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Diario di viaggio a Valencia

Incontri ravvicinati al Museo Oceanografico e al Bioparco di Valencia
Rinoceronti al Bioparco di Valencia, il Museo Oceanografico e incontri ravvicinati tra mani e pinne

Il mio conto alla rovescia è finalmente finito!

Dopo 4 anni, 3 mesi, 2 figlie e 1 pandemia è il momento di riprendere a fare una cosa che mi è sempre riuscita bene nella vita: viaggiare!
Per rimettere piede fuori casa e iniziare la nuova esperienza di viaggiatori-genitori, abbiamo pensato a Valencia: un luogo con cultura e gastronomia molto simili alle nostre. Non troppo grande, servita bene, con tanti parchi, piste ciclabili e un museo oceanografico meraviglioso.

15/04 Roma-Valencia

Come sempre abbiamo giocato d’anticipo e a gennaio, all’apice dell’espansione dei virus scolastici, abbiamo incrociato le dita e scommesso su aprile per sperare in un viaggio in piena salute. Abbiamo acquistato i biglietti su Ryanair con una spesa complessiva di 500 Euro; le bimbe hanno pagato una tariffa normale e abbiamo scelto di imbarcare un paio di bagagli da stiva (10 chili) visto che porteremo con noi anche il passeggino (gratis). La cifra finale include anche una novità assoluta per noi: un’assicurazione in caso di mancata partenza. E per poco non la sfrutteremo!
Proprio così, dopo una settimana in perfetta salute, D. si sveglia e pronuncia la parole più temute: “Ho freddo”. Misuriamo la febbre e il 38.8 del termometro ci atterrisce. Con i preparativi abbondantemente conclusi e le valigie pronte, facciamo un tentativo estremo: un passaggio dal nostro pediatra che proprio questo giorno è di turno vicino a noi.
Per fortuna ci rassicura sul fatto che molto probabilmente è una reazione allergica e ci dà una terapia da iniziare subito. Allora decidiamo di forzare un po’ e partiamo decisi verso Roma, anche se con un’ora di ritardo rispetto al previsto.
Complice il lungo tragitto da percorrere, all’arrivo otteniamo la prima soddisfazione: già al parcheggio Alta Quota (4 giorni, 22 Euro) la piccola D. sembra nuova di zecca. I bambini hanno una capacità di recupero incredibile, io con 38.8 avrei iniziato a dettare le ultime volontà…
La navetta ci porta verso i terminal e per le bimbe inizia qualcosa di completamente nuovo e diverso, per noi è una sorta di ritorno alla “normalità” ma capiamo subito che in questi 4 anni il mondo è andato avanti e sono cambiate molte cose. E sinceramente non rimpiango questo lungo stop causato (anche) dalla pandemia: viaggiare tra restrizioni, regole, quarantene, non sarebbe stato affatto facile e non mi sarebbe piaciuto.
Le differenze più importanti rispetto al mio ultimo volo? A Fiumicino ci dicono che posso portare a bordo fino a tre litri di liquidi e, soprattutto, non devo più tirare fuori dallo zaino i dispositivi digitali. I nuovi scanner controllano tutto in meno tempo e con disagi minori per i passeggeri.
Alle bimbe piace l’atmosfera caotica dell’aeroporto: hanno le loro belle valigie cavalcabili, vedono tante persone, negozi e ogni tanto si lanciano in qualche playground strategico.
Quando arriva il momento dell’imbarco, però, si sfiora un altro psicodramma: non troviamo più Simpa, un piccolo dinosauro di gomma che ci segue ovunque. Siamo praticamente sul finger che ci porta dentro l’aereo quando chiedo alle hostess di poter uscire per una ricerca disperata. Ricerca inutile perché alla fine il buon Simpa si era “distrattamente” rifugiato nello zaino di Fede e aspettava solo di essere ritrovato!
Tutto è andato per il meglio, esattamente come il battesimo del volo per le bimbe: sono state attente e curiose in tutte le fasi. E dopo la perplessità causata dal rumore crescente del rullaggio, quando l’aereo si è staccato da terra ho visto dei sorrisi convincenti. Anche se poi il primo sguardo dal finestrino ha dato una spolverata di panico agli occhi. Dopo le rassicurazioni e la tranquillità trasmessa, va tutto alla grande fino a Valencia.
Le operazioni di sbarco vanno via veloci, ritiriamo le nostre comodissime valigie e seguiamo le indicazioni per la metro. Compriamo il biglietto che ci porterà verso il centro, direzione Marìtim, e a Guimerà facciamo l’unico cambio previsto per raggiungere Tùria, la nostra fermata di riferimento. In totale impieghiamo 30 minuti per arrivare dall’aeroporto all’hotel.
Per il nostro soggiorno abbiamo scelto l’Hotel Tùria, molto grande e ben posizionato: di fronte la fermata della metro, adiacente a due grandi centri commerciali, a 800 metri dal centro storico e soprattutto a ridosso del vecchio letto del fiume omonimo che attraversa e caratterizza Valencia. In seguito alle alluvioni, il fiume Tùria è stato deviato per proteggere la città e i vecchi argini oggi ospitano un parco enorme, verde e percorribile in bici per oltre 10 chilometri.
Abbiamo prenotato una junior suite per stare comodi e all’ottavo piano godiamo anche di una bella vista panoramica sulla città.
La giornata è stata piuttosto intensa e inizialmente burrascosa, adesso che siamo arrivati tranquilli ci possiamo rilassare e fare un giro al Corte Inglés vicino per poi fermarci a cena. La scelta ricade sul menu senza glutine di Burger King che in Italia non è ancora disponibile, spendiamo in totale 31,50 Euro per tutti e quattro e nonostante la giornata intensa le piccole alle 23:30 sono ancora belle arzille, mentre noi siamo stravolti dalla stanchezza.
Dai, per oggi basta così: tutti a nanna!

Quanto abbiamo camminato oggi? 4,4 km

16/04 Valencia (Museo Oceanografico)

Eccoci pronti per il primo giorno completo a Valencia! Il programma di oggi ha ispirato questo viaggio e siamo tutti eccitati, forse noi adulti anche più delle bimbe che vivono ogni cosa con naturalezza e fiducia cieca.
D. e I. non sono mai state delle dormiglione. Consideriamo questa caratteristica un difetto enorme, che ci toglie energie, ma certe volte torna decisamente utile. Per esempio quando abbiamo molte cose da fare e vogliamo iniziare presto: alle 9:00 siamo già tutti pronti e riuniti attorno al tavolo per la colazione.
Facciamo un bel pieno di energie, proviamo cose nuove e le bimbe si divertono molto a scegliere dal buffet e assaggiare il latte con il Nesquik. Tutto in sicurezza e con un angolo dedicato alle proposte senza glutine.
Siamo pronti per ritirare le bici prenotate dall’Italia sul sito Valencia Bikes, dobbiamo solo attraversare il ponte e raggiungere la rimessa.
Abbiamo scelto il noleggio per una giornata intera (due bici, 40 Euro), la consegna è veloce e bastano pochi minuti per inforcare il nostro nuovo mezzo di trasporto, assicurare le bimbe sui seggiolini, indossare i caschi e prendere la rampa che ci porta nel vecchio letto del fiume Tùria.
Da qui prendiamo la direzione del mare, ci separano quasi sei chilometri dalle grandi strutture di Calatrava che caratterizzano lo skyline di Valencia: Museo Oceanografico stiamo arrivando!
Prima però abbiamo da meravigliarci lungo la pista ciclabile ricca di vegetazione e costellata da punti di ritrovo, sculture, fontane, playground, campi da calcio, rugby, attrezzi ginnici e tanti prati dove le persone si riuniscono per mangiare, ballare, prendere il sole e fare esercizi. Un’idea bellissima nel cuore della città, molto apprezzata visto il numero considerevole di persone che troviamo a fare attività all’aperto.
Completiamo il nostro percorso con un passo lento, per goderci la bellissima giornata di sole e qualcuno alle nostre spalle si rilassa così tanto che ci scappa pure il pisolino in bici!
Non dobbiamo mai uscire dalla pista, perché l’intero complesso di Calatrava risiede nel letto del fiume. Quindi a un tratto si presentano davanti a noi i primi edifici di questa “città nella città” e passiamo in rassegna Il Palazzo della Arti Reina Sofia, l’Hemisferic e il Museo delle Scienze fino ad arrivare all’Oceanografico. In questi passaggi finali la cura degli spazi circostanti è ancora maggiore e i prati si alternano a grandi specchi d’acqua su cui affacciano le strutture, enormi e bianche. Ci fermiamo più volte a contemplare il sapiente gioco di riflessi e la veduta d’insieme che stupisce e incanta.
Siamo puntuali rispetto all’ora che abbiamo scelto per l’ingresso (dalle 12:00) e siamo già muniti di biglietti comprati online sul sito ufficiale (101,50 Eu), quindi lasciamo le bici, ritiriamo la mappa e ci prepariamo a iniziare la nostra visita dalle vasche dedicate all’Oceano.
Prima, però, una pausa-pranzo da Océanos (un self-service ibrido dove a ritirare i vassoi vuoti ci pensano dei robot) per mangiare (senza infamia e senza lode) nella veranda del ristorante, seduti davanti a un gruppo di pellicani e fenicotteri, una paella e un pollo arrosto con patate (31,60 Eu).
Con la pancia piena ci immergiamo letteralmente nell’atmosfera oceanica e circondati da grandi vetrate attraversiamo i tunnel che collegano le vasche piene di pesci enormi e squali. Poi ci spostiamo verso le acque più fredde per vedere i beluga inseguirsi e giocare con una boa, poi passiamo all’habitat Mediterraneo e infine, dopo aver salutato i simpatici pinnipedi, ci spostiamo verso i colori sgargianti dei mari tropicali.
Tutte queste “immersioni” mettono fame e così facciamo una pausa vicino ai leoni marini che si godono il sole davanti la gelateria Rompehielos dove le bimbe provano un orrendo gusto chicle (ufficialmente marshmellow) di Carte d’Or che fortunatamente in Italia non sembra ancora arrivato!
Alle 17:30 concludiamo la nostra visita e riprendiamo le bici per raggiungere la prossima, tanto attesa destinazione: il Parco Gulliver.
Inaugurato nel 1990 è un’idea formidabile: una gigantesca statua del Gulliver di Jonathan Swift, disteso a terra come nella scena iconica dei suoi viaggi avventurosi. E chi sono i lillipuziani che l’hanno catturato? Ma noi! Adulti e bambini che salgono sul gigante lungo 70 metri e tornano a terra utilizzando scivoli grandi e piccoli, larghi e stretti, alti e bassi che si trovano lungo tutta la superficie, dai capelli alle scarpe. Un divertimento… gigantesco!
Intorno alle 19:00 torniamo in hotel, lasciamo le bici in garage e decidiamo di restare a cena qui visto che le bimbe dicono di essere molto stanche. Anche se a quanto pare, però, hanno ancora le energie necessarie per scatenarsi in una ludoteca del vicino centro commerciale e saltare sugli elastici, arrampicarsi in un percorso a ostacoli, lanciarsi in uno scivolo che termina in una piscina di palline! Pensiamo di dover faticare di più per strapparle al divertimento ma si vede che anche loro hanno fame e non si lasciano pregare.
Oggi è l’ultimo giorno di una promozione infrasettimanale in hotel e ne abbiamo approfittato: bimbi gratis e buffet adulti a 18,90 Euro. Dopo aver ricevuto istruzioni sui cibi senza glutine, assaggiamo un po’ di cose e alcune sono molte buone: in particolare il filetto di salmone e la frittata di patate. La piccola I. è quella che osa di più e durante un sopralluogo sul buffet, una volta riconosciuta la forma non riesce a resistere: chiede un improbabile piatto di fusilli tricolore e così sfatiamo un tabù. Per la prima volta in famiglia abbiamo qualcuno che mangia pasta all’estero. Eresia!
La giornata è stata lunga e divertente, siamo tutti stanchi ma prima di dormire ci facciamo un bel bagnetto nella nostra maxi vasca.

Quanto abbiamo camminato oggi? 9,1 km

17/04 Valencia (Bioparco)

Se le bimbe sapevano sin dalla partenza dell’acquario che avremmo visto a Valencia, per oggi avranno una bella sorpresa perché la visita in programma è una novità anche per noi e si rivelerà una scelta molto adatta per passare una giornata all’aperto e intrattenere i più piccoli. Anticipo fin d’ora che per le nostre bimbe il ricordo migliore di Valencia, la “cosa più bella” vista qui, anche più dell’Oceanografico, sarà proprio questa: il Bioparc di Valencia.
Alle 8:00 facciamo colazione e poi scendiamo subito a prendere le bici per raggiungere un forno individuato in Italia dove fare una bella spesa per la pausa-pranzo: Panadería Baking Free – Artesana Sin Gluten è proprio dietro il nostro hotel e prepara pietanze belle e buone, dolci e salate. Oggi mangiamo tutti senza glutine!
Compriamo pizza, empanadas (vari gusti: tonno e cipolla, carne, formaggio) e qualche donuts molto invitante. Poi torniamo a restituire le bici, recuperiamo il passeggino in hotel e ci spostiamo di pochi metri verso una pensilina per aspettare il bus 95. Compriamo i biglietti a bordo (1,50 Eu) e ci facciamo dare un passaggio fino all’ingresso del bioparco. Il tragitto è breve e normalmente l’avremmo fatto a piedi ma con le bimbe è tutto diverso ed è meglio che conservino le forze per l’escursione e non per il collegamento.
All’ingresso paghiamo 80,40 Eu (a partire da quattro anni pagano un prezzo ridotto di 6 Euro rispetto al biglietto intero, gratis sotto i 4 anni) e dopo aver attraversato il ponte che passa sul bel Parco di Cabècera (siamo praticamente alla “sorgente” del fiume-parco Tùria) entriamo nella grande zona in cui sono riprodotti habitat africani.
Il percorso della visita è pensato molto bene ed è decisamente coinvolgente: tutto ruota intorno a un enorme spazio centrale che rappresenta la savana. Qui condividono gli spazi tanti animali (giraffe, struzzi, rinoceronti, zebre, gazzelle…) e il pubblico cammina intorno a questo grande ambiente seguendo i sentieri che si diramano lungo il percorso del perimetro, dove sul versante esterno ci sono altre piccole deviazioni per vedere altri animali in altri ambienti perfettamente ricostruiti.
Scegliamo il verso della nostra visita e seguiamo la mappa fino a una piccola zona pic-nic dove alle 14:30 ci fermiamo per mangiare. Il cibo che abbiamo comprato è ottimo, le bimbe gradiscono molto e dopo una banana mangiata in modalità giungla, riprendiamo la visita e ci dirigiamo verso la selva equatoriale per incontrare coccodrilli e gorilla.
Restiamo praticamente fino all’ora di chiusura e prima di andar via non può mancare l’acquisto di un souvenir nel fornitissimo bookshop. Ovviamente anche in questa occasione abbiamo la conferma che le nostre bellissime bimbe hanno gusti non propriamente mainstream: per loro non esistono leoncini, zebre e altri animaletti carucci. No, loro puntano subito i peluche di coccodrillo e gorilla! (38 Eu).
Torniamo a prendere il bus 95 per fare un pit-stop in hotel e uscire subito, alle 18:30, per un giro nel centro storico.
Per questi spostamenti più rapidi e dell’ultimo minuto scegliamo di muoverci in taxi, dalla stazione situata proprio davanti al ristorante dell’hotel. Bastano 8 Euro e 10 minuti per arrivare in Plaça de l’Ajuntamento, il cuore del centro di Valencia, e da qui percorriamo tutta Calle de Sant Vincent Màrtir, la strada principale che attraversa la città vecchia. Costellata di negozi e locali molto frequentati, attraversa Plaça de la Reina su un lato della quale sorge l’ingresso della Cattedrale di Valencia.
Dopo aver visto un paio di esibizioni di artisti di strada entriamo nella chiesa per ammirare gli interni e una cappella in cui è custodito, qui come in altre decine di luoghi sparsi in tutto il mondo, il Santo Graal ovviamente più autentico che ci sia.
Dopo la visita proseguiamo la passeggiata lungo i vicoli del centro storico fino a raggiungere Plaça de la Virgen (oggi denominata Plaça de la Mare de Déu) che ospita la grande fontana che rappresenta il fiume Tùria.
Ci piace camminare, quindi cambiamo marciapiede e rifacciamo il percorso nel senso inverso, fino alla piazza del municipio e proprio qui compriamo i souvenir. Dopo aver fatto un po’ di confronti, scegliamo El Salero per portarci a casa i nostri grandi classici: magneti, sportina e due t-shirt (23,30 Eu)per una nuova collezione tutta da iniziare.
Proprio vicino al negozio mangiamo da Hamburguesa Nostra una paninoteca buonissima dove anche le salse sono artigianali, trovata grazie all’app Gluto. Le bimbe restano sul classico cheeseburger ma noi ci concediamo uno Smash (enorme doppio cheeseburger, bacon, cipolla croccante, salsa cheddar affumicata) con un paio di pinte e dopo aver pagato il conto (59,50 Eu) prendiamo subito un taxi in piazza per tornare in hotel (7.75 Eu). Sono le 23:00 e siamo tutti distrutti!
Anche l’ultimo giorno a Valencia è andato, domani si torna a “Casa Bella” (come la chiama D.).
Ma prima…

Quanto abbiamo camminato oggi? 9,2 km

18/4 Valencia – Roma

Oggi è il giorno del ritorno in Italia ma siccome abbiamo combinato degli orari comodi per volare, abbiamo ancora un po’ di tempo per le ultime escursioni. Ci svegliamo un po’ prima per preparare le valigie e dopo l’ormai consueta, ricca colazione salutiamo e lasciamo i bagagli nella reception. Ci resterà un buon ricordo dell’hotel, non solo per la logistica ma soprattutto per le persone che si sono sempre impegnate per assistere le bimbe e farle sentire a casa.
Abbiamo poco tempo e idee chiare, quindi prendiamo un taxi e ci facciamo lasciare in centro, all’ingresso dello spettacolare Mercado Central di Valencia.
Ci sono oltre 400 commercianti in questa affascinante struttura in stile liberty e noi vaghiamo per i banchi in cerca di qualcosa da portare via per pranzo. Passiamo in rassegna praticamente tutto: carne, pesce, verdure, spezie e ritroviamo la conferma dei tanti viaggi fatti in passato. Un mercato è l’ideale per conoscere meglio un luogo: ci sono le persone, le tradizioni, i colori, i profumi e i sapori.
Da qui passeggiamo ancora nei vicoli della città vecchia fino a raggiungere lo storico palazzo del 1700 che ospita il Museo della Ceramica. Siamo venuti qui appositamente per scattare una foto del sontuoso portale d’ingresso, sfarzosamente decorato con un sapiente mix di stili: barocco, rococò, neoclassico e un pizzico di oriente.
Dopo una breve tappa in un vicino Carrefour per comprare pane, prosciutto e succhi di frutta, alle 12:40 riprendiamo un taxi per tornare in hotel, ritirare i bagagli e dirigerci verso l’aeroporto.
Il ritorno è facile, conosciamo l’itinerario e arriviamo in perfetto orario per fare con calma tutte le procedure per l’imbarco. A Valencia è diverso rispetto a Fiumicino e per certi versi ci sembra che il tempo non sia passato: i liquidi sono ammessi solo in presenza di bambini e dopo scansione molecolare. Mentre i dispositivi elettronici vanno messi fuori dagli zaini, e per un attimo torniamo all’ultimo viaggio a Vienna nel 2019. Sembra passata una vita per noi che eravamo abituati a partire almeno 4 volte all’anno!
L’importante è aver ricominciato, aver capito nuove dinamiche, ritmi ed equilibri diversi rispetto al passato. Interrompere la routine delle bimbe e catapultarle in luoghi dove tutto è diverso, può disorientare (questa è la spiegazione che ci siamo dati per alcuni capricci iniziali) e abbiamo dovuto “rallentare” e diversificare le nostre abitudini in viaggio. Bisogna alternare il loro passo al nostro e dobbiamo imparare ad apprezzare anche questo modo di viaggiare, sicuramente più slow.
Il ritorno fila liscio, le bimbe sembrano già aver preso confidenza con l’aereo e ronfano per quasi tutto il volo. Poi una volta a Roma sentiamo tutto il loro entusiasmo per il ritorno a casa sempre più vicino.
Dopo aver ritirato i bagagli e la macchina ci fermiamo a mangiare un’ottima pizza da Buongiorno Napoli (unico punto ristoro senza glutine, nel centro commerciale Aprilia2) e arriviamo a Gaeta alle 23:00 con le bimbe che già dormono e che faranno una tirata fino alle 8:30 del giorno dopo! Roba mai vista dalle nostri parti.
A quanto pare viaggiare stanca quelle due Caterpillar, quindi vuol dire che dobbiamo farlo più spesso! E lo faremo.
Ci vediamo a Skiathos tra un paio di mesi! Prossima tappa Skiathos! 😉

Ma alla fine, quanto abbiamo camminato? 28,2 km

Note
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Libri letti su Kindle: Perfect day di Romy Hausmann