Mundo Pixar e la città vista dalla teleferica.
Sui lati: Barcellona vista da Parc Guell e dalla teleferica; al centro le bimbe incontrano Coco

Il 2024 sarà per noi l’anno del ritorno negli aeroporti. Con la nascita di due bimbe in due anni abbiamo dovuto contenere la nostra voglia di viaggiare e la pandemia ci ha dato una mano a smorzare gli entusiasmi.
Ma il peggio è alle spalle e quindi dopo Valencia e Skiathos, ci siamo concessi anche un week end lungo a Barcellona. Continuiamo con la nostra teoria di viaggi nei paraggi, in luoghi che già conosciamo da rivedere con occhi nuovi. Aspetteremo che crescano ancora un po’ per ricominciare a esplorare di nuovo.

08/10 Gaeta – Barcellona

Partiamo da Gaeta alle 10:30 e arriviamo alle 12:30 a Roma, per la prima volta all’Easy Parking Lunga Sosta di Fiumicino.
Abbiamo prenotato online e una volta arrivati abbiamo capito che se hai comprato il posto scoperto e il tuo settore è completamente occupato, puoi parcheggiare nei posti coperti alla stessa tariffa. Ed è esattamente quello che capita a noi, da notare che qui abbiamo pagato la cifra più bassa di sempre (26.90 Eu). La navetta passa ogni 5 minuti e ti lascia davanti al terminal di partenza, il tragitto dura solo 5 minuti.
Arriviamo nei tempi giusti ma purtroppo per il resto non siamo molto fortunati perché il meteo è pessimo e il nostro volo subisce due ore di ritardo. Per fortuna in aeroporto ci sono le distrazioni per trascorrere del tempo, prima bivacchiamo nel parco giochi per il nostro pranzo al sacco e poi ci spostiamo verso un bar per riscuotere le consumazioni offerte da Ryan per il ritardo.
I voli li abbiamo acquistati online sul sito di Ryanair il 3 settembre, abbiamo speso 178.90 Eu per quattro biglietti a/r e un bagaglio in stiva da 20 chili. Purtroppo il ritardo si prolunga e ci brucia la prima giornata di viaggio perché arriviamo all’aeroporto El Prat addirittura alle 19:30 (invece delle 16:25!). Recuperiamo il bagaglio al nastro e insolitamente il passeggino lo piazzano su un nastro diverso dedicato a questi articoli speciali (il 29), poi seguiamo le indicazioni della metro L9 sud e con 5.50 Eu prendiamo il biglietto che prima ci porta verso il centro e poi, dopo un solo cambio, arriviamo in prossimità dell’hotel dove ci registriamo addirittura alle 21:00!
Facciamo un check-in molto rapido e chiediamo in reception di prenotare un ristorante vicino che avevamo adocchiato dall’Italia: The Fish & Chips Shop che serve solo pasti senza glutine. Si trova su una bella piazzetta frequentata da ragazzi, ci mettiamo ai tavoli esterni e ordiniamo porzioni di classico fish & chips, calamari e polpo, ovviamente fritti, acqua e quattro birre (50.70 Eu).
Quando siamo pronti a rientrare sono le 23:30, le bimbe sono ancora cariche, guardano tutto e in particolare il retro di un bus di linea su cui riconoscono la stampa dei personaggi di Toy Story. Ma che ci fanno lì Woody e Buzz?
Mamma e papà sono stanchi, ci pensiamo domani… 😉

Quanto abbiamo camminato oggi? 6,5 km

09/10 Barcellona

Per questo soggiorno abbiamo scelto il Best Western Premier Hotel Dante per le sue caratteristiche: zona strategica, vicinanza della metro e colazione senza glutine.
Ci svegliamo con calma dopo aver dormito molto bene in una grande stanza con una seconda camera che le bimbe useranno solo per giocare, e un enorme lettone king size dove dormiremo comodamente tutti e quattro nonostante la culla e un altro letto matrimoniale. La stanza gli piace così tanto che vorrebbero restare in hotel tutto il giorno, ma non funziona così… 😀
Scendiamo a fare colazione al primo piano e si innesca la routine da ripetere ogni giorno: usare la macchina pulisciscarpe all’ingresso della sala. Prima di entrare si devono dare una ripassatina alle scarpe e dobbiamo farlo anche noi!
A colazione mangiamo benissimo, la sala è bella e luminosa grazie alle finestre ampie che affacciano sui palazzi imponenti ed eleganti del quartiere Eixample di Barcellona.
Mangiamo dolce e salato e poi usciamo per andare proprio alle spalle del nostro hotel, dove a poche centinaia di metri di distanza possiamo vedere le architetture più note disegnate da Antoni Gaudì per le abitazioni private: la Pedrera e Casa Batllò. Dopo le foto di rito, soprattutto alla casa con “il tetto di drago”, e dopo aver letto insieme le informazioni sulla guida, proseguiamo lungo l’elegante Paseig de Gracia fino a Plaza Catalunya. Da qui, dopo una pausa a giocare con i piccioni, prendiamo la Rambla che troviamo meno movimentata del solito. Eppure Barcellona è in piena polemica da “overtourism”, forse viaggiare in bassa stagione e in giorni infrasettimanali un pochino ripaga.
Durante il tragitto facciamo una deviazione per visitare la grande cattedrale di Barcellona nel cuore del quartiere gotico, poi raggiungiamo la vicina Plaza de Sant Jaume per una pausa da Conesa Entrepans, un locale piccolino che fa panini e snack, attrezzato bene perché nonostante le dimensioni ridotte ha un’area riservata alle preparazioni senza glutine. Ordiniamo panini con wurstel, con prosciutto iberico e formaggio, crocchette di carne, birra e Fanta (26.80 Eu).
Dopo lo spuntino usciamo dalla Ciutat Vella per riprendere la Rambla lungo il suo tratto finale, il più caratteristico, che ci porterà fino all’imponente colonna del monumento a Cristoforo Colombo.
Siamo a ridosso del porto, dove c’è gran fermento per via dell’imminente America’s Cup, ma invece di andare verso il mare giriamo sulla nostra sinistra lungo Carrer Ample per raggiungere la chiesa di Santa Maria del Mar, che abbiamo imparato a conoscere e apprezzare come la Cattedrale del Mare descritta nell’omonimo romanzo di Ildefonso Falcones. Nel tragitto incontriamo anche la suggestiva Placa de la Mercé con la chiesa della Vergine dei Miracoli de Caacupé: una vera sorpresa, un angolo nascosto di Barcellona che non avevamo mai visto.
Dopo aver visto la chiesa più grande, proseguiamo sempre dritti lungo l’alberato Paseig del Born che termina nella grande piazza che ospita il Centro di cultura e memoria, un edificio imponente in stile liberty che, all’interno di una elegante struttura in ferro battuto, ospita un sito archeologico della città antica. Tagliamo in due il centro culturale e una volta all’esterno raggiungiamo la prossima destinazione in programma per oggi: il Parco della Ciutadella.
Le bimbe resistono alle marce forzate, anche grazie al provvidenziale carrellino che abbiamo comprato prima di partire: un’appendice a rotelle del passeggino che ci permette di farle riposare e soprattutto di procedere spediti durante gli spostamenti più lunghi e impegnativi.
Ora è il momento del divertimento: seguiamo la mappa del parco per trovare le aree-gioco e trascorriamo del tempo piacevole tra scivoli, percorsi a ostacoli, sentieri, tanto verde e specchi d’acqua.
Dopo un’escursione nella ludoteca raggiungiamo la fontana dei Tre Dragoni, fotografiamo le papere e i pappagallini e poi ci avviamo lentamente verso la Rambla per fare un giro nel mitico mercato della Boqueria.
Ci piacerebbe tanto fermarci a prendere un aperitivo, anzi più di uno, ma non ci siamo con i tempi e quindi ci muoviamo tra i banchi gustando una crocchetta al prosciutto crudo e un frullato di banana, cocco e fragole (7 Eu). Compriamo diversi preparati per la paella e poi raggiungiamo la fermata della metro Liceu, proprio davanti all’uscita del mercato. Da qui andiamo direttamente alla fermata del nostro hotel (biglietto 2.55 Eu) e prima di entrare facciamo una spesuccia di snack e acqua nel supermercato adiacente (8 Eu).
A cena abbiamo prenotato un tavolo da Pötstot, un ristorante solamente gluten free e… vegano!
Facciamo questa nuova esperienza gastronomica e per quanto distante dai nostri gusti, troviamo che sia tutto ottimo. Ordiniamo patatas bravas; riso Venere con alga wakame e aglio; crocchette di spinaci alla catalana; omelette senza uova e uno smoked tofu vurger: un panino con pane al teff, crescione, cipolla rossa, maionese vegana spezia e affumicata, cipolle croccanti e patatine fritte. Da bere Daura Damm scura e chiara, anche queste ovviamente senza glutine (58.80 Eu).
Serata piacevole, divertente, in un locale accogliente, gusti nuovi per tutti e un cameriere molto molto in gamba con le bimbe. Si presentavano come ristorante inclusivo ed effettivamente…
La prima vera giornata impegnativa è finita, torniamo in camera molto stanchi, giusto il tempo di una doccia e poi tutti a dormire.

Quanto abbiamo camminato oggi? 12,7 km

10/10 Barcellona

Anche questa sarà una grande giornata e quindi c’è bisogno di una grande colazione.
Mentre le bimbe giocano nella loro stanza andiamo a cercare su Internet perché su quel bus del primo giorno c’erano i personaggi di Toy Story. Così scopriamo che a Barcellona c’è la mostra Mundo Pixar Experience e decidiamo di fare una sorpresa alle piccole.
Usciamo per raggiungere il forno-pasticceria Jansana dove facciamo uno spesone senza glutine per tutti: empanada di carne, di pesce, cannoli fritti ripieni di crema e cornetti salati con prosciutto e formaggio (31.60).
Ok, per il pranzo è fatta! Adesso possiamo raggiungere la grande arteria Diagonal per prendere la metro che ci porterà sul Montjuic, la collina più famosa di Barcellona, alta 200 metri e con il castello omonimo che sovrasta la città e dai suoi belvedere offre panorami unici.
Visto che oggi useremo molto i mezzi, compriamo un biglietto cumulativo per otto viaggi (10.70 Eu per due persone, i bambini viaggiano gratis) e prendiamo la metro e la funicolare per arrivare in cima.
Fuori dalla stazione seguiamo le indicazioni per il castello e prendiamo dei sentieri ben curati nel Jardins de Joan Brossa alla ricerca di un intermezzo divertente che avevo visto su internet, su Google Maps: tobogans, lunghi scivoli gratuiti che tagliano i tornanti del sentiero Paseig del Migdia, subito dopo il Cafè bar El Cims.
Dopo una lunga pausa di scivolate per grandi e piccoli, riprendiamo il cammino verso la stazione della teleferica. Le compagnie sono due: una porta dal castello alla fermata della metro, l’altra invece arriva fino giù al porto ed effettivamente è quella che vale la pena provare.
Noi lo scopriamo dopo e quindi le prendiamo entrambe, prima partiamo dal castello e scendiamo alla fermata della metro (21 Eu). Da qui proseguiamo a piedi fino al Jardins Miramar dove si trova la stazione della teleferica più suggestiva, quella che si dirige fino al porto e passa sopra la città, con una vista spettacolare (25 Eu, bambini sempre gratis).
Dopo un tragitto di circa 10 minuti “atterriamo” al porto vecchio e da lì percorriamo tutta Paseig de Joan de Borbò, nel cuore della Barceloneta. Siamo circondati da maxy yacht, la giornata è stupenda e stanno allestendo il villaggio per la Louis Vuitton Cup ma non possiamo distrarci. Dobbiamo raggiungere la fermata Barceloneta per raggiungere l’area commerciale La Maquinista, fuori Barcellona, dove c’è la mostra che abbiamo prenotato.
Quando arriviamo nei pressi degli enormi padiglioni decorati con gigantografie dei personaggi Disney-Pixar le bambine restano meravigliate qualche istante, poi parte l’eccitazione che trova ampio sfogo una volta all’interno. Siamo letteralmente immersi nelle ricostruzioni fedeli delle scenografie dei film d’animazione più celebri della storia del cinema.
Il primo ambiente è proprio quello di Toy Story, uno dei loro preferiti, esattamente siamo nella stanza di Andy e tutto è gigantesco. La prova definitiva che siamo diventati della dimensione dei giocattoli, arriva quando una hostess grida: “Stanno arrivando i grandi!” e si butta a terra insieme a tutti gli spettatori della sala, noi compresi. Tra le risate generali ci rialziamo, salutiamo Buzz, Woody e gli altri e proseguiamo per vedere i “set” di Up, Cars, Elemental, Wish, Ratatouille e molti altri. Un altro ambiente che merita una segnalazione a parte e che coinvolge le bimbe è quello dedicato a Coco, dove troviamo un pavimento led che riproduce il ponte che collega il mondo dei vivi con quello dei morti, con gli inconfondibili cempasùchil, i fiori arancioni che caratterizzano lo Dia de los Muertos. E infine molto bello è il mondo sommerso di Nemo, con la gigantesca maschera persa dal sub-dentista che ha catturato il pesce pagliaccio più famoso del mondo, che diventa lo scenario perfetto per un’ultima foto prima di uscire. Ovviamente non possiamo andare via senza un souvenir e tutte e due scelgono un personaggio di Toy Story, il mitico Rex (19.90 Eu).
Alle 18:00 facciamo un giro nel vicino centro commerciale dove compro un cavo per il caricabatterie dell’iPhone (4 Eu) e poi ci fermiamo nel vicino parchetto a giocare un po’ prima di raggiungere a piedi la fermata della metro in Placa d’Orfilia per ritornare sul Paseig de Gracia. Vediamo quindi questa bellissima strada anche di sera, con Casa Batllò illuminata in modo suggestivo.
Siamo stanchi e per cena non abbiamo intenzione di muoverci troppo e cercare locali, quindi giriamo l’angolo ed entriamo da Burger King: alle bimbe piace, sono rapidi e sicuri. Quindi ordiniamo i nostri soliti panini e le bibite (31 Eu) e dopo mangiato facciamo l’ultimo tratto di strada che ci separa dal nostro bel lettone.

Quanto abbiamo camminato oggi? 11,3 km

11/10 Barcellona

Oggi è il giorno della visita al Parc Guell, distante giusto 25 minuti da noi. Abbiamo comprato i biglietti online sul sito ufficiale e pagato 20 Euro (sempre solo gli adulti, bimbi gratis).
Arriviamo con il bus su un ingresso laterale e da qui ci orientiamo con la mappa che fotografiamo sul sentiero e seguiamo un nostro percorso per vedere le diverse zone di questo capolavoro onirico di Gaudì. Tra porticati mistici e grandi terrazze facciamo una pausa nell’area attrezzata, diamo da mangiare ad alcuni pappagallini e scendiamo fino alle cosiddette case di Hansel e Gretel. Prima di uscire ci facciamo immortalare con la famosa lucertolona dell’ingresso principale e poi proseguiamo a piedi fino alla fermata del bus che ci porterà alla prossima destinazione: è il momento della Sagrada Familia.
Arriviamo a piedi davanti alla facciata della Natività, leggiamo la sua incredibile storia iniziata nel 1882 e restiamo colpiti dalle dimensioni, dai cambi di progettazione, dall’ossessione che Gaudì aveva per quest’opera che, nonostante sia notoriamente incompleta, è il sito più visitato di Barcellona.
Ci spostiamo verso la facciata della Passione che proprio di fronte ospita – toh! – un bel parchetto. Dopo una pausa iniziamo a percorrere, lungo Carrer de la Marina, i 500 metri che ci separano da un’altra area giochi nel Jardins de la Industria.
Per intrattenere e motivare le bimbe è stato importante imparare e cercare su Google Maps “parc infantil” e alternare, alle visite e agli spostamenti, momenti di gioco e divertimento.
Nel parco c’è un compleanno a cui sta partecipando probabilmente l’intero quartiere: i bambini sono tanti, eccitatissimi, corrono, saltano, urlano. L’inferno è un posto simile a questo.
Anche le nostre bimbe sono spaesate, non sono abituate a tanta confusione nella nostra città, quindi dopo aver provato un giro su tutto, non chiedono bis e sono molto collaborative quando diciamo che è ora di tornare. Ci resta da fare l’ultimo e forsennato shopping prima del ritorno, quello più inutile e compulsivo.
Come al solito la tattica è la stessa: nei giorni precedenti abbiamo adocchiato zone e prezzi migliori, oggi andiamo a raccogliere il frutto di questa indagine.
Riprendiamo la metro alla fermata Sagrada Familia e scendiamo a Parall.el, una fermata vicina alla Rambla. Una volta individuato lo shop giusto, dove troviamo tutta la paccottiglia già vista in giro, mettiamo nel cestino tre t-shirt, una felpa, due calamite, una pallina di Natale, una sportina e due peluche scelti dalle bimbe (unicorno e un immancabile drago), tutto ovviamente brandizzato Barcellona (70 Eu). All’uscita andiamo nella vicina gastronomia Germans Gracia per comprare i nostri souvenir preferiti: prosciutto e formaggio sottovuoto (20.29 Eu) per portarci i sapori della Spagna a casa, almeno per qualche giorno.
Da qui ci spostiamo verso il ristorante che abbiamo selezionato per questa sera: En Ville con il menù completamente senza glutine premiato ogni anno dal 2014. Una garanzia!
Il locale è molto bello, atmosfera rilassata e camerieri gentili e ospitali. Qui facciamo la cena migliore del viaggio e ordiniamo finalmente una gigantesca paella di mare per i grandi; pollo e patate fritte per le piccole; crocchette di prosciutto crudo, crème brûlée e calici di vino rosso e di prosecco (97.50 Eu).
Al termine della cena facciamo una bella passeggiata digestiva per tornare in hotel e arriviamo stanchi morti per trascorrere l’ultima notte a Barcellona: chi glielo dice che domani si lascia questa stanza e si torna a casa?!

Quanto abbiamo camminato oggi? 10 km

12/10 Barcellona – Roma

Per questa ultima giornata avevamo un altro programma, cioè una passeggiata rilassata lungo la Diagonal ma dopo giorni di sole e caldo… è arrivata improvvisamente la pioggia e un brusco calo delle temperature!
Quindi ci prepariamo con calma (con grande gioia delle bimbe che possono godersi fino in fondo la loro stanza dei giochi) e studiamo il percorso più breve, e magari riparato, per raggiungere la fermata della metro. Quindi puntiamo il Mercat del Ninot, un grande mercato al coperto che sarebbe proprio l’ideale per trascorrere un po’ di tempo e acquistare qualcosa di buono. Peccato solo che sia chiuso di sabato!
Non c’è molto altro da inventare, Barcellona ci ha dato tutto in questi giorni e noi ci siamo spesi molto per godercela. Infiliamo nel passeggino le bimbe, chiudiamo la cappottina, alziamo i cappucci e andiamo dritti verso l’aeroporto sotto la pioggia ma felici.
Anche Barcellona è andata alla grande, avevamo pianificato dall’Italia un intero viaggio senza glutine per non avere stress per cercare ristoranti adatti, per non portare pasti da casa, per condividere tutti i nostri piatti senza escludere nessuno e senza stare attenti alle contaminazioni. Tutto questo è stato possibile con estrema facilità perché, come avevamo già capito a Valencia, in Spagna l’offerta gluten free è ampia. Anche per questo siamo stati benissimo, sicuri e senza brutte sorprese.

Quanto abbiamo camminato oggi? 6 km
E in totale? 46,5 km!

Note
Libro letto su Kindle: Quando abbiamo smesso di capire il mondo di Benjamín Labatut
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