Categoria: Belgio

Idee per le vacanze: diari di viaggio pronti!

Diari di viaggio da Granada, Bruges, Mont Saint Michel, Tokyo, Nara e il Kumano Kodo
Diari di viaggio: un po’ di Belgio, un po’ di Spagna, un po’ di Francia, un po’ di Giappone, un po’ di me e Federica 😉

Da qualche anno non aggiornavo la lista dei luoghi visitati con i rispettivi diari di viaggio, con questo post ho recuperato un po’ di tempo perduto.
I Paesi del mondo in cui ho viaggiato sono aumentati e le località attraversate in nave, aereo, treno, bus, macchina sono anche di più. Come i diari di viaggio che ho scritto!
La pubblicazione dei diari di viaggio su questo blog è ormai un rito, un appuntamento fisso con i miei ricordi e con altri viaggiatori che vogliono fare esperienze simili.
I miei viaggi divisi per anno sono direttamente collegati al rispettivo diario: pronti a partire? 😉

2018: Normandia in macchina: Rouen, Mont Sant-Michel, Omaha Beach, Bayeux, Arromanches, Honfleur, Etretat, Giverny (Francia); Amsterdam (8) e Volendam (3)
2017: Bruges e Bruxelles (Belgio); Tokyo, Watarase Onsen, Hongu (Kumano Kodo), Shirahama, Nachi, Koyasan, Kyoto e Nara (Giappone); Sofia (Bulgaria)
2016: Vilnius e Trakai (Lituania); Amsterdam (6), Volendam (2), Monnickendam (2), Marken (2) e Edam
(Paesi Bassi); Andalusia (2) in macchina: Granada (2), Cordoba, Ronda, Nerja e Malaga (Spagna); Amsterdam (7); Cracovia e Auschwitz (Polonia)
2015: Varanasi, Sarnath, Agra, Fatehpur Sikri, Jaipur, Delhi (India); Miami, Key West (2), Orlando (3), Savannah, New Orleans, New York (3); Bratislava e Devin (Slovacchia), Vienna (Austria);
2014: Atene (Grecia); Mosca e San Pietroburgo (Russia); San Francisco, Las Vegas e i grandi parchi americani (USA); Porto (Portogallo)
2013: Phnom Pen, Siem Reap, Koh Kong (Cambogia); Bristol (2), Salisbury (2), Stonehenge (2) e Bath (UK); Andalusia in macchina: Siviglia (2), Gibilterra (UK), Cadice (Spagna); Parigi (7)
2012: Parigi e Disneyland (6)
2010: Bristol , Salisbury, Stonehenge (UK), Amsterdam (5), Volendam, Monnickendam, Marken (Paesi Bassi), Madrid (Spagna)
2009: Amsterdam (3); Budapest (Ungheria); Edimburgo e Cramond (Scozia), Brema (Germania), Amsterdam (4), Lisbona (Portogallo)
2008: Berlino (Germania); Istanbul (Turchia)
2007: Siviglia e Granada (Spagna)
2006: Route 66 in macchina: Chicago, St. Louis, Springfield, Oklahoma City, Amarillo, Tucumcari, Santa Fe, Los Alamos, Albuquerque, Holbrook, Grand Canyon, Flagstaff, Las Vegas, Los Angeles (USA)
2005: Key West, Orlando (2), New York (2) (USA), Cozumel, Playa del Carmen e Tulum (Messico), Haltun Ha (Belize); Valencia (Spagna)
2004: Mumbai e Calcutta (India); Barcellona (Spagna); Parigi (5); Mauritius girata in macchina; Londra (2)
2001: Parigi (4)
1999: Il Cairo, Menfi, Saqquara e Giza (Egitto)
1998: Parigi (3); New York, Schenektady, Albany e Orlando (USA)
1997: Guadalupa e Martinica girate in auto
1996: Interrail: Parigi (2), Londra (UK) e Amsterdam (2)
1995: Montecarlo (Principato di Monaco); Praga (Repubblica Ceca); Interrail: Parigi (Francia), Bruxelles (Belgio), Amsterdam (Paesi Bassi), Dachau e Monaco di Baviera (Germania).

Le recensioni di ristoranti e hotel le pubblico sul mio profilo Tripadvisor 😉

Diario di viaggio: Bruges e Bruxelles

Bruges e Bruxelles
Bruges di giorno e Bruxelles di notte: da vedere!

Da qualche tempo, per trascorrere i week end, scegliamo di visitare Paesi “in crisi”. Facciamo una sorta di viaggio “utile”, questo abbiamo pensato quando abbiamo deciso di andare a Porto e Atene.
Un bel giorno di Febbraio 2017 ci siamo detti: in questo momento storico nessun Paese europeo è più in crisi dell’Europa stessa! E così, dopo tanto rinviare, ci siamo decisi per viaggiare verso Bruxelles, la capitale politica d’Europa.
Un’ottima scusa per andare a vedere la spettacolare Bruges: una scelta che si rivelerà molto molto azzeccata 😉

01/04 Roma – Bruxelles – Bruges

Torniamo sul sito Ryanair per questo viaggio e con soli 35 giorni di anticipo strappiamo un biglietto a/r per 74 Euro a persona. Perché così poco? Perché l’orario di partenza è prestissimo e ci costringe a una sveglia alle 03:30 di notte per uscire di casa alle 04:00 e arrivare alle 06:00 al parcheggio AltaQuota2, il nostro riferimento per le partenze da Fiumicino. Ora anche più comodo perché si può pagare online in anticipo (10.80 Euro per quattro giorni). La navetta ci lascia al terminal 2 di FCO, superiamo i controlli di sicurezza e alle 06:30 raggiungiamo il nostro gate in perfetto orario per l’inizio del l’imbarco. Il decollo è previsto alle 07:00, per questo l’aereo è mezzo vuoto e non incappiamo nella fastidiosa procedura dello stivaggio dei bagagli a mano in eccesso (oltre i 90 colli a bordo, Ryan – e non solo – imbarca tutti gli altri, quindi di solito chi arriva prima troverà posto nella cappelliera. E tutti gli altri saranno costretti ad aspettare la valigia sul nastro degli arrivi). Il decollo viene posticipato alle 07:30 – probabilmente per via di una fitta nebbia che ci ha accompagnato durante tutto il tragitto in macchina – e atterriamo a Bruxelles alle 09:30.
Non ci fermeremo nella capitale belga ma proseguiremo subito per la vera destinazione di questo viaggio: Bruges. Quindi  seguiamo le indicazioni per l’uscita e ci dirigiamo verso la stazione dei treni, facciamo giusto una sosta rapida alle macchinette automatiche per fare il biglietto: 21.30 Euro solo andata. I monitor non aiutano molto a capire orari e destinazione, impressione che sarà confermata durante tutti gli spostamenti successivi. La soluzione migliore per avere la certezza di prendere il treno giusto è consultare gli orari stampati sui cartelloni gialli. Quello che appare come un metodo “antico” viene usato tantissimo e difatti queste tabelle orarie sono disponibili in luoghi ben visibili e incorniciate in vetrine molto pulite e illuminate. Alle 10:13 partiamo per la stazione di Bruxelles Nord dove scendiamo per fare l’unico cambio previsto e prendere il treno delle 10:40 che arriverà a Bruges alle 11:50. Non abbiamo avuto molto tempo per preparare questi passaggi dall’Italia, abbiamo solo verificato che i collegamenti erano frequenti e poi abbiamo fatto tutto sul posto. Avevamo previsto di arrivare alle 13:00 ma siamo stati bravi e fortunati, così abbiamo guadagnato un’ora sulla tabella di marcia prevista.
Fuori dalla stazione ci siamo orientati sulla mappa all’interno della guida per camminare verso il nostro albergo, i primi scorci di Bruges ci convincono subito della scelta fatta e non vediamo l’ora di mollare le valigie e uscire alla scoperta di questa città storica. Lungo il cammino spunta un pallido sole che riscalda l’aria e i turisti si rilassano nei tanti dehor offerti dai locali che affacciano sulla movimentata piazza ‘t Zand. C’è anche un mercatino che quasi ci porta fuori strada con i profumi provenienti dai furgoncini che vendono cibo di strada, ma resistiamo e raggiungiamo l’ormai vicino Floris Karos Hotel.
Come al solito quando arriviamo in un nuovo albergo, ci fermiamo giusto il tempo di lasciare le valigie e decidere un itinerario, così anche stavolta ci ritroviamo subito in strada, diretti verso il Markt, la piazza centrale di Bruges. Prima, però, una delle nostre tappe preferite: un supermercato. Quante cose si capiscono da un supermercato! Vedere gli scaffali, il banco degli alimenti freschi, osservare le persone del posto fare la spesa, le loro preferenze, fare dei confronti con le nostre abitudini, sono tutti elementi che ti aiutano a metterti in linea con il luogo che ti ospita. E poi non dimentichiamo il confronto dei prezzi e, soprattutto, il vantaggio di comprare souvenir gastronomici con un notevole risparmio. Il Belgio è famoso per il cioccolato, quindi secondo voi dove costerà di meno la stessa confezione di cioccolatini? In un negozio di souvenir o nel supermarket?
Facciamo una spesa veloce a base di formaggio Gouda, arrosto di maiale con paprica e pomodoro, pane locale e piccola scorta d’acqua (7.35 Euro), usciamo e ci fermiamo nell’adiacente Muntplein, una piazzetta curata, con alberi e panchine dove ci sediamo per mangiare.
Dopo la sosta riprendiamo la marcia e in pochi minuti arriviamo nel medievale Markt: sembra di tornare indietro nel tempo, ci sono i cavalli con le carrozze che attraversano il grande spiazzo acciottolato, le facciate tipiche delle case tutte unite le une alle altre, strette, con una contiguità geometrica amplificata dai frontoni a gradoni che disegnano nell’aria un lungo saliscendi di “scale” e torrette. Le costruzioni ormai ospitano quasi esclusivamente bar e locali turistici, di fronte alle verande esterne si staglia la sagoma del Belfort, il campanile-simbolo di Bruges che risale al XIII secolo. Alto 83 metri, ha un carillon composto da 47 campane che viene suonato (molto spesso!) a mano ed è, ovviamente, Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Sempre sulla piazza c’è anche l’imponente facciata neogotica dell’Historium, un museo interattivo sul medioevo.
Dopo il Markt tocca al Burg, un’altra grande piazza storica di Bruges, vicina a quella principale che – per i nostri gusti – si è rivelata anche più interessante. La cosa che colpisce del Burg sono le decorazioni in oro, le statue e i fregi che decorano le facciate dello Stadhuis (il municipio) che risale al 1420. Ma non è finita, perché adiacente al vecchio municipio c’è la Heilig Bloedbasiliek, la Basilica del Santissimo Sangue che deve il suo nome a una fiala sacra che contiene alcune gocce del sangue di Cristo, portata fin qui dai cavalieri crociati. La reliquia è esposta al pubblico due ore al giorno (dalle 14:00) sotto l’occhio attento di un prete che presidia la fiala sacra seduto su uno scranno. Vale la pena fare una visita anche per vedere gli interni della chiesa, curatissimi.
Una volta fuori, il nostro itinerario prosegue verso l’adiacente Vismarkt: una bella piazzetta caratterizzata da un porticato quadrangolare in marmo che un tempo ospitava il mercato del pesce. Oggi sono pochi i pescivendoli che lo usano ma il quartiere è ancora adatto per fare spuntini a base di pesci del Nord (se non avete mai assaggiato i filetti di aringa di queste parti, qui potete recuperare!), durante il weekend al posto dei pesci sui banchi troverete oggettistica e souvenir fatti da artigiani.
Continuiamo a camminare per raggiungere il Begijnhof, un quartiere di Bruges che risale al XIII secolo. Più che un quartiere è una piccola comunità che in passato ospitava le donne vedove che optavano per una vita religiosa senza però prendere i voti, in pratica delle suore laiche che concentravano qui la loro presenza e che erano molto rispettate per la fierezza e l’autonomia. Una storia identica all’altro beghinaggio famoso, quello di Amsterdam, e difatti anche la strada che facciamo per raggiungere l’ingresso del Begijnhof, lungo i canali, ci ricorda il recente viaggio nei Paesi Bassi.
In prossimità delle mura di cinta di questo complesso, c’è una fontana dove si abbeveravano i cavalli che ancora oggi assolve a questa funzione. Dopo una breve sosta equina attraversiamo il ponte del 1776 per superare il massiccio portone che ci proietta nel cortile interno. La caratteristica di questo beghinaggio sono le case con le facciate imbiancate che circondano un grande giardino alberato, curatissimo. In questo periodo sono in piena fioritura degli splendidi narcisi gialli che rendono la visione d’insieme molto suggestiva: ovviamente le foto si sprecano!
All’uscita proseguiamo lungo il Minnewater che però approfondiremo domani, per oggi può bastare anche perché sono le 19:00 di sabato e abbiamo una missione da compiere: scegliere il ristorante per cena! Purtroppo si rivelerà più difficile del previsto perché l’offerta è ampia, bisogna evitare le (tante) trappole per turisti e trovare posto. Alla fine la nostra selezione si rivela un buco nell’acqua perché sono tutti pieni, così dobbiamo affidarci ai consigli di Amina, la receptionist del nostro hotel che ci promette di mandarci in un posto dove va lei con i suoi amici. Prenota per noi il De Middenstand e alle 20:30 in punto siamo seduti a tavola. Il locale è carino, pulito, e pieno di clienti. La nostra scelta ricade ovviamente sui piatti della tradizione e quindi arriva per noi una bella carbonade, spezzatino alla fiamminga macerato nella birra e servito con salsa di mele, e poi un bel filetto mignon alla griglia con burro alle erbe che di mignon aveva solo il nome. Piatti già generosi accompagnati da insalata, patatine e due birre, una Leffe scura e una Jupiler. Lasciamo sul tavolo 52 Euro e poi ci restano le forze per rientrare in hotel e dormire dopo una lunghissima giornata.
La prima impressione? Bella Bruges!

Quanto abbiamo camminato oggi? 8,3 km

02/04 Bruges

Il risveglio migliore durante un viaggio è una buona colazione. Anche a Bruges, e per fortuna il Floris non ci delude e ci fa cominciare la giornata con una carica energetica importante: uova con bacon, fagottini al cioccolato, pane imburrato e brioche con la marmellata. Ci sono anche degli ottimi salumi e formaggi che finiscono nel nostro zainetto per pic-nic, infatti oggi abbiamo intenzione di arrivare fuori le mura della città, nel quartiere di Sint-Anna, ma prima di uscire… prenotiamo il ristorante per cena! Vista l’esperienza della sera precedente giochiamo d’anticipo, e consiglio di fare così a tutti i lettori: se volete mangiare in posti non-turistici, assicuratevi un tavolo in anticipo 😉
Il quartiere di Sint-Anna è una zona periferica che merita un’escursione: qui si trovano gli ultimi mulini a vento di Bruges. Per raggiungere la nostra destinazione abbiamo seguito il corso del canale principale che attraversa il centro e abbiamo seguito le indicazioni (da notare! sono sempre in due lingue: francese e fiammingo) fino alla Jeruzalemkerk, dagli interni insoliti – tanto marmo nero – costruita nel XV secolo sul modello della Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Proseguiamo il nostro percorso pedonale fino al parco Kruisvest che, su due collinette vicine, ospita gli storici mulini a vento, perfettamente conservati. Siamo circondati dal verde, su un lato del parco c’è un corso d’acqua, è ora di pranzo e c’è un gran sole: cosa si fa? Semplice: ci sdraiamo sul prato, mangiamo e prendiamo il sole. Alle 15:00 riprendiamo la marcia, con l’intenzione di tornare in centro nei pressi del Begijnhof, dove ieri avevamo fatto alcune incursioni nei negozi di souvenir. Abbiamo già fatto un po’ di confronti così andiamo a colpo sicuro: prima acquistiamo t-shirt, calamite e shottino (20 Euro), poi entriamo nel bookshop del museo Arenthsuis e compriamo sportina e limette brandizzate con il logo Brugge (5 Euro). I souvenir tipici del Belgio sarebbero tre: merletti, birra e cioccolata. Ai primi non siamo interessati, le seconde non possiamo portarle in Italia e quindi abbiamo deciso di assaggiarle sul posto (non tutte, sono oltre 250!) mentre il cioccolato non ha alcuna controindicazione, solo che abbiamo rinviato questo tipo di shopping a Bruxelles, come si dice: dulcis in fundo 😉
Mentre torniamo verso il Begijnhof troviamo il ristorante prenotato al mattino, dove abbiamo previsto di cenare, e restiamo molto perplessi: in pieno centro storico, ha tutte le sembianze di una trappola per turisti. E ora ci spieghiamo anche la reazione che aveva avuto il receptionist quando abbiamo chiesto di prenotarlo: ha alzato un sopracciglio come a dire “ma siete sicuri?!”.
Presi dal dubbio, continuiamo a camminare verso Minnewater, il parco con omonimo laghetto dove c’è un ponte molto noto tra i ragazzi di Bruges: è qui che gli adolescenti vengono a scambiare il loro primo bacio. Quale luogo migliore per scattare una foto con le nostre mani? Ma non è stato uno scatto qualsiasi, perché stavolta eravamo armati di Instamax e da qui abbiamo lanciato la prima foto virale del nostro account Instagram Handmade_travel: cosa abbiamo fatto è tutto da scoprire! 😉
Mentre torniamo verso l’hotel notiamo, appena fuori la cerchia delle mura storiche, un ristorante che per posizione e struttura ci ispira moltissimo: lo cerchiamo su Tripadvisor e le ottime recensioni confermano l’intuizione, così una volta in hotel facciamo disdire il primo ristorante prenotato e ci facciamo riservare un tavolo in quello nuovo. Come sarà?
Lo scopriremo presto, prima però ci prendiamo un po’ di tempo per una nuotata nella piscina dell’hotel e un bagno caldo in stanza. Dopo la ricarica torniamo di nuovo in strada per fare un aperitivo prima di cena, un aperitivo a base di birra. Avevamo individuato Beers Yesterday’s World, un bar-negozio dove puoi comprare (quasi) tutto l’arredamento e l’oggettistica presente. E qual è il tema? Semplice: l’originale piaga creativa del XXI secolo: il vintage! Però non avremo la possibilità di riprovare le sensazioni polverose vissute in locali simili durante l’ultimo viaggio a Cracovia, perché è domenica e lo troviamo chiuso: a quanto pare, quindi, la versione “negozio” prevale sulla variante bar e forse è giusto così. Per fortuna, poco distante, c’è ‘t Brugsch Bieratelier, un vero pub piccolo e molto caratteristico che offre una degustazione di 12 birre alla spina servite su una lunga asse di legno con i fori circolari per i bicchieri, in pratica il doppio di quella che abbiamo provato a Vilnius. Sono circa 2,5 litri di birre diverse e noi siamo solo in due: per quanto invitante la sfida è impari, quindi passiamo la mano e ordiniamo solo una bionda e una mora, rispettivamente Zot e Viven Bruin, consigliate dal simpatico barman Vincent (9.40 Euro).
Dopo un’oretta passata a vedere i clienti del posto avvicendarsi al bancone, sotto un insolito soffitto tempestato di banconote provenienti da tutto il mondo, ci muoviamo verso t’ Bagientje, il ristorante “alternativo” di questa sera. Sin dall’ingresso sentiamo di aver azzeccato la scelta: tende scure in velluto pesante, luci soffuse, pavimento in legno e grandi tavoli con al centro composizioni fatte con la cera accumulata dalle candele che creano un’atmosfera rilassata. Anche il modo di servire è stato gradevole: portano a tavola i coperti insieme a pentolini caldi che contengono il cibo ordinato, ti servono una porzione nel piatto e lasciano il pentolino per i bis. Così, attingendo a più riprese, ci siamo gustati un ragout di agnello con patate e verdure, e uno spezzatino di coniglio con salsa di prugne e crocchette di patate. Da bere ancora una Zot e una Jupiler, accompagnate nell’attesa dalle famose patate fritte belghe. Cena molto soddisfacente, migliore di quella di ieri e per una cifra minore: 46.75 Euro.
La serata non è finita, perché decidiamo di tornare al Markt per vederlo illuminato di notte. Ci aspettavamo uno spettacolo più suggestivo ma non è niente di memorabile, quindi restiamo giusto il tempo di fare qualche foto d’ordinanza e poi rientriamo verso il Floris.
Due giorni così sono perfetti per visitare bene Bruges, siamo molto contenti di questa scelta e ci sentiamo appagati dalle cose viste, domani possiamo partire serenamente per visitare Bruxelles.

Quanto abbiamo camminato oggi? 12,5 km

03/04 Bruges – Bruxelles

Alle 08:30 siamo pronti per lasciare Bruges, prima però c’è da fare la nostra ricca colazione e preparare le valigie. Dopo il check-out raggiungiamo in 20 minuti la stazione e prendiamo il treno delle 11:08 per Bruxelles, questa volta rispetto all’andata non avremo cambi da fare né supplementi per il passaggio dall’aeroporto. Quindi paghiamo il biglietto 14.70 Euro e dopo un’ora e dieci minuti siamo già a Bruxelles.
Anche qui la scelta dell’hotel è stata strategica per ottimizzare il tempo a disposizione, ci bastano cinque minuti per arrivare all’Hotel Agora Brussels Grande Place che è perfettamente posizionato anche rispetto a ciò che intendiamo vedere durante il nostro breve soggiorno.
Siamo in anticipo rispetto alla consegna della camera, quindi lasciamo le valigie, prendiamo una mappa e usciamo subito per andare al quartiere dei musei. Durante il tragitto ci fermiamo a scattare un’altra foto istantanea dal belvedere che affaccia sui Jardin du Mont des Arts e procediamo per visitare il museo di Magritte, solo che una volta arrivati scopriamo che il lunedì è chiuso. Quindi continuiamo la nostra passeggiata visitando la chiesa di Nostra Signora du Sablon – con magnifiche vetrate colorate – e all’uscita ci dirigiamo verso l’imponente Palazzo di Giustizia che nostro malgrado è completamente rivestito dall’impalcatura di un restauro in corso. Ci accade spesso, siamo perseguitati dai tubi Innocenti!
Il palazzo è stato per lungo tempo uno dei più grandi del mondo e decidiamo di dare un’occhiata all’interno, così superiamo i controlli di sicurezza e facciamo una rapida visita agli ambienti maestosi in stile neoclassico. Il palazzo non è propriamente una meta turistica in quanto ospita realmente procedimenti giudiziari, ma vale la pena visitarlo per i maestosi interni che ci hanno ricordato la stazione Grand Central di New York e poi perché è interessante vedere i togati al lavoro in un ambiente così carico di significati. Ci affacciamo a un’udienza in corso con la stessa curiosità con cui ammiriamo il belvedere del grande palazzo che sovrasta la città.
Una volta fuori facciamo la nostra sosta nel parco Petit Sablon, un piccolo angolo di pace per uno spuntino circondati da aiuole verdi curatissime, tulipani in fiore e una grande fontana gorgogliante.
Con la pancia piena torniamo verso il punto di partenza e, prima di procedere alla scoperta del centro storico, ci fermiamo in hotel per prendere possesso della stanza e poi subito a visitare la Grand Place, il salotto di Bruxelles dista neppure tre minuti da dove siamo. Che dire, il colpo d’occhio è magnifico, i palazzi sono imponenti, le facciate – tutte risalenti al 1600/1700 – sono finemente decorate con stucchi e ori. Ci sono i simboli delle varie gilde, le corporazioni di categoria, che competono tra loro per la più prestigiosa, grande, insolita, rappresentativa, in un gioco di allegorie e simbolismi che dona alla piazza un aspetto unico.
Da qui proseguiamo lungo una delle sei strade che sboccano nella piazza principale che si collega con il Palazzo della Borsa, un’altra grande struttura in marmo che sulla facciata principale è decorata anche con alcune sculture di Rodin. Giriamo lungo il perimetro del palazzo e notiamo che attorno la piazza, paradossalmente a pochi metri dall’elegante e sorvegliata Grand Place, l’atmosfera non è delle migliori: nonostante l’area molto centrale sembra sia una zona trascurata e poco sicura.
Da qui seguiamo le indicazioni per andare a vedere l’altra attrazione-simbolo di Bruxelles: il Manneken Pis, la piccola statua di un bambino sfrontato che dal 1618 fa la pipì davanti ai tantissimi turisti che vanno a visitarlo. In questa zona la densità dei negozi che vendono waffle è altissima e quindi cediamo alla ricetta classica: cialda 20 riquadri con spolverata di zucchero a velo (1 Euro).
A questo punto la passeggiata diventa una caccia al souvenir della capitale d’Europa, si comincia con le immancabili calamite e t-shirt, poi ciabattine e una prima confezione di cioccolato arancia e sale. Prima del calar del sole andiamo a visitare la concattedrale dei Santi Michele e Gudula, risalente al 1519, e la troviamo maestosa, bianca, con due torri altissime a caratterizzare la facciata gotica.
Rientriamo in hotel lungo una strada piena di ristoranti con i “buttadentro” appostati a ogni angolo, quindi nonostante la fame abbiamo un’idea chiara sulla zona da escludere per cena. Si sta facendo tardi, la scelta è vastissima e nell’incertezza decidiamo ancora di affidarci a un’indigena: la receptionist del nostro hotel si è dimostrata molto in gamba al nostro arrivo, e si confermerà tale anche nel suggerire e prenotare uno dei suoi locali preferiti. La nostra richiesta è stata la solita: nessun posto per turisti! E ci ha consigliato bene, perché sarà questa sera che faremo la miglior cena del viaggio. 9 et Voisins è situato proprio dietro la Borsa, arriviamo affamati come lupi alle 21:00 in punto e abbiamo subito buone sensazioni: locale caldo, accogliente, con arredamenti essenziali e con una grande lavagna affissa alla parete: lì c’è la cosa che ci interessa di più, il menù. Ci facciamo ispirare dai nomi sconosciuti e chiediamo conferme ai camerieri, così ci ritroviamo nei piatti una stoemp sausage, salsiccia servita con purè di patate e carote; e un jambonneau moutarde l’ancienne, importante cosciotto di maiale spennellato di senape: ottimo. Per mandare giù questo bendiddio abbiamo scelto una birra bianca e due Ciney blond. Non solo è stata la miglior cena delle tre fatte in Belgio, ma anche il conto è stato il migliore: 39.52 Euro. Sempre bello lasciare un luogo con il ricordo di un buon sapore…

Quanto abbiamo camminato oggi? 11 km

04/04 Bruxelles – Roma

Giorno di partenza sì, ma con calma. Abbiamo mezza giornata a disposizione e non intendiamo perderla, facciamo colazione da Gaufres de Bruxelles, il bar convenzionato con l’hotel, dove ordiniamo due tipi di waffle, succo di arancia e the per 8.40 Euro, le bevande sono state gentilmente offerte dall’hotel. Siamo pronti per il secondo tentativo al museo di Magritte e stavolta va tutto liscio: l’ingresso costa 13 Euro per l’intera struttura museale oppure 8 Euro per vedere solo i padiglioni dell’artista belga, uno dei nostri preferiti insieme a Salvador Dalì che ci siamo gustati abbondantemente a St. Petersburg, durante il nostro ultimo viaggio in Florida.
Complessivamente, però, il museo di Magritte è stato una delusione perché le opere più conosciute non sono lì, ci sono tantissimi studi e altrettante opere minori ma il meglio di questo artista l’abbiamo già visto in altri musei, per esempio al MOMA di New York. Da notare: nel passare da un piano all’altro del museo ci siamo goduti un bel panorama sulla città e abbiamo individuato lo scintillante Atomium, il terzo grande simbolo di Bruxelles.
Dopo la visita torniamo verso il centro storico e ci fermiamo a fare uno spuntino da Belgian Frites Papy famoso da 30 anni per le sue patatine fritte, scegliamo la ricetta classica con maionese (3.20 Euro) e siamo subito pronti per la missione finale: comprare la famosa cioccolata belga.
Allora, nel centro storico la scelta è vastissima, ci sono tante pasticcerie con vetrine che strabordano di delizie decorate e grezze: c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ci sono tante negozi che vendono cioccolata confezionata, di ogni tipo, misura, peso, forma, gusto. Sono probabilmente tutte buone ma la nostra scelta è ricaduta su L’Art du Chocolat, un pasticceria classica, e capisci dov’è la differenza con le altri quando entri e senti quel profumo inconfondibile, quell’aroma che fa schizzare la glicemia alle stelle soltanto respirando.
Ci facciamo preparare un paio di confezioni con 32 cioccolatini bellissimi da vedere e buonissimi, per tutti i gusti: champagne, tè verde e lime, amarena, pralinati alle nocciole, arancia e frutto della passione, ganache di nocciola e marzapane, crema di limone, crema di nocciole, di tutto. Per concludere lo shopping più dolce ci abbiamo aggiunto dei cubetti da sciogliere nel latte per una vera cioccolata calda, al cocco, dark e alla menta (30 Euro).
Sono le 14:30 quando ci dirigiamo in stazione per fare i biglietti (8.80 Euro) e prendere il treno delle 14:55 che nel giro di 30 minuti circa ci porterà all’aeroporto di Zaventem.
Durante l’attesa del volo facciamo un rapido bilancio finale: ci sentiamo molto fortunati, abbiamo avuto dalla nostra parte un meteo splendido a dispetto di quanto si dice sul Belgio, cioè un Paese spesso piovoso, e abbiamo trovato perfetta la soluzione di trascorrere due notti a Bruges e una a Bruxelles, e non viceversa. Per la nostra dimensione, orientata alla ricerca di luoghi alternativi, più a dimensione d’uomo rispetto alle metropoli (sempre più spesso troppo simili tra loro) è stato un abbinamento perfetto: Bruges la ricorderemo a lungo!

Ma alla fine, quanto abbiamo camminato? 37,8 km

Note
Hotel prenotato su Booking
Guida di riferimento: Brugge e Bruxelles di Lonely Planet
Libro letto su Kindle: Topkapi di Erik Ambler